Ribelle quanto basta amo gli animali e in particolare i gatti. Inseguo sempre i miei sogni come quello di scrivere e da sempre racconto storie spesso e volentieri di mici e micie.
Intendiamoci, non è una costante scritta con il sangue, ma spesso succede. Di cosa sto parlando? Della croce e delizia della vita da single. Sono passati secoli da quando tra la fine del Settecento e l'inizio del Novecento si iniziò a diffondere tra le donne la volontà di riuscire ad ottenere gli stessi diritti di cui godevano gli uomini. Durante la Rivoluzione Francese, Madame de Keralis ha presentato all'Assemblea Rivoluzionaria il "Cahier de Doléances des femmes", che può essere considerato come la prima richiesta di riconoscimento dei diritti delle donne; e Olympe de Gouges ha pubblicato il romanzo "Le prince philosophe" che li rivendicava.
Ma per arrivare al suffragio universale si dovrà attendere il 1946 in Italia e questo la dice lunga. Lungi da me esacerbare il concetto ma se la vita da single, con prole ormai grande, nel caso mio, ha un sacco di vantaggi, libertà di nome e di fatto. niente calzini da lavare e un sacco di posto negli armadi, ha anche i suoi lati bui che sono il prezzo da pagare, come la solitudine e l'ostracon che spesso e volentieri viene dato dalle stesse donne. Mi spiego. Sono in vacanza nel posto del mio cuore la patria del mio papà, Monopoli, a cinquanta chilometri da Bari. Un luogo incantato dove la terra rossa e riarsa si coniuga perfettamente con il mare cristallino, e le spiagge, quest'anno insolitamente poco affollate si snodano fra scogli e sabbia lucente in un gioco di colori unico.
La brezza soffia lieve fra le case bianchissime del centro storico, ed il castello di Carlo quinto e piazza Vittorio Emanuele incantano nella loro unicità. Amministro la mia mini repubblica con una libertà assoluta, inconsueta per me, che di solito accudisco una figlia ventenne, meravigliosa ed eclettica, ma un pochino viziata, quattro gatte e un pappagallino Cico, il mio uomo di fiducia. Qui il tempo scorre lento, da spendere come più preferisco, fra giornate in spiaggia ad arrostirmi al sole (mi sento bellissima abbronzata) tuffi nel mare azzurro (non sono certo una Pellegrini ma me la cavo) e passeggiate fra le viuzze dense di negozietti, shopping selvaggio e quant'altro: una meraviglia. Non mi sembra vero di poter fare sempre e solo quanto più mi aggrada. Ovviamente c'è il rovescio della medaglia. Il tutto assolutamente e sempre da sola.
I miei zii sono confinati a casa con il covid e io spazio nella grande e freschissima casa che il mio adorato papà mi ha lasciato. Fresca perché era la vecchia cucina padronale nel seminterrato e a due passi dal centro, servita da tutto quello che posso desiderare. Ferma non riesco a stare, per definizione, e ieri dopo la notte in pullman e la giornata al mare, ho deciso di scendere in paese, al mare, sullo sfondo del porto e della Piccola Venezia, un palazzo bellissimo che si affaccia sulla passeggiata. Adoro cucinare, ma visto che sono a dieta e per me non cucino di sicuro, sto vivendo di espedienti: insalata, insalata e ancora insalata, impreziosita dalle mozzarelle pugliesi, che sono assolutamente "na poesia ". Ieri sera l'insalata ho deciso di mangiarla fatta, visto che mi permetto di essere pure un po' pigra. E cosa di meglio che gustarla in uno dei ristorantini vicino al castello, con il mare incantato dove luna si specchiava in un gioco squisito luci?
Niente. Mi sono preparata con dovizia, sono un narciso di nome e di fatto, ed immersa nel mio profumo, lo stesso di sempre, sono uscita per la mia serata. In primis, qui girare da sola scatena nelle persone una curiosità malsana ed evidente. Ma a questo sono avvezza con la mia adorata musica nelle orecchie ho gironzolato pigramente per le vie piene di gente, luci e colori. Finalmente sul lungomare ho trovato quello che pensavo facesse al caso mio. Menù interessante, sul lungomare e svariati posti. Perfetto. Mi sono avvicinata ed ho chiesto un tavolo al cameriere indaffarato questo mi ha squadrato e mi ha chiesto "quanti siete?" "Sola..", ho risposto.
È entrato, ha parlottato, è tornato e mi ha risposto: " Niente signora, mi dispiace". Ho indicato i tavoli vuoti e gli ho detto "Perché sono sola giusto?". Ha balbettato qualcosa imbarazzato mentre la sua faccia assumeva tutti i colori dell'iride. Gli ho girato le spalle e me ne sono andata. Che dire? Un misto di 'non spreco un tavolo per te' e 'che ci fa questa qui da sola', con evidente e malcelata compassione. Indubbiamente non è stato piacevole ma mi sono accorta che secoli e secoli di storia poco hanno insegnato alle persone. In aggiunta questa mattina dopo aver fatto il viaggio in autobus con una coppia, la consorte, una volta appurato che i nostri ombrelloni erano vicini ha fatto spostare il marito in grande fretta: sono una donna pericolosa.
Finché questi atteggiamenti continueranno, finché la solidarietà fra le stesse donne sarà così scarsa ed i pregiudizi così incalzanti, la strada verso la parità dei sessi è ancora una chimera. La società ci vede in coppia. Punto.
Ci sono persone che si sposano per un colpo di fulmine e altre che rimangono single per un colpo di genio.
(Peanuts)