Dalle Crociate a Mozart, la nobile famiglia dei Lodron riparte da Nogaredo e con il suo ''Divertimento N°10'' centra il bersaglio
Cercherò di stuzzicare curiosità e piacevolezze. Lasciando sempre spazio nel bicchiere alla fantasia
Il vino come una partitura musicale, che stimola, incalza stati d’animo con una figurazione – è il caso di dire – assolutamente emozionante. Lo spartito è preciso, come pure l’ubicazione delle viti e la secolare struttura dove avvengono tutte le fasi della vinificazione. A Nogaredo, nel cuore della Vallagarina, i Lodron si cimentano – o meglio: tornano – in una sfida vitivinicola. Sicuri del loro blasone, di un fascino maturato nel susseguirsi delle stagioni, ma con una mirabile intuizione vinaria.
Un progetto che non vuole recuperare il passato semplicemente nei legami dinastici, ma costruire uno sviluppo seguendo ritmi di bellezza. Proprio così. Con vini d'assoluta personalità. Legati al 'Progetto Lodron' intrapreso da Olivia Volpini de Maestri, albero genealogico intrecciato con i Lodron, famiglia nobile originaria di Storo, protagonista dal 1100 di tantissime diatribe, dalle Crociate all'espansione in Vallagarina e verso Salisburgo, con Paride Lodron arcivescovo e grande innovatore, non solo ecclesiastico.
Adesso i discendenti dei Lodron - stanziali in Austria - intendono riportare Nogaredo – la loro Terra Madre - ai fasti del Settecento. Quando proprio in questo palazzo sulla sponda destra del fiume Adige si fermò il mitico Wolfgang Amedeus Mozart. E dove compose, neppure vent’enne, nel 1776, una singolare partitura: il Divertimento Numero 10, che fa parte della Lodron'schen Nachmusik (KV247) dedicata alla contessa Antonia Lodron. In onore di questa 'musicalità mozartiana' è dedicato uno dei tre vini dell'azienda, in attesa che il loro 'super lagarino' - il Rizzoi - finisca di affinare in bottiglia.
Divertimento N°10, un blend tra cabernet e merlot, poche migliaia di bottiglie, che già si distinguono per nerbo, gentilezza e un crescendo in perfetto stile mozartiano. Merito della vocazionalità dei terreni che circondano il palazzo collocato nel cuore della borgata, vigneti esclusivamente a bacca rossa e varietà di stampo bordolese, filari protetti da una cinta muraria che rende il tutto un vero e proprio ‘cru’. La consulenza enologica è stata affidata a Walter Schullian, winemaker di Caldaro con esperienze in prestigiose cantine, non solo dolomitiche.
I vigneti sono accuditi come veri e propri giardini, mentre la profonda, suggestiva cantina, può essere assurta ad archetipo di ‘caneva’ trentina, con tutta una serie di cimeli che la rendono pure un mirabile museo etnografico. Ma non per questo esposizione statica, anzi. Il vino di questi Lodron dimostra come si possa scommettere sul domani senza ostentare il passato. Richiamando melodie che oltre al Divertimento N°10 stimolano la fantasia.