Ecco "Tal", un vino top della Cantina Bolzano per rilanciare sensazioni, narrare la complessità di sfumature di un territorio e le intuizioni dell'Alto Adige
Cercherò di stuzzicare curiosità e piacevolezze. Lasciando sempre spazio nel bicchiere alla fantasia
Il vino rende Merano città enoica, meta di schiere di cultori del buon bere, tra preziose degustazioni e una miriade di occasioni vinarie che coinvolgono anzitutto le cantine limitrofe nel Passirio. Ad ogni edizione del Merano Wine Festival si scoprono novità, tra conferme e ulteriori progetti produttivi, per un ‘fuori festival’ decisamente intrigante. La novità assoluta sono i due vini di Cantina Bolzano, un bianco suadente e un rosso portentoso.
Hanno un nome che sembra una sigla: "Tal". Tre lettere per rilanciare sensazioni, narrare la complessità di sfumature di un territorio e le altrettante intuizioni che l’Alto Adige riesce a mettere in una bottiglia di vino e quindi nel bicchiere.
"Tal" anzitutto è l’acronimo di "Tradizione, Autenticità, Longevità". Ma pure il rafforzativo di valle che in tedesco si scrive "Tal". Origine e progettualità enologica. Con due vini assolutamente iconici, talmente legati all’identità locale - e alla evoluzione di Cantina Bolzano - che hanno il rafforzativo di due specifiche date: 1908 e 1930.
La prima omaggia l’anno nel quale una trentina di viticoltori diedero vita a Gries ad una cooperativa enologica a dir poco sperimentale, mentre il 1930 è il millesimo di fondazione dell’alla ‘sociale’ scaturita dal lavoro di una ventina di vignaioli curatori delle colline di Santa Maddalena. Due distinte ‘kellerei’ che daranno poi vita a Cantina Bolzano, una fusione per una fascinosa struttura, costruita nel 2019, basata proprio sull’acronimo dei due nuovi ‘gioielli’, cale a dire tradizione autenticamente al servizio di longevi progetti enologici, tra crescita produttiva e un fatturato attorno ai 23 milioni di euro.
Ma veniamo ai nuovi vini, entrambi frutto della vendemmia 2020.
Il 1930 "Tal" è una carezza dorata con una struttura d’estrema brillante eleganza, un bianco scaturito da una cuvèe tra chardonnay e piccole percentuali di sauvignon con pinot grigio. Tutte uve di viti con tanti lustri alle spalle, proprio per dar lustro a questo vino, avvolgente in ogni espressione, davvero un vino di stampo dolomitico, ardito quanto ameno, stimolante nella sua amenità gustativa.
Il rosso 1908 "Tal" è altrettanto potente. Poggia sulla forza del lagrein - Cantina Bolzano è leader in questa tipologia - ben bilanciata con un tocco di cabernet e merlot. Il team enologico diretto da Stefan Filippi lo ha elaborato per avere il ‘meglio del meglio’ senza nulla togliere al vitigno principe, appunto il lagrein. Risultato: purpureo nel color granato, vellutato, pure setoso, ma con cipiglio scattante, in via di ulteriore evoluzione, pronto a sfidare il concetto di longevità. Tradizione e autenticità sono intrinseche.
La presentazione è stata abbinata ad una sorta di ‘gioco del piacere’ condotto da Luciano Ferraro, del Corriere della Sera: serviti in maniera anonima assieme ad altrettanti blasonati vini, nazionali e francesi, sempre del 2020. Questi: Saint Romain Sous le Chateau di Olivier Laflaive e il Cervaro della Sala di Antinori. Il 1908 "Tal" ha avuto come ‘paggi d’autore’ Chateau Lynch-Bages Pauillac e Le Pergole Torte di Montevertine. Con riscontri a dir poco emozionanti e una performance superlativa dei due "Tal".
Due vini decisamente autorevoli, assolutamente simbolici. Neppure 2 mila bottiglie per il bianco, mille in più per il rosso. Il primo si posiziona attorno ai 90 euro, mentre per il 1908 "Tal" si posiziona poco sotto i 140 euro, praticamente sul podio - anche nel prezzo - dei vini altoatesini.