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Un momento magico per il cinema italiano. Ne “La Chimera" emerge un mondo sotterraneo

DAL BLOG
Di Alda Baglioni - 22 dicembre 2023

Appassionata di arte e cinema con Chaplin nel cuore

Momento magico per le sale cinematografiche italiane. Dopo il record d’incassi di Paola Cortellesi con “C’è ancora domani”, anche Matteo Garrone, Leone d’Argento a Venezia80 con “Io Capitano” - l’Odissea di due ragazzi senegalesi - è stato molto apprezzato dal pubblico italiano e parteciperà alla querelle degli Oscar hollywoodiani.

 

Molto conosciuta all’estero Alice Rohrwacher, a Cannes la regista è di casa, anzi ha debuttato con “Corpo celeste” nel 2011.

 

Con “Le meraviglie” riceve il Grand Prix Speciale della Giuria nel 2014 e “Lazzaro Felice” riceve il Prix du scenario come miglior sceneggiatura in ex adequo con Jafar PanahiTre volti”.

 

Nel 2023 Rohrwacher porta in concorso sempre a Cannes “La chimera”, produzione da Rai Cinema.

 

La vita di campagna è una realtà a lei cara. I suoi film trasmettono il suo vissuto, è nata a Fiesole, sopra Firenze, quarantuno anni fa. Siamo negli anni Ottanta e i protagonisti sono i tombaroli seguaci opportunisti di un archeologo britannico che percepisce il vuoto dei sotterranei, luoghi sacri della civiltà etrusca; siamo in Tuscia, un territorio ricco di corredi funebri nascosti nel sottosuolo ed avvolti nel mistero.

 

Questo dono che Arthur (Josh O’ Connor) possiede, viene manipolato da  imbroglioni senza scrupoli, nei traffici clandestini di opere d’arte. Un universo sotterraneo in cui Alice si ritrova, cresciuta proprio in quei luoghi tra Alto Lazio e Umbria.

 

Arthur poi, ha perso il suo grande amore Beniamina, figlia di Flora (Isabella Rossellini). Nel cast c’è anche la sorella della regista, l’attrice Alba Rohrwacher.

 

Tutto al femminile le collaboratrici, la direttrice della fotografia Helene Louvart, la montatrice Nelly Quettier, la scenografa Emita Frigato, la costumista Loredana Buscemi e l’acting coach Tatiana Lepore.

 

Ma interessante è come viene sviluppata la storia drammatica. L’inquadratura a volte viene ribaltata, la pellicola fotografica ha tre formati 35 mm, Super16mm e 16mm. Come una cinepresa amatoriale, perché ognuno si possa rivedere in quelle inquadrature che assomigliano ad immagini ritrovate.

 

La chimera è l’utopia, il sogno anche spaventoso, è una statua etrusca senza testa dal valore inestimabile.

 

“La chimera”, destinato alle sale cinematografiche, è stato proiettato per una sola volta, nella serata del 20 dicembre, a Lavis. A Trento si privilegia il cinema d’evasione e le sale sono poco definite. Per restare sull’argomento Cineworld ha lanciato una petizione: "Non chiudete il cinema Roma!".

 

La sala è minacciata da una possibile chiusura in quanto la proprietà ha disdetto il contratto d’affitto e i nuovi acquirenti pare abbiano altri progetti sull’immobile. Una storia che si ripete.

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