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Attualità

Rovina le piste dopo aver rubato il 'gatto delle nevi': un gesto che motiva una riflessione sui beni collettivi

Nel comprensorio LeMelette, sull'Altipiano dei Sette Comuni, è stato rubato un gatto delle nevi per fare un giro sulle piste da sci, già preparate per il fine settimana. Come riportato dal Giornale di Vicenza, è stato provocato un danno "ingente". Questo gesto motiva una riflessione sui beni collettivi e sul ruolo attivo degli impianti già esistenti in questa fase di transizione sociale e climatica

di
Pietro Lacasella
24 marzo | 11:48
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

"Chi più in alto sale più lontano vede. Chi più lontano vede più a lungo sogna". Questo straordinario aforisma che in tanti tendono ad attribuire a Walter Bonatti (anche se a dire la verità sembra appartenere a Felice Bonaiti) non sempre trova conferma nella realtà.

 

La tanto decantata sensibilità di chi vive in maniera più o meno ordinaria la montagna non è infatti una dote che tutti possono vantare. Questo perché la frequentazione dei rilievi si fa riflesso della società, e se la società ha smesso di attribuire valore ai beni collettivi, allora tutto il resto ne risente. E non potrebbe essere altrimenti.

 

Anche le piste da sci per molti aspetti sono diventate beni di respiro collettivo: sono al servizio della comunità (soprattutto grazie all'indotto che spesso riescono a generare) e allo stesso tempo, in diverse località turistiche, diventano uno dei loro principali simboli, perché sono strutture che, in un certo senso, fanno sentire parte di un tutto più ampio. Di un tutto che ha innegabilmente portato maggiori benefici e maggiori sicurezze economiche a molte realtà di Alpi e Appennini.

 

Su L’AltraMontagna abbiamo a più riprese criticato la realizzazione di nuovi impianti sciistici, o la ristrutturazione di strutture cadute in disuso, ritendendo queste operazioni socio-economiche anacronistiche alla luce dell’avanzata dei cambiamenti climatici, che gettano sul futuro dell’industria sciistica numerose incognite. Allo stesso tempo abbiamo a più riprese invitato a dirottare parte dei cospicui investimenti pubblici destinati allo sci in modelli turistici alternativi, più vicini alle peculiarità climatiche del presente. Infatti il sostegno è ad oggi iniquo, come evidenzia con chiarezza il rapporto "Nevediversa 2024". A livello nazionale, se per pratiche di ammodernamento degli impianti di risalita e degli impianti per l’innevamento artificiale sono stati destinati dal Ministero del Turismo 148 milioni di euro nella stagione che avvia a concludersi, per la promozione dell’eco-turismo invece ne sono stati stanziati appena 4.

 

Ciò non toglie però che stiamo vivendo una fase di transizione e, sempre su L’AltraMontagna, abbiamo sostenuto con convinzione che le trasformazioni non possono avvenire di punto in bianco: se è quindi necessario, anzi urgente, individuare e supportare nuove formule economiche, allo stesso tempo non si possono abbandonare quelle già esistenti. Soprattutto quando ormai l’investimento è stato fatto, perché da esse dipendono famiglie che abitano e presidiano i territori montani.

Così com’è ancora più sbagliato danneggiarle – anche solo per una bravata – perché in questo modo si colpiscono quelle che oggi sono, appunto, ancora realtà di interesse comunitario.

 

Sul Giornale di Vicenza si legge che, probabilmente mercoledì scorso, è stato rubato un gatto delle nevi per fare “un giro sulle piste da sci de LeMelette di Gallio, già preparate per il fine settimana. Devastandole. Un danno ingente, ma i carabinieri di Asiago grazie alle telecamere della videosorveglianza avrebbero già rintracciato il responsabile, che rischia una denuncia per furto e danneggiamento”.

 

“I danni sono stati scoperti giovedì mattina - prosegue l’articolo firmato da Gerardo Rigoni - quando gli addetti alle piste della stazione galliese si sono inoltrati per le ultime sistemazioni in vista del fine settimana. Grande è stata la sorpresa quando hanno trovato le piste Longara e Meletta di Mezzo rovinate dall’evidente passaggio di un mezzo cingolato. Controllando i mezzi, hanno poi rinvenuto il “gatto delle nevi” usato dalla Pro loco per la battitura delle piste per ciaspolatori della Val di Nos parcheggiato malamente.

Il veicolo aveva porta scardinata e i fili dell’accensione erano stati manomessi per consentire la messa in moto. A quel punto gli addetti hanno avvertito i carabinieri di Asiago, che hanno avviato le indagini, mentre il Comune di Gallio e la Pro loco hanno sporto denuncia per furto contro ignoti e la stazione LeMelette invece per danneggiamenti. Nel frattempo le piste sono state nuovamente rese sciabili grazie al lavoro degli operai, lungo quasi tutta una notte”.

 

“Grazie alla telesorveglianza Targa System sono state individuate alcune auto che sono transitate in zona sci durante la notte – ha informato il sindaco di Gallio Emanuele Munari -. Persone che sono già state sentite o che saranno sentite nei prossimi giorni dalle forze dell’ordine, prima che si possa formulare contro loro delle accuse precise. Rimane comunque il dispiacere di questi continui comportamenti incivili, privi di qualsiasi rispetto per il lavoro altrui. Spero davvero che il responsabile risponda davanti al giudice della sua bravata”.

 

"Chi più in alto sale" a volte rischia di avere la vista appannata, e non certo dai sogni.

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