Addio a Helmut Riebschläger: a 87 anni ci lascia un patriarca della critica enologica, uno dei degustatori più accorti e competenti
Cercherò di stuzzicare curiosità e piacevolezze. Lasciando sempre spazio nel bicchiere alla fantasia
A 87 anni ci ha lasciato Helmut Riebschläger, personaggio schivo ma con una autorevolezza incredibile nella cultura del vino. Un patriarca della critica enologica, uno dei degustatori più accorti, competenti e con una cultura umanistica decisamente monumentale.
La passione per il vino l’aveva appresa ancor giovanissimo, professore universitario nella sua nativa, Munster, città crocevia di altrettante contaminazioni storiche e di resistenza all’ideologia hitleriana.
I viaggi in terre enoiche, la musica e l’amore per la montagna l’avevano spinto a scegliere il Trentino come sua autentica ‘casa del cuore’.
Per decenni ha frequentato la più importante ‘nouvelle vague’ dell’enologia, non solo dolomitica. Praticamente non c’è vignaiolo - dal Piemonte all’Alto Adige, Toscana compresa - che non abbia intrapreso una degustazione critica, approfondita quanto appassionata di vini in cerca d’identità. Preciso, minuzioso, mirabilmente competente, Helmut riusciva a farti scoprire i lati meno appariscenti del vino che avevi nel bicchiere.
Ha collaborato con numerose riviste tedesche di critica vinaria e per tanti anni è stato nelle commissioni d’assaggio per selezionare i vini trentini da sottoporre al Gambero Rosso, i vini che miravano ad ottenere i blasonati Tre Bicchieri.
Lui non ha mai voluto imporre il suo sapere. Semplicemente riusciva a identificare il carattere intrinseco del vino che si degustava. Senza alcun sotterfugio, conoscendo solo la tipologia varietale di quanto c’era nel bicchiere.
Una sapienzialità enoica che Helmut ha trasmesso a diversi critici, ma soprattutto a numerosi produttori di vino. Impossibile citarli tutti, ma nel palmares si possono tranquillamente elencare i più rinomati barolisti - i Vajra su tutti - e una schiera di vignaioli dolomitici, dai Foradori a Mario Pojer, Domenico Pedrini di Pravis e i più arditi spumantisti sudtirolesi, senza tralasciare produttori tedeschi, leader nella vinificazione di riesling (il suo vino preferito) nonché qualche chateaux d’oltralpe.
L’età lo aveva costretto a disertare gite in montagna e altre visite in cantina.
Era ospite della residenza per anziani di Cadine e fino alla fine, quando andavi a trovarlo, riusciva a stimolare il dibattito. Sempre con uno spirito critico.
Ciao Helmut.