Caro Fugatti ma lo sai chi canta al ''Trentino Love Fest''? Da ''Ti chiedo un bocch**o per San Valentino'' all'apologia della coca in tutte le sue forme: è la trap bellezza
Giornalista, ha lavorato per Alto Adige, Gazzettino e Trentino
Dopo Montesilvano (Pescara) e prima di Monacilioni (Campobasso). Il tricolorato gruppo de “Le Vibrazioni” è candidato dai Di Gregorio figlio e padre (Enzo entrambi, e dunque Edg Spettacoli) quale una delle attrazioni principali del “Love Fest” di fine settimana prossima all’area San Vincenzo a Trento. Che Sarcina e soci siano il clou della manifestazione benefica di cui dovrebbero beneficiare oltre che i protagonisti sul palco e chi li porta a Trento anche (forse) gli alluvionati romagnoli lo dice l’entusiasmo con tormentone degli stessi organizzatori. Nella recente presentazione dell’evento, tutta giocata sui superlativi con la modestia lasciata fuori dalla porta, si sono immaginati folle trepidanti lanciate nell’inno “Sei immensamente Giuliaaa” (con ridondanza di “a” messa nero su bianco sui comunicati stampa).
Quel refrain (datato nel vicinissimo 2003) rimane il più conosciuto successo del gruppo. Ma bisogna avere fegato per preventivare che per cantarlo in massa accorreranno a Trento in tantissimi e da ogni dove. Contenti loro (gli organizzatori che hanno vinto come unici partecipanti la lotteria elettorale del governatore Fugatti) contenti tutti? Non è il caso, davvero non è il caso. Stiano sereni quelli che tacciano di rompiballe, con il peggio degli epiteti, chi scrive e il quotidiano che lo ospita. Stavolta non replicheremo le critiche ad una manifestazione che costerà alla Provincia mezzo milione di euro e che per come è impostata rischia di portare agli alluvionati una solidarietà farlocca, fatta di spiccioli. Vale a dire le probabili misere rimanenze di un conto spese ingente che se ne andrà per allestimenti, cachet (di cui non è dato conoscere gli importi), personale occupato, organizzazione miracolata, eccetera. A no, ci si scusi. Il guadagno ci sarà per chi vende birra (occhio ai tanti minorenni che si può immaginare ci saranno per seguire i trapper e gli artisti più a misura di ''baby'') e panini.
Di questo però si è già scritto. Si sono poste domande puntuali al Governatore che veste sommessamente pop lasciando il conto da pagare alla comunità che spesso sgoverna. Le nostre domande ad una settima dal “Più grande evento benefico dell’universo” sono inevase tra risatine imbarazzate e spallucce piuttosto offensive del diritto alla trasparenza. La marcia di avvicinamento all’evento vive anche di strafalcioni comici: si è visto un post trionfante su Instagram che recitava “il 30 per cento di ticket venduti”. Si, ma il 30 per cento di che soglia? Barzellette.
Meglio virare su contenuti del “Love fest” e sul suo cast che da rei confessi conosciamo solo a spanne. Ci siamo posti un quesito irrituale e perfino banale: se è vero che così come lo hanno venduto l’evento è “dedicato” alla gioventù che va dallo svezzamento ai minorenni che caspita di messaggio c’è da aspettarsi dalla schiera di rapper, trapper, dee jay chiamati ad esibirsi per tre giorni a Trento Sud? Per vederci più chiaro ci siamo sciroppati decine e decine di testi dei vari Tony Effe, Naska, Ava, Nayt, Tormento (lui con i Sottotono è in pista da quasi 30 anni) ed atri esponenti dell’anagrafe musical tecnologica che la Edg osanna come il meglio del meglio nel loro genere.
Un genere, (rap/trap) spesso fintamente ribelle ma in fondo onesto (perfino gigione) nell’ammettere che con l’anatomia dei bassi ventri ci si arricchisce alquanto. Cosa si è dedotto dalla ricerca? Beh, che in mezzo ad un marasma di letteratura furbescamente stradaiola la Giulia immensa delle Vibrazioni ha preso i voti per entrare in un convento di clausura. Tirarla per le lunghe è controproducente. Meglio andare al sodo di alcune hit prese a caso nella produzione del cast ingaggiato al “Love Fest”. E dunque, ci si tenga forte. Ecco Tony Effe, in brano, dal simpatico titolo “Oh cazzo”: “Le piace quando spingo forte mentre dico cose brutte (Bitch). Adesso non ho più tempo per vendere le buste (Okay). Entro violento sul beat, entro violento su di lei (su di lei)''.
