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A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più

Sembra che la storia dell'umanità non sia ancora in grado di sviluppare gli anticorpi, presenti nello stesso Vangelo, contro la strumentalizzazione della religione. Fortunatamente, la buona novella dell'amore verso il prossimo e verso se stessi, resiste, gridando silenziosa ed incessante all'uomo
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Di Alessandro Anderle - 10 agosto 2019

Laureato in Filosofia e in Scienze Religiose. Insegno Pluralismo e dialogo fra le religioni,

Lc 12,32-48 [In quel tempo], Gesù disse ai suoi discepoli: «Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno. Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov'è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore. Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell'alba, li troverà così, beati loro! Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell'uomo».

 

Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l'amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: «Il mio padrone tarda a venire» e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l'aspetta e a un'ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più

 

Prosegue il viaggio di Gesù verso Gerusalemme con i suoi discepoli. Per via il Maestro viene a trovarsi sempre più solo, isolato: l'ostilità verso di lui cresce inesorabilmente fra la classe dirigente giudaica; fra chi lo seguiva cominciano le prime defezioni, delusi ed incapaci di trovare una chiave di lettura adeguata alla messianicità di Gesù stesso. In questo clima si colloca la narrazione letta in questa domenica.

 

Il discorso di Gesù qui riportato è incentrato sul tema, “tipico”, dell'attesa dell'avvento definitivo del Regno del Signore. Il tempo passa, ma l'atteggiamento del cristiano dovrebbe essere sempre lo stesso: vigile, pronto, come colui che attende la partenza per un viaggio, per il viaggio, senza conoscerne però con esattezza luogo, data ed ora. Essere sempre pronti, come i servi che devono aprire ad un padrone che rientra a notte fonda, come coloro che non accumulano ricchezza che appesantiscono e, paradossalmente, frenano il cammino. Avere fiducia nel Signore, come insegna la vicenda di Abramo, si concretizza nell'essere sempre in cammino, in movimento, e sempre pronto a ripartire, poiché quando credi di esserti fatto un'idea chiara di Dio, allora è il momento in cui Dio stesso te la fa cambiare. Questo cammino di fiducia, questa erranza verso il Regno è l'unico, vero, tesoro. Se così si sente, allora il proprio cuore sarà nella sua casa.

 

La domanda che pone Pietro a Gesù può sembrare provocatoria: alla sensibilità odierna sembra scontato che, essendo universale la salvezza offerta da Gesù – almeno per il cristiano – universale devono anche esserne le conseguenze. In realtà però Gesù da una risposta un pochino diversa: «Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche». È lo stesso Gesù a dire, con molto buon senso, che vi saranno “ricompense” diverse fra chi conosce il vangelo e chi no. A chi non ne è a conoscenza, questa ignoranza – e le opere derivanti – non sarà imputata. A coloro, invece, ai quali «fu affidato molto, sarà richiesto molto di più». Purtroppo, però, sembra che la storia dell'umanità non sia ancora in grado di sviluppare gli anticorpi, presenti nello stesso Vangelo, contro la strumentalizzazione della religione. Fortunatamente, la buona novella dell'amore verso il prossimo e verso se stessi, resiste, gridando silenziosa ed incessante all'uomo.

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