Il dolore della famiglia di Andrea Papi è contro natura ma uccidere l'orsa non sarebbe altro che la volontà di dimostrare il nostro dominio sull'ambiente
Ribelle quanto basta amo gli animali e in particolare i gatti. Inseguo sempre i miei sogni come quello di scrivere e da sempre racconto storie spesso e volentieri di mici e micie.
Mi sono chiesta come avrei reagito se al posto di Andrea Papi ci fosse stata mia figlia. Questa domanda mi è nata spontanea visto che quanto è successo sta riempiendo pagine e voci da ogni dove.
Ieri ho letto del piccolo orsetto trovato morto nel bosco e ho saputo anche che il Tar ha bloccato l'abbattimento di Jj4. Due notizie in un certo qual modo legate tra loro.
Due riflessioni. Comprendo in modo assoluto e totale il dolore dei genitori di Andrea. E' contro natura che un figlio muoia prima dei genitori e in così giovane età, penso sia una delle cose più spaventose che possano accadere. Senza dubbio alcuno.
C'è chi dice che in fin dei conti è andato nel bosco e poteva sapere che era potenzialmente pericoloso. Non ho bisogno di questo per ciò che voglio dire. La natura è un mondo complesso, selvaggio, e per certi versi crudele e inesorabile. La legge della giungla, per così dire, domina sovrana nel mondo animale. Quante volte sono rimasta sconvolta davanti alle immagini cruente del possente leone che assale e divora la leggiadra gazzella?
Questo fa parte del ciclo della vita: i gatti, animali che adoro letteralmente sono crudeli talvolta ma per dirla tutta fanno il loro mestiere di gatti. Tutto questo è legato al ciclo della sopravvivenza, Mors tua, vita mea – La tua morte, la mia vita. Dalla notte dei tempi, agli albori della civiltà l'uomo si è inserito in questo vortice e ha dovuto uccidere a sua volta gli animali per mangiare, ma tutto ciò era oggettivamente legato al concetto stesso intrinseco del perdurare della specie, in senso stretto. Nello scorrere del tempo però si è perso questo concetto, e si è arrivati a Homo homini lupus e non solo.
La cattiveria delle specie umana nei confronti dei suoi stessi simili e di tutti gli esseri viventi non ha limite. Dove voglio arrivare? Non voglio fare facile demagogia, né in un senso né nell'altro. Perché la notizia del piccolo orso e di Jj4 sono legate? Perché anche se non è legato a lei presumibilmente, i suoi piccoli, ancora non abbastanza grandi per sopravvivere sono stati privati della loro mamma. E non hanno colpa se anni fa è stato deciso di ripopolare la specie degli orsi in Trentino, per poi non calcolarne le conseguenze, e che la loro mamma si sia difesa e soprattutto li abbia difesi nell'unico modo che conosce.
Non ne hanno colpa ma con tutta probabilità moriranno. Il concetto che sto cercando di elaborare, magari non vogliatemene in modo goffo e poco efficace, è che la violenza fine a se stessa, non risolve ed è un vortice perverso quanto esponenziale che genera altra violenza. Uccidere l'orsa colpevole non riporterebbe in vita Andrea, sarebbe l'ennesimo atto turpe che in sostanza non porta a nulla, se non la volontà di dimostrare il nostro dominio sulla natura, che di questo passo ci porterà a distruggere il pianeta in cui viviamo, con le conseguenze che possiamo presupporre. Null'altro.
L’amore per gli animali è intimamente associato con la bontà di carattere, e si può tranquillamente affermare che chi è crudele con gli animali non può essere un uomo buono (Arthur Schopenhauer).