"Ella e John", il film di Paolo Virzì 'on the road'. All'Astra
Appassionata di arte e cinema con Chaplin nel cuore
Colonna sonora rigorosamente anni ‘70. Carol King all’inizio e Janis Joplin alla fine, due donne ci cantano l’atmosfera di un periodo, per introdurre i protagonisti, due settantenni in fuga. Dai figli, dalla società, dai vicini, dai doveri, dalla malattia.
Non hanno nulla da perdere, e lei lo dirà. Vogliono riprendersi la loro vita, la loro autonomia, la libertà di scegliere. Temi universali che sono l’emblema della terza età.
Il regista Paolo Virzì, famoso in Italia per saper raccontare storie estreme con sentimento muovendo emozioni, come ne “La pazza gioia”, dopo sedici anni (My name is Tanino), ritorna negli States.
La scelta di due attori autorevoli, stranieri pluripremiati, la dice lunga. Il film viene presentato alla Mostra del cinema di Venezia 74, ignorato però nei premi. Anzi criticato dagli americani. Perché la storia si svolge nel 2016, in piena campagna elettorale americana e nel film si accenna vagamente all’uragano Trump.
I due attori, canadese Donald Sutherland, inglese Helen Mirren, hanno un carisma acquisito. Perché per rimuovere gli italiani dal comodo salotto e scegliere il cinema dopo le abbuffate dei cinepanettoni si deve ricorrere ad attori fuori confine?
Tutto esaurito l’altra sera per l’anteprima trentina.
Anche Virzì dice: “Sono due giganti, due geni che qualunque cosa dicessero prendeva la grazia della poesia. E questo mi ha permesso di fare un passo indietro e godermi lo spettacolo”. Le statistiche dicono che l’affluenza nelle sale per i film italiani è calata in modo notevole.
La gente se li vede a casa i film italiani, anche perché sono televisivi. Sono telenovelle che si esauriscono in una puntata. Sono le sceneggiature che non reggono o sono gli attori che non sono credibili?
Gli attori italiani che vogliono cimentarsi anche nella regia pensando di avere tutto sotto controllo si dimostrano poco credibili? Fare l’attore è una professione che richiede una devozione magari anche nei confronti dei registi, pensiamo a Marcello Mastroianni e Federico Fellini, ad Anna Magnani e Roberto Rossellini.
Sono altri tempi, i generi si mescolano, le trame confondono i fatti ed i fatti modificano le sceneggiature come nell’ultimo Riddley Scott “Tutti i soldi del mondo”, ma lì la brava Michelle Williams sa come muoversi.
Sempre attori non italiani, ora sembra che l’Italia all’estero ci vada solo con i ricercatori. Il cinema è bloccato in patria, le radici rinsecchite in storie italiane di conflitti esistenziali o famigliari. Meno male che c’è Sorrentino, capace di spiccare il volo della fantasia.
Intanto Virzì ci propone un film (storia tratta da un libro) con un finale coerente e gioca con il dolce e l’amaro, con la risata ed il dramma, mostrando primissimi piani dei volti vecchi e malati di Ella e di John.
Si scoprono tra loro, fatti di vita celati, si ricordano eventi importanti nel viaggio sulla East Coast degli States per raggiungere Key West, on the road, nel camper mitico anni ‘70, soprannominato “The leisure seeker” il cercatore di piacere.
Bella l’idea delle diapositive sui loro momenti felici proiettate nei camping, si fermano vecchi e giovani a guardare. Sembra tutto lontano anni luce, nell’età delle ricerche ipertecnologiche, si guarda indietro di mezzo secolo per tornare a parlare di amore eterno con le frasi di James Joyce.
Un viaggio verso la casa del grande scrittore a Key West (grande delusione per come viene gestita la casa), per esaltare l’eternità dell’arte della letteratura. Ernest Hemingway con le sue parole recitate perfettamente da John (citazioni da “Il vecchio e il mare”) a vincere sull’alzheimer per scandire la dignità di un vecchio professore universitario.
Da segnalare un egregio doppiaggio. Al cinema Astra di Trento, è consigliabile prenotare.