Senza volontariato la terra è brulla. Gardolo Brilla è un inedito che va oltre oltre la vetrina
Giornalista, ha lavorato per Alto Adige, Gazzettino e Trentino
Una comunità avara di volontariato, carente di persone che mettono a disposizione tempo ed energie per sé stessi (le proprie passioni) e soprattutto per gli altri è una comunità “brulla”. Al contrario una comunità che di volontariato ne vanta in abbondanza (ma per la verità non ce n’è mai abbastanza) è una comunità che brilla. S’illumina, insomma, della luce vitale accesa dall’associazionismo (quale che sia).
Certo, non sono sempre tutte rose. Non è infrequente scontare una certa autoreferenza anche nel volontariato associativo. Non è sempre facile – anzi è piuttosto difficile – l’abbassamento dell’età media de frequentatori di circoli e gruppi. È spesso ardua la comunicazione e la sinergia tra realtà diverse, così come lo scambio e la nascita di progetti comuni.
Detto questo resta indubitabile il concetto della brillantezza, di una vivacità di servizio utile ed irrinunciabile per la città del centro, dei quartieri, dei sobborghi. A Gardolo il termine “brilla” associato al volontariato pare azzeccato. E sul concetto la Circoscrizione ha costruito un progetto che vuole essere al tempo di sensibilizzazione, promozione, restituzione.
“Gardolo brilla” è il titolo di un calendario di appuntamenti incominciato ad aprile e programmato fino al termine di luglio, suddiviso in nove incontri “di piazza”. Sì, perché nella sua piazza Gardolo ha voluto contribuire a Trento Capitale del Volontariato mettendo le proprie associazioni in vetrina, offrendo loro la possibilità di farsi conoscere meglio e – aspetto non secondario – di finanziarsi.
L’idea (dare a Cesara, visto che si tratta di donna) è venuta alla presidentessa della Circoscrizione, Gianna Frizzera. Un’idea fatta propria dal consiglio circoscrizionale in un percorso non esattamente in discesa (passaggi nelle commissioni perché sulle primogeniture c’è sempre qualcosa da puntualizzare, qualche terreno da marcare). Ma un’idea che alla fine si è sta realizzando con i primi tre incontri pubblici già in archivio e con il quarto (il 24 maggio, come i fanti de Piave) ormai dietro l’angolo.
Per le Circoscrizioni, si sa, lo scarto tra idea e realtà è un fossato difficile se non difficilissimo da saltare. Soldi pochi (quelli “girati” dal Comune) e soldi che devono far quadrare conti sempre sproporzionati alle richieste di sostegno dell’associazionismo che opera sul territorio. Va da sé che se si riesce a mettere in piedi un progetto a costo zero (o quasi) non solo si fa bingo ma si semina il fertilizzante di una partecipazione ancora più genuina perché obbliga all’autogestione delle iniziative, alla collaborazione tra soggetti diversi, alla creatività “risparmiosa”.
In Gardolo Brilla sta andando così anche grazie ad un Comitato delle Associazioni che con una rinnovata (e tanto) gestione assicura una disponibilità ed una condivisione che fa dimenticare molti problemi del passato. I temi di Gardolo Brilla sono voci verbali al singolare da interpretare, però, al plurale: crea, legge, racconta, gioca, balla, si muove, canta e infine sogna.
Per ogni verbo la scena è stata e sarà dedicata alle realtà che animano quel settore rivolgendosi a tutte le età tra laboratori, scambi di libri e sentimenti, giornata dedicata ai bambini con attività collettive che liberino, almeno per un attimo, dalla prigionia del cellulare. E ancora le danze storiche e moderne, la promozione dello sport con i gruppi che vi si dedicano ad allenare corpi e menti, la musica di banda e cori.
In ogni “puntata” di un cartellone lungo lo spazio è tutto per il protagonismo delle associazioni che “deve far da sé” inventandosi tempi e modi del coinvolgimento. Mica male come proposta.
Una proposta che ha bisogno di poco per dare molto: le casette a disposizione delle associazioni e via che andare per segnare una presenza del volontariato nota e preziosa ma raramente raccolta in un unico e inedito contenitore. Quello del 24 maggio ad esempio – Gardolo racconta – è per altro un appuntamento intrigante. I residenti – si spera non solo storici vista la grande trasformazione urbana e sociale del sobborgo – saranno a portare in piazza le loro storie e con loro pezzi di vita di Gardolo (di allora e di oggi). Conoscere – specie se si affacceranno i giovani – aiuta a rispettare il proprio territorio. E magari anche a darsi da fare di più.
Nel frattempo si è dato da fare chi ha promosso e organizzato “Gardolo brilla”. Il “costo zero” non vuol dire che non ci sia impegno e voglia di sperimentare forme diverse di socializzazione. D’altra parte se la Capitale Europea del Volontariato non capitalizza anche le più piccole esperienze esperienze, se non stimola iniziative nuove oltre che il legittimo orgoglio rischierebbe di ridursi a sola celebrazione. Che non servirebbe.
Per questo l’ultimo appuntamento della rassegna – Gardolo Sogna, il 19 luglio – non dovrà essere solo una serata di bilancio e di soddisfazione ma l’avvio di percorsi collettivi tra le associazioni che possono concretizzare altri progetti legati ad un motto per nulla impossibile: “Poca spesa, tanta resa”. Umana.