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Arriva "Tut Gardol en Festa" e tornano (per la terza volta di seguito) i Rebel Rootz. Impossibile cambiare?

I Rebel sono bravi, capaci e vivaci però sembra assurdo che per il concertone dell'unica vera festa del paese (che attira migliaia di giovani) suonino sempre e soltanto loro. Le alternative esistono. La presidente della circoscrizione garantisce che il prossimo anno si cambierà, ma sarà vero?
DAL BLOG
Di Carmine Ragozzino - 18 luglio 2017

Giornalista, ha lavorato per Alto Adige, Gazzettino e Trentino

I Rebel Rootz dovrebbero cambiare nome. Potrebbero chiamarsi “I Prezzemolo”. Non c’è infatti festa - al chiuso o all’aperto - che non li veda protagonisti con il loro reggae in salsa trentina. A scanso di equivoci va detto che la band è brava: affiatamento, vivacità, carisma canterino, presa sul pubblico. E dunque ai Rebel non c’è nulla da imputare. I ragazzi fanno il loro onesto mestiere di musicisti. E il mestiere dei musicisti è anche, più di tutto, quello di aggiudicarsi quante più date possibili per le loro esibizioni.

 

Tuttavia i Rebel Rootz non sono l’unico gruppo in attività sotto le montagne. Lo sanno loro. Lo sanno tutti. Non sembra però saperlo – e se lo sa se ne frega - il Comitato delle Associazioni di Gardolo. E’ il coordinamento delle realtà di volontariato locale che organizza la benemerita “Tut Gardol en festa”.Ebbene, per il terzo anno consecutivo il Comitato in questione ha ingaggiato i Rebel Rootz per il concerto dal palco della piazza. E’ il concerto per così dire “clou” di una manifestazione che per tre giorni l’anno, (e solo per tre giorni l’anno), riempie il sobborgo quasi e a dismisura. “Tut Gardol”, infatti, rende visibile, e finalmente protagonista, una popolazione “fantasma”. E i giovani, a Gardolo, sono più fantasmi di tutti.

 

Sono tanti ma sono condannati alla migrazione intracittadina dal deserto delle attività aggregative non catalogate nell’associazionismo. I bar chiudono all’imbrunire: coprifuoco della socialità. Di pub non c’è traccia. Una gelateria “mignon” tira un po’ più tardi e va elogiata. Ma ha tre tavoli esterni: nulla più. Si dirà "e allora, che c’entra tutto questo con Tut Gardol?" Si dirà “il Comitato organizzatore avrà pur diritto di fare quel che gli pare”. Certo che si può dire. Ma forse è ancora lecito interrogarsi sul senso, (o meglio sul controsenso) delle scelte di tale Comitato. “Tut Gardol en festa” - vale la pena di ripetersi perché magari “repetita iuvant” - è un appuntamento che “semel in anno” resuscita un sobborgo disperatamente dormiente. Lo fa offrendo un animato girovagare musical-alimentare tra gli avvolti, i cortili e le viuzze del suo suggestivo centro storico. “Tut Gardol” è un richiamo all’intera città.

 

Una città che, infatti, accoglie l’invito. A frotte famigliari. A frotte giovanili. E così nei tre giorni della festa che mobilita e finanzia il volontariato del sobborgo non manca la folla. Non manca vita anche se trattasi di vita beffarda proprio per il fatto che evidenzia la contraddizione amara tra la tre/quattro giorni di benedetto “casino” e il resto dell’anno. Proprio per questo l’offerta - anche l’offerta di spettacolo - di “Tut Gardol” non può essere archiviata come “cosa loro”. Come affare – cioè – di chi organizza l’evento. Migliaia e migliaia di partecipanti alla festa, soprattutto migliaia di giovani, sono un’occasione ghiotta, ghiottissima, per chi fa musica. Per chi arranca nel trovare possibilità di suonare in pubblico e farsi conoscere. E infatti risulta che a proporsi agli organizzatori di “Tut Gardol” non siano soltanto i rasta-local Rebel Rootz. Ma tant’è.

 

Forse i Rebel hanno una capacità di autopromozione che non ha pari tra i loro colleghi suonatori. E sono un’infinità, spesso non inferiori per qualità e capacità ai “reggeattari” trentini. O forse c’è dell’altro – amicalità varie - che non né dato sapere. E che per la verità poco interessa. Quel che è certo è il fatto che rispetto ad altre proposte arrivate per tempo, il Comitato non solo ha fatto presuntuose spallucce ma nemmeno sembra essersi degnato di rispondere. Il che, come minimo, non è elegante. Al Comitato delle associazioni avranno pensato che è meglio “andare sul sicuro” con un gruppo di indubbio successo. Ma se l’ospite dopo tre giorni puzza può anche essere che un gruppo dopo tre edizioni di seguito non profumi di novità. Un peccato quello del Comitato, certo un peccato veniale, ma pur sempre un peccato: testimonia scarsa sensibilità, se non totale disinteresse, per le aspirazioni delle tante band che un palco e un contesto come quello di “Tut Gardol” lo sognano di giorno e di notte.

 

Non siamo ovviamente di fronte a nessun scandalo. Ma ad un poco di ridicolo sì. La neo presidente della Circoscrizione – Antonella Mosna – è apparsa anche lei perplessa rispetto alla terza replica. Si è subito premurata di rassicurare: “Il prossimo anno si cambierà di sicuro”. Fidarsi? Perché no. Ma vien da pensare, anche no, perché a Gardolo il Comitato delle associazioni è una cosa e la Circoscrizione è un’altra cosa. E dunque un piccolo, timido, suggerimento: trasparenza. Un bando, o qualcosa di simile, per i concerti più importanti di “Tut Gardol” affiché si sappia chi sceglie chi, perché, con quali spese e con quali criteri. Esagerati? Ma no, solo previdenti. I Rebel Rootz sono virgulti del “battere e del levare” pieni di energia. Ma se ce li ritrovassimo “nonni” sul palco di “Tut Gardol en festa” dovremmo cominciare a preoccuparci per la loro salute.

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