I 70 anni di Mario Pojer e Peter Dipoli, un viaggio tra storie e ricordi del vino sulle Dolomiti e la solidarietà con i "Medici dell'Alto Adige per il mondo"
Cercherò di stuzzicare curiosità e piacevolezze. Lasciando sempre spazio nel bicchiere alla fantasia
Il gioco fonetico dedicato ad un compleanno vinoso, la voglia di ritrovarsi per condividere tanti ricordi di vitienologia e altrettanti sorsi di piacevolezza. Giocando appunto sulla ricorrenza: i 70 anni di Mario Pojer e Peter Dipoli, due autorevoli personaggi del vino dolomitico. Indiscutibilmente protagonisti dell’evoluzione del buon bere.
Due amici, compagni di classe all’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, diplomati nel 1974, il centesimo corso della storica scuola. Data evocativa anche in questo 2024: l’Istituto Edumnd Mach festeggia i suoi 150 anni, gli studenti del 100esimo corso il loro 50esimo dal diploma.
Centesimo corso che ha sfornato una schiera di enotecnici che diventeranno protagonisti della ‘nouvelle vague’ del vino. Vignaioli come Domenico Pedrini della Pravis, i Zeni di Grumo, enoimprenditori come il friulano Silvio Jermann, professori di enologia prestigiosi, Salvatore Maule su tutti, solo per elencare i più in vista, senza tralasciare quanti hanno scelto l’impegno nel florovivaismo o nella gestione di pregiate aziende vitivinicole.
Mario Pojer con l’amico Fiorentino Sandri ha fondato a Faedo una delle cantine più innovative, fucina d’idee, impegnata sul fronte della sostenibilità viticola, sulla valorizzazione di viti coltivate senza fitofarmaci, su come rendere esclusivo ogni componente dell’uva, anzitutto i vino, poi la grappa e pure l’aceto.
Peter Dipoli coltiva i suoi vigneti sulle ripide pendici di Cortaccia, vinifica ad Egna, ma assieme ai suoi vini propone - e distribuisce in ristoranti e alberghi di pregio - una sterminata quanto mirata selezione di etichette, praticamente i migliori vini in commercio, non solo italiani.
Torniamo alla festa dei due amici, Mario e Peter, i loro 70. Date evocative. Che l’altro giorno alla Cantina Martinelli di Mezzocorona hanno riunito compagni di scuola e una variegata congrega di protagonisti del vino, non solo regionale.
Interpreti friulani, toscani, piemontesi, veneti, umbri e ovviamente trentini e altoatesini. In un mix di generazioni impegnate nella produzione vinosa più avanzata. Giocando - perché di questo s’è trattato - anche sul modo di gustare il vino e rendere memorabile la data, il significato di bere per capire, il vino come strumento di convivialità.
Partiamo dal compleanno. 70 si può benissimo leggere e pronunciare ‘se tanta’. Indubbiamente per una questione goliardica, senza minare la giusta bramosia legata al vino. Che per l’occasione certo non è mancato.
Così tra una serie di mirati assaggi conviviali - tra una schiera di bottiglie rigorosamente in formato magnum - è andata in scena una gioviale degustazione. I top dei top, sia quelli da uve bianche come i poderosi vini da bacca rossa.
Confronti e pensieri, tra aneddoti e una sequenza culinaria d’alto profilo - il cibo è stato mirabilmente preparato dalla brigata di cucina del Zum Loewen, blasonato ristorante di Tesimo - tra sottofondo musicale, nella fascinosa scenografia della storica cantina incastonata ai piedi del leggendario castello abitato dal drago, mitologico fautore del vino Teroldego.
Tra un sorso e l’altro l’aspetto più sincero di una festa vinosa. Mario e Peter non hanno chiesto regali, ma un contributo a ‘Medici Alto Adige per il mondo’ impegnati nella realizzazione di un pozzo nell’ospedale di Atat, in Etiopia. Euforia e solidarietà.
Rievocando pure storie di osteria, pure aneddoti filosofici che rimandano a studi classici. Il significato, ad esempio, di ‘syn posis’, il concetto di ‘symposio’, il ‘bere insieme’, concetto greco sviluppato da Platone. Citazione colta, si potrebbe dire, decisamente più complicata delle citazioni vinose che venivano ostentate su qualche osteria periferica del Trentino. Dove una sequenza di numeri - al pari del già citato 70 ovvero ‘se tanta’ - si scriveva 77hai22. Vale a dire (e pronunciare): se tanta sete hai…vin ti do’.