Piazza Dante, l'arte di avere più coraggio
Giornalista, ha lavorato per Alto Adige, Gazzettino e Trentino
Ci provano. In ogni modo. Con ogni nota. Non s’impiccano al rock: spaziano tra generi e gusti. Cercano un pubblico al plurale: una pluralità di pubblici. Spaziano provando ad intrigare: il folk e lo swing, i tributi italici, (Liga, Vasco) e le divagazioni etniche. Nei progetti c’è anche il liscio. E perfino la briscola di massa.
Ci provano quelli di Caalocs, un acronimo dall’impossibile memorizzazione: sta per “creatività, arte applicata, lavoratori operatori cultura e spettacolo”. L’aggregazione in questione prova da un mese e più a togliere a piazza Dante la nomea del luogo impraticabile. Come ci provano? Con l’arte varia, musica in testa, proposta ad ogni fine settimana da un palco fisso allestito dal Comune. Un palco tutto legno che richiama le baite.
Quel palco – frutto dell’interlocuzione tra Caalocs e tre assessorati, (giovani, commercio e cultura) è appannaggio appunto del sodalizio che in una sostanza semplificata è per la verità la creatura di Fausto Bonfanti, ciondolante trascinatore dell’aggregazione. Attorno a Bonfanti si muovono alcuni musicisti dell’antica guardia trentina e qualche giovane. E lui, il Bonfanti, replica sé stesso. Lo fa da sempre: promoter appassionato e un po’ troppo confusionario. Ma anche promoter di una creatività che ambisce a farsi politica.
Sì perché “Destate il parco” non è solo un calendario di eventi sempre più faticosi per via di una borsa estremamente povera. “Destate il parco” è soprattutto, il tentativo di affermare – amplificandola – una filosofia. Una convinzione. Una sfida. Caalocs e Bonfanti, (o viceversa) predicano che l’arte dell’incontro può avere più successo della militarizzazione di uno spazio complicato. L’incontro – anche quello apparentemente meno probabile – è sempre meglio dello scontro. Un faro puntato su un palco e sul relativo pubblico può illuminare la voglia di normalità di una comunità.
“Destate il parco” non è un’esperienza inedita. Lo scorso anno una fitta serie di occasioni sia artistiche sia conviviali riempirono l’intera estate del piccolo e abbandonato parco San Marco. Non furono tutte rose e fiori dal punto di vista organizzativo: qualche spina nella cura di quei particolari che fanno la differenza tra qualità, inappuntabilità e improvvisazione. Ma Bonfanti e Caalocs oggi rivendicano quell’esperienza, con un mix tra orgoglio e amarezza.
Spiegano che con il loro lavoro di proposta variegata e continuativa, (ogni sera qualcosa) hanno contribuito a far riscoprire uno spazio in cui microdelinquenza e miseria di alternavano nella “proprietà” del parco. Adesso il parco è rinato esteticamente e socialmente grazie ad un intervento del Comune e all’arrivo di un ristorante ittoco. Caalocs, appunto, rivendica: “Abbiamo fatto la nostra parte, indicando la strada della vitalità. Ringraziamenti? Nemmeno invitati all’inaugurazione del nuovo San Marco”.
Ma la recriminazione si confonde nei ringraziamenti al Comune. Piuttosto che recriminare Bonfanti & Friends preferiscono alzare la posta. Piazza Dante è un San Marco moltiplicato per dieci, o per venti, in quanto ad ampiezza fisica e ampiezza dei problemi. “Eppure – dice Bonfanti – i fine settimana non solo di musica che stiamo offrendo lasciano immaginare una nuova prospettiva per piazza Dante. Più la popolazione frequenta la piazza più si restringe il perimetro della micro criminalità”. E’ un’equazione semplice per tutti meno che per chi amministra annaspando nel vortice delle strumentalizzazioni politiche di ogni allarme. Sembra – chissà se è vero – che la lapalissiana teoria sia confermata anche dalle forze dell’ordine che a detta di Bonfanti avrebbero ringraziato perché gli eventi limitano non poco le aree da controllare nei fine settimana.