Questo l'attacco di Boss
Go, go, go, go, go, go, go Tony (Tony)
Prendi i soldi, portando via dal club sette thotties (bitch)
La pistola è carica, sette colpi (grr-pow)
Killer dentro un Cadillac, sette posti
Nove colpi non ti bastano, sparami ancora
Nuove troie non mi calmano, chiamano ancora
Faccio volare dieci chili con il jet fino a Roma
Ci mangio io, mio fratello, mia madre e tutta la zona
Quando sta con me non tiene le gambe chiuse (eh)
Cinquanta K cash, bonus per i miei shooter
Fila sotto casa come se fosse normale
Completo Loro Piana quando vado in tribunale
Per non parlare di Il Doc 3 che inizia così: ''Ti chiedo un bocchino per San Valentimo/ Svegliamo i vicini sul mio bicho, dammi tanti baci / Accendo il camino, metto il vinile dopo la schiaccio / Sappi fratellino, già da bocia avevo troppe bitches / Sappi, signorina, sono il Doc da prima del digitale / Non sono un'agenzia però sotto ho tremila e talent (Ah) / Non ce l'ho una tipa (Chiaro), fo-fotto un po' con chi mi pare''.
E prosegue così: ''Baby se sei dilettante, sappi che non è un problema / Saprò esser delicato massaggiando gambe e schiena / Ho una stanza dеdicata a quello come Berlusconi / Sono il Doc, qui-quindi il tuo corpo dovrò pеrlustrare / Ho uno stetoscopio, se vuoi lo uso mentre ti scopo / Sali sul lettino, dimmi dove hai male che ti scrocchio / Ho le medicine per farti vedere tutto doppio / Fammi una spagnola finché non ti dico "muchas gracias" / Posso venire in gola, se non la vuoi tutta in faccia''.
Non proseguiamo per pietà alle nostre orecchie ma immaginare Fugatti che in conferenza stampa lancia il ''Trento Love Fest'' al ritmo del ''Doc'' e tronfio del suo evento si prepara a regalare (a 2,50 euro) a generazioni di giovani trentini queste perle dedicate a violenze, droga e bestialità varie fa spavento perché è evidente che, come troppo spesso gli accade, non sa nemmeno di che sta parlando. La Trap, d'altronde questo è, ritmi sincopati, testi violenti e aggressivi. Tutto il resto è noia.
Giurando che non si è bacchettoni e che i troppi Pillon di turno ci fanno un effetto molto più potente del più potente lassativo, passiamo a un tipo che non disdegna l’introspezione qual è il figlio minore (non in senso solo anagrafico) di Gianni Morandi. Si fa chiamare Tredici Pietro e rappa così, sintetico come un futurista un poco fuori tempo: “Con due strisce di bamba stese su una puttana”. A riportarci dentro una realtà irreale di sesso ad uso e consumo del mercato ci pensa Nayt, nell’onomatopeico “Cazzi mie”. Due righe tossiche? Macchè, due righe di filosofia: “Penso solo ai cazzi miei, se mi fermo impazzirei”. Con condizionale opzionale. Nayt deve essere però un poeta che quando gli prende l’ispirazione va in trance. Da ispirato (da chissà quale turba) è più ficcante di Montale: “Tu per campare parli e succhi il cazzo”. Su questi artisti davvero non è il caso di infierire. Son ragazzi. Qualcuno, è vero, è cresciutello: tatuati dall’unghia al capello. Tuttavia restano ragazzi quasi commoventi se, come tutti, citano la mamma (poco importa se sia la loro o no).
Ad esempio Naska nel suo Punkabbestia (senza il cane):
“Non ho mai offerto il mio culo come te
Non ascolto nessuno, faccio il cazzo che mi pare
Se poi andrà tutto a fanculo, vi inviterò al funerale
Mamma, scusa, non riesco
Il futuro che io m'aspettavo e ti promettevo non era questo
Poi metterò la testa a posto, ma un giorno, non adesso
Perché sono a cazzo duro, c'hai un futuro o muori presto”.
Basta così, con qualche avvertenza. In una ricerca sui testi che si faceva sempre più noiosa (“Maledetta Primavera, che freddo c’era” al confronto è una rima da Nobel della letteratura) può essere che si sia confuso qualche testo e qualche autore. Ma è proprio questo il problema: la sequenza ininterrotta di “fanculismi” che accomuna gli annunciati protagonisti del “Love fest” cambiano troppo spesso soltanto i nomi.
Or dunque alle tante domande sullo spreco infinito di pubblico denaro alla San Vincenzo e sull’inquietudine della nobile causa solidale usata per silenziare le perplessità (ma si faranno i conti prima o poi), se ne aggiunge una. Una domanda rivolta, ancora, al governatore pop. Anzi, nemmeno è il caso di fare altre domande vane. Meglio un consiglio, una mini lettera aperta: “Caro Fugatti, vabbè che i giovani d’oggi hanno un futuro tanto bigio da escludere ogni accenno d’eleganza. Ma prima di osannare certa cultura più o meno giovanile provi a capire di che cosa sta parlando. O straparlando”.
Insomma, non si dice che l’anatomia sessuale dai suoni campionati, le gang, i “tiri” e il mandare tutti a quel paese non siano in linea con questo mondo marcio. Ma banalità per banalità la si smetta di bistrattare Jo Squillo. Il suo “Siamo donne, oltre alle gambe c’è di più” andrebbe per lo meno riabilitato.