Contenuto sponsorizzato

Woody Allen e Andrej Zvjagincev, due grandi film sull'agghiacciante rapporto tra genitori e figli

Pur diversi entrambi i film (La ruota delle meraviglie e Loveless) indagano temi simili. L’umanità dei due registi in stili differenti ci fa pensare ai vecchi film di Chaplin, “Il monello”, per esempio, dove c’era l’amore per l’altro, per il bambino anche non tuo. Ora emerge il non amore
DAL BLOG
Di Alda Baglioni - 31 dicembre 2017

Appassionata di arte e cinema con Chaplin nel cuore

Non si vive senza amore. Due registi diversi per origine, formazione, stile, ci mostrano l’agghiacciante rapporto che i genitori hanno con i loro figli. Dagli Stati Uniti anni Cinquanta, alla Russia attuale, si svolge la tragedia esistenziale, di figli senza l’attenzione e l’affetto dovuto.

 

Woody Allen “La ruota delle meraviglie”, ambientato a Coney Island ha un inizio abbagliante. Un campo medio sulla spiaggia assolata. E poi continue inquadrature con luci calde avvolgenti, il luna park fa da location. La splendente fotografia di Vittorio Storaro, premio Oscar più volte con Bertolucci e Coppola, fa da protagonista nell’ultima fatica di Woody, il newyorkese per eccellenza che si cimenta in una storia ambientata in un Luna Park. Un cast d’eccezione: Kate Winslet, Jim Belushi, Justin Timberlake, Juno Temple ed il piccolo Jake Gore che promette bene.

 

Basta ambienti della borghesia di Manhattan o di città europee. Ora s’indaga su situazioni al limite della società. Un giostraio vedovo con una figlia che decide di sposare un mafioso. Il giostraio ex alcolizzato si risposa con un’attrice derelitta che ha alle spalle un fallimento familiare. Il figlio piccolo di lei, lasciato solo ama andare al cinema, non a scuola ed è piromane. Appicca fuochi ovunque. Ama le fiamme. La figlia di lui sparisce. In una messa in scena teatrale Kate Winslet - premio Oscar - sa come esprimere lo sconforto e come mettersi nei pasticci, innamorandosi del bagnino.

 

Nessuno è quello che vorrebbe essere, tutti fingono, devi fingere con te stesso per vivere, diranno. Anche il bagnino che in realtà vorrebbe diventare uno scrittore, si adegua alla realtà. Rimane il bambino solo con se stesso e con le sue pericolose manie. Il Luna Park è un pretesto per mostrare il rumore del divertimento effimero dove tutto può accadere. Un po’ lento il film utilizza per colonna sonora la musica jazz che caratterizza i film di Allen, la storia viene raccontata a piccoli flash dal bagnino. I dialoghi interpretati con professionalità si arricchiscono di frasi recitate con enfasi. Meglio fingere, mantenere il proprio ruolo e non fermarsi davanti a nulla. Nemmeno davanti ai problemi di un figlio piromane.

 

Il russo Andrej Zvjagincev con “Loveless” senza amore, vince il premio della Giuria a Cannes 2017 e si candida come miglior film straniero agli Oscar 2018. Il protagonista Alyosha, è un dodicenne che vive con i genitori in una casa dignitosa di un quartiere tranquillo in Russia, con attorno il bosco (che dà un tocco di poesia). Non è una convivenza facile perché i genitori si stanno separando nel modo peggiore. Si aggrediscono con parole offensive. Si odiano e vogliono mettere in un orfanotrofio il figlio. Lui lo scopre e scompare. La disattenzione della madre (anch’essa ha alle spalle una madre crudele) la porta a sapere della scomparsa di suo figlio, dalla telefonata della professoressa. E’ da due giorni che non viene a scuola. Partono le ricerche, non grazie alle istituzioni.

 

Il film ha una struttura circolare, i freddi ed affascinanti paesaggi innevati che ci accolgono all’inizio li ritroviamo alla fine, è passato un anno, una tragedia alle spalle non ha cambiato nulla nelle vite dei protagonisti. Il cellulare e l’indifferenza sono lo sfondo di ipocrisie e vite fasulle. Ambienti arredati da designers si contrappongono a luoghi abbandonati che cadono a pezzi. La colonna sonora di Evgeni Galperin, spigolosa ed agghiacciante entra nelle vene. Lo sguardo in macchina nel finale della madre ci proietta verso le scelte politiche russe, come le notizie in tv, una denuncia sull’indifferenza del sistema.

 

Un finale simile, nei due film, l’esperienza non insegna, si mantengono i propri ruoli, nulla cambia. Il patrigno del piromane pende dalle labbra della moglie che lo asseconda senza badare al figlio, il padre di Alyosha ha un altro figlio che tratterà con repulsione. L’umanità dei due registi in stili differenti ci fa pensare ai vecchi film di Chaplin, “Il monello”, per esempio, dove c’era l’amore per l’altro, per il bambino anche non tuo. Ora emerge il non amore. Ma quanto è importante per un figlio essere capito dai propri genitori? Le istituzioni hanno una funzione positiva? Come si salva una società collassata? Ognuno ha un ruolo importante per guarire la società? Siamo tutti coinvolti, come diceva De André? E allora cosa facciamo per risalire dal baratro esistenziale? Una famiglia senza etica può avere un futuro? I giovani che fine faranno in questo scenario disgregato?

 

Il periodo natalizio ci porta a fare scelte diverse, come il cinepanettone, che chiude il cervello, specialmente di alcuni registi italiani. Il cinema è altro e può con le immagini suscitare emozioni e svegliare le menti.

Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato
In evidenza
Ambiente
22 gennaio - 12:44
Pubblicato lo studio indipendente di Greenpeace Italia ''Acque Senza Veleni''. Livelli elevati si registrano in Lombardia (ad esempio in quasi [...]
Cronaca
22 gennaio - 11:19
I militari stanno cercando di ricostruire diversi aspetti dell'accaduto, compreso il movente dell'aggressione ai danni dello studente - lavoratore, [...]
Cronaca
22 gennaio - 11:10
Giorgio Del Zoppo (per tutti 'Gufo') è stato trovato a letto esanime dopo esser stato stroncato, a soli 55 anni, da un malore
Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato