Dalle cooperative sociali agli animali, la Mostra dell'Agricoltura tiene a battesimo la prima edizione di Bio-Logica, evento sulle produzioni sostenibili

La fera de san Bepo, quando l’agricoltura lascia la campagna per occupare la città. In questo week end Trento è tutto un rifiorir di variegate iniziative rurali. Il centro storico trasformato in un mega giardino, tra bancarelle, piante da orto e tutto quanto è sinonimo di ruralità.

Nel padiglione di Trento Fiere gli stand delle organizzazioni sindacali e il consueto spazio per animali da cortile, tra macchine agricole e momenti di scambio d’esperienze davvero "sul campo". Ma la Fiera dell’Agricoltura di montagna tiene a battesimo anche la prima edizione di Bio-Logica. Una cinquantina di eventi per una coltura che rispetti l’habitat e la sostenibilità stessa di quanti la praticano.

Convegni e plateali esposizioni di cibo e prodotti agronomici, il tutto con il patrocinio del Distretto Biologico. Coinvolte struttura come la facoltà di Sociologia, il Muse e spazi dove anche i bambini possano avvicinarsi alle produzioni più sane, comunque rispettose di buoni equilibri ambientali.

Decisamente mirata è l’adesione di alcune cooperative sociali, vale a dire comunità agricole che operano per la prevenzione e cura di diverse forme di disagio giovanile, con concrete attività di accoglienza e integrazione per i più deboli. 

Giovani decisamente coraggiosi. Che dimostrano una bravura e una esemplare dedizione alla cura e trasformazione di certi raccolti della terra. 

Tra i protagonisti di Bio-Logica anche la Comunità di Villa Rizzi, splendida azienda agricola con uno spettacolare ‘campo didattico’ sul bordo del Bondone, spazio coltivato a Sardagna, sul bordo del pianoro che domina su Trento.

Un progetto tra passione, natura e sociale, con una ventina di giovani meticolosi - e preparati - agricoltori. Coltivano piante aromatiche, coltivazioni bio, tanta manualità e altrettanto entusiasmo. Nella stagione calda tanti tipi di ortaggi e poi applicano nozioni agronomiche nel preparare materie prime da consegnare ad abili artigiani trentini, ingredienti preziosi per la trasformazione in confetture, infusi, shampoo e altre specialità. 

Agricoltura etica, pure mirata a gentili forme estetiche. Perché con le erbe di Villa Rizzi vengono elaborate tutta una serie di creme a base di vegetali biologici da usare per la cura della pelle o per il benessere fisico. Sfruttando achillea, calendula, malva, sambuco, salvia, timo e tante altre aromatiche, tutte frutto dei loro raccolti decisamente a km0.

L’evoluzione della produzione di Villa Rizzi e l’impegno di questa azienda coordinata dalla Comunità Murialdo è stata al centro di una piccola tavola rotonda e di una visita guidata tra gli orti di Sardagna. Ospite d’onore Elisabetta Foradori, la regina del Teroldego, vignaiola (e casara) tra le più autorevoli esponenti nazionali dell’agricoltura biologica, pure biodinamica. 

"A Villa Rizzi è l’esempio di come l’agricoltura riesca a superare barriere e difficoltà operative, diventando laboratorio d’idee e di buone pratiche, non solo produttive", ribadisce Elisabetta Foradori. "Un momento pure convivile, di condivisione, tra assaggi di vino, qualche specialità casearia e tanta voglia di gustare prodotti non solo buoni da mangiare, pure utili per stimolare giusti pensieri".