Massimo Azzolini: l'enoico giramondo e lo spumante classico 'brasileiro' (ma con impronta dolomitica)
Cercherò di stuzzicare curiosità e piacevolezze. Lasciando sempre spazio nel bicchiere alla fantasia
Con 150 anni di storia alle spalle la Scuola agraria di San Michele all’Adige ha formato migliaia di enotecnici e una schiera di enologi che hanno scandito - e continuano a farlo - l’evoluzione del vino, non solo quello italiano. Tra i wine maker più influenti ecco Massimo Azzolini, trentino DOC, originario di Ala e volutamente un ‘enoico giramondo’. Da qualche tempo è impegnato anche in Brasile: dove applicherà la sua ultratrentennale esperienza nelle ‘bollicine’ per produrre uno spumante classico decisamente brasileiro, ma con l’impronta dolomitica.
Il Trento DOC come modello e una tecnica di cantina che non bada alle radicali condizioni geografiche: amalgama metodi e stile produttivo trentini con quelli di una enorme azienda agricola del Rio Grando do Sul. Una proprietà terriera enorme, vicino alla città di Encruzilhada, tra Uruguay e Argentina, nel sud del Brasile. Territorio vocato alla coltura dell’olivo - l’azienda Sabia è leader nella produzione di EVO - e con una spiccata vocazione alla vite. Chardonnay e Pinot nero, le due varietà indispensabili per ottenere ‘vini mossi’ con suadenti bollicine.
Massimo Azzolini è stato chiamato proprio per una sfida spumantistica tutta da costruire, assolutamente affascinante. Del resto l’enologo trentino è da tanti anni ritenuto uno dei massimi tecnici delle ‘presa di spuma’ e successiva lenta rifermentazione in bottiglia del vino mirato allo spumante. Per capire la bravura di Azzolini basta scorrere - solo per qualche minuto - qualsiasi sito legato al buon bere. Vanta autorevoli consulenze con aziende che spaziano dal Trentino al Piemonte, ma anche in Emilia Romagna, Franciacorta, pure in Bulgaria e - da poco - nel lontano Brasile.
Ho progettato vigneti per ottenere spumanti di rango. Esperienze variegate, tra le colline gardesane (Madonna delle Vittorie) e sulle alture di Tenno (la micro Bionatura di Stefano Bailoni) per poi cimentarsi nell’impresa manageriale legata al Dolomis, un Trentodoc emergente. Altrettanto in gran spolvero le bollicine di Maso Salim, azienda dei Bortolotti, impresari edili di Drena - con una cantina spettacolare sulla collina che guarda il Garda - e pure nel progetto della famiglia nobiliare marchigiana Conti Degli Azzoni, proprietari di una tenuta acquisita in val di Non, a Coredo, dove elaborano una serie di spumanti col marchio Le Vide, definizione che nel dialetto noneso significa ‘le viti’.
E ancora, rimanendo in Trentino: una curatissima proprietà sulle pendici lagarine di Ala, acquistata proprio da questo istrionico enologo, per abbinare al nome Massimo Azzolini pure il rafforzativo ‘vignaiolo’. In questa sua cantina ‘sbocca’ uno spumante col marchio Camarani, poche migliaia di bottiglie subito riservate dai ‘wine lovers’ più curiosi.
Ma non finisce qui la variegata attività di questo interprete del buon vino.
Collabora con aziende piemontesi della zona Gavi, nonché in Franciacorta (Barisei spumanti) senza tralasciare l’impegno nella rinomatissima Cantina della Volta, bollicine d’autore della famiglia Bellei. Estero non è solo Brasile. E’ consulente di Neragora, importante cantina vitivinicola bulgara. Insomma, attivismo verdeoro, dove vivono molti discendenti di coloro che in particolar modo dal Triveneto partirono alla ricerca di fortuna. È come una storia che non si è mai interrotta - risponde Massimo Azzolini - e le origini non si cancellano: c'è ancora grande amore per l'Italia e tutto ciò che proviene dal Belpaese. Brindando a sicuri successi.