Ma nonostante gli eventi la frequentazione di Piazza Dante è lenta, incerta, altalenante. Appare lontana, lontanissima, la riconquista di piazza Dante da parte dei trentini legittimamente preoccupati da preoccupazioni vere ma ancher da preoccupazioni ingigantite da chi soffia sul fuoco senza distinguere mai tra disperazione e delinquenza. Nel comitato di artisti che si sbatte per indicare una strada diversa, per indicare l’equazione tra animazione e sicurezza – c’è chi i trentini li condanna. Ma sbaglia. Se c’è qualcosa, o qualcuno, da condannare è semmai l’attitudine di chi governa a praticare il coraggio con improduttiva intermittenza. E così capita che per “Destate il parco” ogni fine settimana sia un’incognita economica.
Il Comune ha messo un palco. Dà l’elettricità. Non fa pagare l’occupazione di suolo pubblico. Ma un concerto impone molte altre spese che gli organizzatori cercano di abbassare al minimo contando sul volontariato e sulla condivisione di un progetto sociale da parte di chi suona, di chi fa arte nei week end in piazza Dante. Ma quanto può durare? Quanto è giusto?
Al Comune di Trento – ai tre assessorati ma soprattutto al sindaco – non è lecito chiedere l’impossibile economico. Ma un più del minimo sindacale forse sì. E’ lecito ad esempio domandarsi se il Comune crede davvero che sia possibile intervenire su piazza Dante senza affidarsi alle sole telecamere, al futuro posto fisso delle polizie o all’alternanza delle ronde delle diverse forze dell’ordine. La prevenzione in divisa a piazza Dante è sacrosanta. Ma la sola prevenzione in divisa è respingente: forse – e va ripetuto il forse – respinge la malvivenza spostandola però altrove. Di sicuro respinge la comunità.
E allora prevenzione, (quando serve repressione) e animazione devono andare di pari passo. Piazza Dante ha bisogno di continuità di proposte di richiamo. Le proposte hanno bisogno di un investimento promozionale forte. E anche la geografia dei luoghi di spettacolo e aggregazione cittadina durante l’estate va aggiornata. Se non è parolaia e beffarda la voglia di riscattare piazza Dante occorrerebbe ragionare sulle rassegne che si svolgono altrove, ad esempio i “martedì” delle giovani band al giardino del Centro Santa Chiara, gli Itinerari Folk e Contrada Larga al cortile delle Crispi.
A queste rassegne – specie quelle che vantano un pubblico ampio e consolidato – andrebbe integrato “Destate il parco” per un calendario intenso che farebbe di Piazza Dante il principale punto di riferimento e di richiamo della proposta estiva di Trento. La politica vince se sceglie, se dà segnali forti, se investe e soprattutto se mostra di avere idee chiare. Piazza Dante ha bisogno di idee chiare, non dell’affannato e quasi sempre contraddittorio inseguimento di scorciatoie. Ma non succederà. E allora meglio godersi i fine settimana di chi offre spettacoli al motto “Aiutateci a salvare piazza Dante” sapendo che il respiro economico e organizzativo della proposta è pericolosamente limitato.
Ecco il programma di questo fine settimana
Oggi, 27 luglio.
Alle18 The Voice… la voce di Giuseppe Martinelli per un viaggio musicale dal passato con i classici della musica italiana..
ore 20 Blurred Shadows in concerto... Il genere proposto dai cinque musicisti sposa le sonorità country/blues/rock.
Domani Sabato 28 luglio 2018
ore 18 OPEN MIC FREE… con la partecipazione di Tony Ippolito e Giuseppe Martinelli ed i musicisti/cantanti che vorranno salire sul palco ad esibirsi...
Microfoni aperti per tutti in Piazza Dante: un progetto che nasce dall'idea di dare a tutti i musicisti e cantanti che lo desiderano l'opportunità di esibirsi.
ore 20 The Travel in concerto... cover anni 70-80-90 italiani ed internazionali
ore 22.30 TRIBUTO A VASCO ROSSI special live...non servono molte parole per presentare questo vero e proprio evento se non il comunicare che a portare on stage questo live imperdibile saranno i NO WAY BACK capitanati dall'istrionico e grande Dennis Cappelletti
Domenica 29 luglio 2018
ore 18 Canzoni e Swing Italiano in concerto...con Sergio De Scolari alla batteria e voce, Roberto Bertocco al contrabbasso e Silvano Brun alla chitarra e voce
ore 20.00 Martin de la Cruz Acustic Duo in concerto... Martin de la Cruz (Spagna) musicista spagnolo, chitarrista e cantante