Semplicità e tradizione nel solco di quel genio di Giorgio Grai: Robert Wieser rinnova lo Stadt Hotel Città e il risultato è tutto da gustare
Cercherò di stuzzicare curiosità e piacevolezze. Lasciando sempre spazio nel bicchiere alla fantasia
Gli echi del recente Merano Wine Festival non sono ancora sopiti. Tra riscontri sensoriali di memorabili degustazioni - come quelle allestite da Liber Wine nel fascinoso Castello Principesco con 4 vini iconici toscani - e un’interminabile sequenza di citazioni legate alle affollatissime presenze meranesi, è doveroso ricordare una figura fondamentale del vino sudtirolese: Giorgio Grai. Un wine maker - o per dirla alla sua maniera: un costruttore di vini - mancato nell’autunno del 2019 alla soglia dei 90 anni.
Per onorare il ricordo del personaggio ritenuto ‘il palato sopraffino tra i cultori del vino’, è stata organizzata una cena, simposio sincero, caloroso, decisamente conviviale, senza ricorrere a roboanti scenografie o altezzose preparazioni culinarie. E’ la cena opportunamente elaborata da Robert Wieser, notissimo ristoratore sudtirolese, da qualche mese direttore del rinnovato Stadt Hotel Città, storico quanto fascinoso albergo nel cuore di Bolzano. Dove il cibo riesce a coniugare il meglio della tradizione gastronomica oltre l’accoglienza, l’affabile professionalità e altrettanta competenza culinaria.
Negli spazi riservati al cibo, ampie sale a pochi passi dalla piazza centrale ora occupata dai celebri Mercatini di Natale, Robert Wieser ha impostato una cucina lineare quanto emozionante. Partendo proprio dagli insegnamenti di quel genio di Giorgio Grai. Lui amava stupire scommettendo sull’esclusività della semplicità. Schiettezza e altrettanta dedizione nelle preparazioni. Ecco allora che sui tavoli dei commensali - in abbinamento a due strabilianti vini elaborati da Grai: Pinot Bianco 2018 e un Pinot Nero 2015 - sono state servite pietanze della consuetudine bolzanina. Dai Maltagliati stile tirolese - bilanciati e in sintonia con il vino - per poi passare al piatto portante: Bollito misto con le sue salse. Altrettanto in simbiosi con il Pinot nero ‘graiano’.
Due piatti, in attesa del dessert - mele con gelato alle castagne - che dimostrano come il cibo apparentemente più semplice riesca a suscitare emozioni sopraffine. Quelle che Al Città vengono stimolate con menù proposti a prezzi contemporaneamente ‘pop &top’, senza mai debordare su prezzi stellari. Cucina diretta dallo chef Simon Galvagni, la sala da Davide De Franco, con una cantina che spazia tra oltre 300 etichette di vini, tutti accortamente selezionate dallo staff dell’esperto Wieser.
Una serata per attingere all’enclave della memoria gli aggettivi più sinceri, per rilanciare sensazioni sopite, cercando di spiegare associazioni di sapori e sinestesie. Perché si degusta per capire, come richiama etimologia, per conoscere il gustus. Su questo Giorgio Grai era un Maestro. Insegnamenti - e stimoli - ora nuovamente rilanciati da un simposio enogastronomico come quello imbastito da Robert Wieser all’interno del Al Città di Bolzano. Che vuole essere il gastronomico ‘posto della città’.