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Attualità

Sei escursionisti bloccati dal ghiaccio del Gran Sasso. Erano privi dell'adeguata attrezzatura. Giusto ieri il Soccorso Alpino invitava a prestare "massima attenzione"

Dopo essere scivolati a più riprese a causa del ghiaccio presente al suolo, gli escursionisti hanno dovuto chiamare i soccorsi. Un episodio che evidenzia l'importanza del recente appello del Soccorso Alpino e Speleologico

di
Emanuele Valeri
24 novembre | 11:19
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Solo ieri mattina il Soccorso Alpino e Speleologico, a causa delle basse temperature e le prime nevicate dei giorni scorsi in Appennino, aveva pubblicato un comunicato stampa dove si invitavano gli escursionisti a prestare particolare attenzione prima di recarsi in montagna (ne abbiamo scritto QUI).

 

Poche ore dopo sul Monte Aquila, 2498 metri, cima della catena del Gran Sasso d’Italia, sei turisti sono stati costretti a chiedere aiuto al Soccorso Alpino e Speleologico.

 

Da quanto è stato reso noto le persone, dopo essere scivolate a più riprese a causa del ghiaccio presente al suolo e prive di un adeguato abbigliamento, sono state obbligate a chiamare i soccorsi, non riuscendo a procedere in sicurezza.

 

I soccorritori, intervenuti sia via terra che con l’elisoccorso, sono riusciti a portarli in salvo. Fortunatamente tutto il gruppo è rimasto illeso.

La neve in Appennino non è molta, ma le forti gelate di questi giorni hanno rafforzato la presenza del ghiaccio al suolo rendendo estremamente pericolosa qualsiasi attività in alta montagna.

 

Il Gran Sasso d’Italia, cima regina dell’Appennino, con i suoi 2912 metri non è mai una montagna banale da affrontare.

In questa stagione gli incidenti non sono stati pochi. In tante occasioni, per via della negligenza degli escursionisti o di gruppi che si sono avventurati senza le dovute cautele.

 

Numerosi di questi, purtroppo, sono risultati fatali e fra tutti sicuramente quelli che hanno scosso maggiormente l’opinione pubblica sono stati l’incidente di Lewin Weituschat, lo scorso agosto, che percorrendo da solo la via del Centenario, da Vado di Corno a Fonte Vetica, è scivolato nella forra sul lato nord del Monte Prena. Ricordiamo anche Giorgio Lanciotti, ragazzo di 35 anni, che si è recato in solitaria, lo scorso settembre, sulla vetta orientale del Gran Sasso d’Italia non tornando mai più a casa.

 

Di Lanciotti da quel giorno non si hanno più tracce, nonostante le ricerche durate oltre un mese sia da parte del Soccorso Alpino e Speleologico sia da parte di un gruppo di volontari che pochi giorni fa ha sospeso definitivamente l’attività di perlustrazione.

 

Dopo la fine delle restrizioni della pandemia la montagna ha subito un vero e proprio boom di turisti. Sia in estate che in inverno.

Per questo e per altri motivi, in più occasioni sono arrivati i richiami dei soccorritori che, provati dai numerosissimi interventi di soccorso, hanno invitato gli appassionati di montagna a prestare attenzione ai percorsi scelti e hanno più volte chiesto di programmare le escursioni sulla base delle proprie competenze, della preparazione fisica e, naturalmente, anche dell’equipaggiamento a disposizione.

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