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Luca Zaia su Cortina: “La pista da bob darà una sostenibilità visiva a un versante della montagna”. Le associazioni sarcastiche: “Ripulito da quegli ingombranti larici, diverrà una bellezza?”

La pista di bob - ha affermato Zaia a margine della conferenza stampa del Cio del 23 febbraio scorso - con il suo sviluppo ipogeo offrirà “una sostenibilità visiva a un versante della montagna”, ma le associazioni ambientaliste dell’Alto Bellunese: "Ci sorge un sospetto: forse al Presidente non è stato ben illustrato il progetto come d'altra parte non è mai stato mostrato ai cittadini"

di
Pietro Lacasella
27 febbraio | 10:32
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Per allontanare lo spettro degli sprechi di Torino 2006, le Olimpiadi invernali di Milano Cortina 2026 sono state decorate dagli organizzatori con la medaglia alla sostenibilità. “Saranno le prime Olimpiadi davvero sostenibili”, è stato ripetuto a più riprese. Una verità che tuttavia non supera il livello promozionale, perché la realtà dei fatti ci presenta una situazione che di sostenibile – sia dal punto di vista ambientale che da quello economico – ha ben poco. È sufficiente pensare alla pista da bob di Cortina, massimo emblema dei paradossi e delle incoerenze delle Olimpiadi del 2026.

 

Il Governatore del Veneto Luca Zaia, ha tuttavia deciso di forzare nuovamente il valore semantico del termine per giustificare la realizzazione di un’infrastruttura (la pista da bob) ormai difficile da digerire anche agli stomaci più “sportivi”.

 

La pista di bob - ha affermato Zaia a margine della conferenza stampa del Cio del 23 febbraio scorso - con il suo sviluppo ipogeo offrirà “una sostenibilità visiva a un versante della montagna”.

 

Questo rebus lessicale lascia perplessi sia chi conosce Cortina, sia le associazioni ambientaliste dell’Alto Bellunese che in un comunicato stampa spiegano: “Siamo andati a rivedere il progetto ‘light’ e gli scarsi e sbiaditi rendering che lo accompagnano, e a noi pare che di ‘ipogeo’, cioè di interrato, ci sia ben poco: non solo la linea di pista ma tutti gli edifici che la servono (partenza, arrivo, centrale refrigerazione, eccetera) sono fuori terra e in alcuni casi sopraelevati”.

 

“Che cosa poi si intenda per dare ‘sostenibilità visiva al versante della montagna’ è davvero incomprensibile – proseguono le associazioni nel comunicato - forse che prima il versante era inguardabile e poi, ripulito da quegli ingombranti larici, diverrà una bellezza? Ci sorge un sospetto: forse al Presidente non è stato ben illustrato il progetto come d'altra parte non è mai stato mostrato ai cittadini. Non ci resta quindi che attendere fiduciosi che - possibilmente prima della sua realizzazione finale (se mai ci sarà) - qualcuno adempia le promesse e ce lo illustri nel dettaglio”.

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