Fenomeno ''Barbie'', tutto sold out per un film che è già un cult e non delude le aspettative
Appassionata di arte e cinema con Chaplin nel cuore
Chi l’ha detto che la sala cinematografica sta morendo. A Trento, da quando è uscito il film “Barbie” le proiezioni sono sold out. Dai quattro anni in su, orde di bambine accompagnate da mamme o nonne, oppure ragazzine in gruppo, riempiono le sale. Mai visto un film distribuito in piena estate (in Italia il 20 luglio) fare in pochi giorni quasi sei milioni di incassi, in Italia, al primo posto nel botteghino statunitense con quasi 200 milioni nel solo week end.
Su eBay ci sono Barbie in vendita a 100.000 dollari, per un collezionismo sfrenato. Un giocattolo che ha accompagnato generazioni di bambine dagli anni Sessanta ai giorni nostri. Barbiecore, la moda rosa, ha milioni di visualizzazioni anche su Tik Tok. Dopo un’agguerrita campagna marketing pre- lancio (Mattel in testa) il film, montato egregiamente (Nick Houy), apre con la scena che introduce la storia del giocattolo riportandoci a “2001 Odissea nello spazio”, del fenomenale Stanley Kubrick.
La bambina per liberarsi dal ruolo di mamma distrugge il bambolotto, sbattendolo brutalmente a terra e gioca con l’affascinante Barbie, Dottoressa, Premio Nobel per la Fisica, Astronauta. Nel film è presente anche Barbie Strana. La bambola più venduta al mondo è interpretata da due attori sex symbol: la bellissima australiana Margot Robbie (interprete di “Tonya”) ed il disinvolto quarantenne inglese Ryan Gosling (indimenticabile in “La La Land”) in versione biondo platino.
La vita a Barbieland, (ci riporta a “Il mago di Oz”) trascorre all’insegna del felice potere rosa femminile, fino a quando Barbie non inizia a cambiare, i piedi diventano piatti, i suoi discorsi parlano di morte. La storia si trasforma in una sorta di “Truman show”, la favolosa vita a Barbieland viene ribaltata. Barbie con la Cabrio Glamour decide di conoscere il mondo reale e la bambina che le ha trasmesso i cattivi pensieri. Una scena doveva essere tagliata, quando Barbie nel mondo reale incontra una donna anziana seduta su una panchina e le dice che è bellissima. “Amo molto quella scena. E la donna anziana sulla panchina è la costumista Ann Roth. E’ una leggenda”, dice la regista del film, la californiana Greta Gerwig.
Dopo “Lady Bird” e “Piccole donne”, la regista/attrice dall’approccio femminista (la sceneggiatura l'ha curata con Noah Baumbach) ha stravolto la figura dell’icona pop, per trasmettere la ribellione al patriarcato. Barbie, con un completo aderentissimo rosa shocking per le strade di Los Angeles con Ken, è oggetto di commenti e viene toccata da un uomo. Lei non si lascia intimidire e reagisce sferrando un pugno inaspettato. Da qui il film si capovolge verso la presa di coscienza. Barbie è nata dalla fantasia di Ruth Handler nel 1959, il nome è quello della figlia Barbara che giocava negli anni Cinquanta con le immagini delle attrici ritagliate dai giornali.
L’emblema del XXI secolo, nel film abbandona il tacco 12 scegliendo il sandalo Birkenstock, la bambola è fuori controllo. I 114 minuti stanno finendo, i titoli di coda avanzano, ma le ragazzine in sala, sono già in piedi, tra cumuli di popcorn abbandonati sui sedili e per terra, alcune ragazze li fotografano. Solidarietà al personale di sala del cinema. Ognuno può essere ciò che vuole senza limiti? La strada per l’indipendenza è lunga ed intricata. Ma il target lo ha capito? Intanto Mattel sta già lanciando una linea di bambine ispirate ai personaggi del film.