Appassionata di arte e cinema con Chaplin nel cuore
L’Arte Contemporanea a Trento è fuori dai Musei. In tre luoghi differenti tre artisti espongono le loro ricerche grazie ad una famiglia sempre attenta al mondo dell’Arte Contemporanea. All’insegna dell’ Arte, Giordano, Patrizia, i figli Davide e Virginia Raffaelli pronti a proporre giovani talenti per aprirsi all’ arte contemporanea tra Milano e New York. Partiamo da “Waiting Game” la mostra di Izzi Barber allo Studio d’Arte Raffaelli, nello storico Palazzo Wolkenstein, in via Marchetti 17.
La giovane newyorkese lavora negli Stati Uniti, ritrae dal vero la realtà, in una spiaggia, nei drive-in, sui mezzi pubblici, vite dipinte in piccole dimensioni. Per potersi muovere con disinvoltura, Izzy porta con se’ un carrello con gli attrezzi da lavoro. Un neoimpressionismo in piccole dimensioni che fa pensare anche alle scene indimenticabili fissate dal pittore Edward Hopper. Gli Stati Uniti si confrontano con Trento; i grandi spazi dei paesaggi e dei luoghi americani si stringono, nel quotidiano, per mettere in rilievo la semplicità, ma anche l’ambiguità dell’immagine. Per eliminare la distanza tra sé e l’oggetto di studio e stare sempre sul pezzo.
Verità e realtà nei momenti di svago, al bar, al drive-in, sull’autobus, sulla metropolitana, a Time Square, in New Mexico. Dipinti ad olio ed acquarelli con giochi di matite colorate, per fermare il tempo come “Times Square Bag Seller”. La mostra è arricchita da un video che espone il modo di lavorare della giovane artista. Dal centro di Trento si passa al quartiere popolare San Martino, un luogo diventato punto di riferimento giornaliero e notturno per i divertimenti e per la cultura, grazie ai locali affollati, alle librerie ed alle gallerie d’arte dei Raffaelli, curate da Davide, Virginia fa “il jolly” fra le gallerie (lo dice lei).
E’ Cellar Contemporary in via San Martino 52 e, nella stessa via, il “magazzino”, con la volta a botte che suscita atmosfere antiche. Nei due luoghi due artisti, Erik Foss e SOLOMOSTRY dialogano fra loro in “Snakes and Shapes”. Due diversi personaggi, uno americano Foss, l’altro milanese SOLOMOSTRY. I serpenti sono i soggetti di Foss, dipinti con l’aerografo, site specific, interventi in un preciso luogo che interagiscono con l’ambiente. Pitture all’acqua e market su tavola sagomata e intelaiata come in “Little Tail”, o tecnica mista su carta in “ Sussurrano i giganti”. L’interesse dell’artista si rivolge agli operai ed ai salariati odierni, in una Post-Pop Art tra astratto e figurativo, tra cobra all’attacco e morbide linee sfumate. Tante cose in comune con l’artista milanese, anche la passione per la musica d’avanguardia underground.
SOLOMOSTRY con la linea piatta, senza sfumature, vuole creare forme che nascondono mostri come in “Dinamici I- IX “ acrilico su carta. Una sorta di Keith Haring con vigili sguardi tra le linee marcatamente nere. Un gioco di rette definite dal cerchio, trasformandosi in un soffice e confortevole tappeto di lana “Blu carpet”. Vasi, modelli mitici, richiami del passato come anfore greche. Geometrie d’intrecci con colori vivaci dove i mostri della mente si confondono nelle notti, nei locali con serate techno a Milano, a New York. Spazi contemporanei, per fare cultura a Trento, un confronto internazionale da non perdere.
Le mostre saranno aperte fino al 7 dicembre 2023
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