Ripensare le montagne per ripensare l'Europa: non più barriere, ma cerniere, perché "all’insieme non esiste alternativa". Il comunicato di Uncem
È necessario guardare alle aree rurali e montane come grandi opportunità, luoghi di inclusione e beneficio comune, territori aperti e in dialogo. Se ripartissimo da questo per ripensare l’Europa faremo già un passo avanti. Un'Agenda per la Montagna, che Uncem chiede agli Eurodeputati italiani e di tutti i Paesi di comporre, potrebbe essere prima di tutto occasione di dialogo, di legami, di crescita, di rigenerazione
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Gli Stati nazionali rimangono il riferimento dei nostri cittadini. Senza l’Italia non c’è l’Europa. E non vi è Strategia per le aree montane. Occorre agire “Uniti nella diversità”. Questa speranza europea è oggi più attuale che mai. L’Europa non deve diventare una roccaforte ed alzare nuove frontiere. All’insieme non esiste alternativa. Un insieme in una diversità riconciliata è possibile.
Così sostiene Uncem in un comunicato, per poi proseguire:
L’Unione europea ha bisogno di un’anima, di qualcosa di nuovo. Non si tratta di guardare soltanto al territorio o all’economia. È la responsabilità di costruire un’unica società, espressione di un unico corpo, ma nella diversità, nel rispetto di ogni cultura, di ogni Paese, in ciò che c’è di caratteristico. Costruire partendo dai territori, dalle comunità, dalle Autonomie, dagli Enti locali, dalle Nazioni che sono in dialogo. Nazioni insieme.
In questa dimensione nuova, le Montagne hanno un ruolo determinante, decisivo, inclusivo e dinamico. Sono aperte e cerniera, sono luoghi di vita, comunità e crescono nel NOI.
In molte situazioni culturali, sociali, politiche, il Muro di Berlino non è mai caduto. In questo contesto occorre un nuovo messaggio di unità nella diversità. Anche per dare voce e opportunità a tutti i territori, a tutte le comunità. Popoli, Governi, Società si uniscano oggi attorno alla regola d’oro “non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”. Senza dunque privilegiare contesti territoriali, dinamiche sociali più evolute, risolvendo invece conflitti e dando soluzioni alle zone più remote e periferiche, come scrive il Trattato di Lisbona, guardando alle aree rurali e montane come grandi opportunità, luoghi di inclusione e beneficio comune, territori aperti e in dialogo. Se ripartissimo da questo per ripensare l’Europa faremo già un passo avanti.
Una Agenda per la Montagna che Uncem auspica, vuole costruire, chiede agli Eurodeputati italiani e di tutti i Paesi di comporre, è prima di tutto occasione di dialogo, di legami, di crescita, di rigenerazione. Non siamo chiusi e non siamo fermi. Questo sentire europeo, il ruolo dei territori uniti nell’Europa più unita, con i Paesi più in relazione e in dialogo, con Nazioni che costruiscono la Pace, può ispirare gli eletti – anche in un nuovo patto con gli elettori -, può dare forza alla Politica, alle Politiche, ai Partiti delle Nazioni, ai Gruppi europei del Parlamento, alla nuova Commissione, a chi è stato eletto e a chi non è stato eletto. Donne e uomini uniti nel loro impegno per una Europa libera, riconciliata, democratica, solidale e fraterna e che può essere dono per il resto dell’umanità.
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