I vini cembrani rilanciano sogni, miti e anche forme d’arte: i lavori di Marco Arman in esposizione nella suggestiva Cantina Zanotelli
Cercherò di stuzzicare curiosità e piacevolezze. Lasciando sempre spazio nel bicchiere alla fantasia
Verticali in tutto, talmente ardui da essere davvero mitici. Sono i vini della Valle di Cembra, protagonisti della kermesse "Dolo-Vini-Miti", rassegna ancora aperta indipendentemente dalle date del calendario. Perché i vini cembrani rilanciano sogni, miti e pure forme d’arte: come quella di Marco Arman, in esposizione nella suggestiva Cantina Zanotelli di Cembra.
Una mostra enoica, in sintonia con le peculiarità vitivinicole della valle. Tra ricordi nostalgici e una pittura dove natura e astrazione si fondono in piena sintonia. Per capirlo basta fare attenzione al titolo della mostra: "No se vede pu pali vini nei campi, ma fermi en riga". Una constatazione a supporto di un modo d’interpretare il paesaggio dolomitico dove alligna la vite.
Marco Arman conosce molto bene la sua terra. E’ nato a Lisignago dove tuttora vive e lavora. Ha pienamente compreso il significato di lambicar, definizione cembrana con duplice valenza, vale a dire faticare nei campi terrazzati, tra i 708 chilometri di muri a secco che sorreggono i filari delle viti. Ma anche quel lambicar che significa distillare, l’arte dell’alambicco, il vanto distillatorio di una zona dove la grappa è il peccato alchemico più popolare, condivisibile, stimolatore di convivialità.
Arte viticola, arte pittorica. Tra le botti (barriques) della Cantina Zanotelli Marco Arman espone una dozzina di suoi lavori, tutti intrecciati ad una pianta altrettanto sinonimo di vita. Legami, con sincronico spostamento d’accenti: sulla ‘a’ e poi rafforzando la fonetica sulla ‘e’, per una duplice coinvolgimento, ambientale, artistico, pure spirituale.
Lo sottolinea Nicoletta Tamanini, curatrice trentina d’ importanti esposizioni d’arte, nelle note che accompagnano l’esposizione di Cantina Zanotelli allestita come Mostra espositiva. "Cicli pittorici dedicati agli alberi, veri monumenti della Natura, opere di grandi dimensioni, Marco Arman con uno sguardo attento e curioso che in mezzo secolo di pittura in originali dipinti spesso al limite dell’astrazione, rendono protagonisti i dettagli dell’aspro quanto suggestivo territorio della Valle di Cembra".
E ancora. "Una tenacia, una resistenza, un’operosità espressa dalla Natura ma peculiare anche alle genti nate nei territori di montagna", tra i baluardi di una cultura vitivinicola davvero mitica, con le Dolomiti a protezione di un habitat che nulla concede al caso, alla banalità. Proprio come nelle opere di Arman, dove il divino può sinceramente essere inteso come ‘di vino’, tra cromie delicate, schegge precise, tracce di filari vitati che scandiscono il ritmo del territorio ed evocano la felicità, la gioia di un calice di vino. Da assaporare in simbiosi con l’areale dove la vite matura l’uva, la mano del vignaiolo che la raccoglie per trasformarla in nettare alcolico, beneaugurante.
Marco Arman padroneggia in queste pratiche rurali dedicate alla vite. Lo fa con cipiglio quasi spensierato, lasciandosi trasportare dalla semplice voglia di fermare sulla tela l’anima, lo spirito stesso della sua natia valle. "Un linguaggio artistico - come ribadisce Nicoletta Tamanini - in stile minimalista, quasi anticonvenzionale, tra indubbia forza, tra pathos e una raffinata poesia visiva, immediatamente riconoscibile con un linguaggio artistico della contemporaneità". Mostra enoica dunque, occasione per proseguire le sensazioni di Dolo-Vini-Miti. Aperta fino Natale alla Cantina Zonotelli in viale IV Novembre 52 a Cembra.