Una proposta talentuosa, che omaggia la forza e i legami mitologici del territorio: Maso Martis lancia 10 mila bottiglie di Mademoiselle
Cercherò di stuzzicare curiosità e piacevolezze. Lasciando sempre spazio nel bicchiere alla fantasia
La grazia e la forza trasferite in un vino brioso, sintesi di dedizione vitivinicola, rispetto dell’habitat dove maturano le uve, ma pure il fascino della naturale gentilezza delle donne. Perché il nuovo TrentoDoc di Maso Martis gioca sulla triangolazione dedicata ai loro migliori spumanti: da Madame a Monsieur e ora - con il Nature - un vino che si potrebbe definire Mademoiselle. Rafforzativo doveroso, in quanto l’azienda fondata negli Anni '90 da Antonio Stelzer e da sua moglie Roberta Giuriali da qualche stagione è strategicamente nelle mani delle loro due figlie, Alessandra e Maddalena.
Due appunto ’Mademoiselle’. Giovani spumantiste decise a rilanciare le strategie produttive della loro famiglia che ha trasformato il versante solatio del monte Calisio, proprio sopra Trento, in un areale viticolo che omaggia la forza e i legami mitologici con il dio Marte. Sito vocato, rafforzato dall’esposizione, ingentilito proprio con le cure degli Stelzer.
Per capirlo basta sorseggiare questo Brut Nature, spumante lezioso, chiarissimo nella sua voluttuosa lucentezza, raffinato nella spuma, con timbri immediati di salvia, curiosamente agrumato e con l’inconfondibile richiamo alle mele d’altura, sia al naso che nel sorso, posato solo nell’impatto, nel subitaneo istante che libera grinta raffinata, suadente quanto irrequieto.
Spumante classico talentuoso, in piena armonia con lo stile dei più autorevoli TrentoDoc. Recupera tutto l’agone dello Chardonnay, le cure vendemmiali, la pazienza della rinascita del vino in bottiglia. Nature, in quanto privo di ogni ‘ritocco’ zuccherino, per mantenerlo nella grazia originaria e dunque renderlo inconfondibile.
Mademoiselle Martis, insomma, che esordisce in appena 10 mila esemplari, destinati ai consumatori che vogliono essere in qualche modo anche dei ‘consum-attori’, interpretando il fascinoso gioco del piacere che scaturisce dal sorseggiare un calice di vino brioso.