Dalla neve artificiale allo snowfarming (VIDEO), Brignone a 'Report': "Ci sarebbe meno produzione ripensando il calendario delle gare"
Da Livigno alla coppa del mondo, da Technoalpin a Eurac Reaserch. Oggi non ci sono vacanze o gare di sci senza la neve programmata, il servizio "Bianco Cannone" andato in onda su Report ha analizzato l'uso attuale per garantire la stagione invernali
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Gare di sci? Bisognerebbe ripensare il calendario. A suggerirlo è la campionessa italiana Federica Brignone, da anni molto sensibile sulla crisi climatica e sulla salvaguardia degli ambienti naturali, durante il servizio “Bianco Cannone” di Antonella Cignarale andato in onda nell’anteprima della trasmissione 'Report' su Rai Tre nel quale è stato trattato il tema della neve, diventata oggi talmente preziosa da essere addirittura conservata con la tecnica dello snowfarming.
Il servizio parte dalla piana centrale di Livigno dove è stata accumulata una montagna di neve, coperta da teli isolanti e conservata per circa 6 mesi. Superata la stagione estiva la neve viene stesa e battuta per creare una pista per lo sci di fondo. Una pratica che viene sfruttata in diverse destinazioni, come in val d'Aosta. "Viene usata e conservata più volte” ha spiegato Alessandro Girod, sindaco di Gressoney La Trinité (Aosta). “Abbiamo una perdita del 30% e nell'anno successivo – continua - abbiamo il 70% da riutilizzare per le piste di sci nordico. Il Costo? Tra i 10 e i 15 mila euro all'anno”.
Il servizio di Report è poi proseguito con la neve conservata anche ai piedi del Cervino per le gare di speed opening della Coppa del mondo. “La pratica dello snowfarming – ha spiegato Mauro Joyeusaz, direttore di esercizio Cervino Spa - l'abbiamo usata solo per questa gara di Coppa del mondo, altrimenti prima per noi era una pratica sconosciuta”.
La Cervino Spa gestisce il nuovo collegamento all'impianto sciistico svizzero Zermatt e proprio per promuoverlo negli scorsi anni è stata lanciata la gara transfrontaliera di Coppa del mondo Zermatt – Cervinia.
Un progetto che però non sembra aver avuto il benestare della natura. La prima edizione del 2022, infatti, è stata cancella per le temperature alte e per la poca neve. L'ultima edizione, invece, nonostante le ruspe al lavoro per cercare di sistemare le piste e le polemiche legate al tremendo intervento invasivo a quelle quote per organizzare le gare, il circo bianco si è comunque dovuto fermare davanti al meteo (troppa neve) e al forte vento.
I soldi spesi non erano stati pochi. I responsabili della Cervino Spa hanno spiegato che per lo snowfarming era stato previsto un 50% di neve in più, per un investimento di circa 200mila euro: si tratta di circa 50 mila metri cubi in più con questa tecnica sul tracciato di gare nella parte bassa e che equivalgono a 5 mila camion pieni di neve.
“Spingere per fare delle gare così presto – ha spiegato la campionessa Federica Brignone - significa impiegare tante macchine, impiegare tanta neve artificiale, rischiare di perdere delle gare come è successo. Invece verso fine della stagione negli ultimi anni, in questi luoghi, abbiamo sempre avuto neve”.
Non c'è gara, vacanza di natale o di capodanno che tenga senza neve programmata. Un business che conosce bene Technoalpin, leader mondiale di generatori di neve, strategica per esempio con i suoi 400 cannoni per garantire l'innevamento alle Olimpiadi di Pechino. A parlare a Report è stato Juris Panzani, responsabile di prodotto della società altoatesina, che ha sottolineato come in questi anni si sia portato avanti l'impegno per produrre la neve a una temperatura che si aggira attorno allo zero. L'ultimo prodotto sviluppato dall'azienda di Bolzano riesce addirittura a generare la neve anche a 10 – 15 gradi positivi.
Per parlare di generatori di neve 'Report' è arrivato fino alle stazioni sciistiche di Alagna e Alpe di Mera sul versante piemontese. Qui ci sono circa 300 generatori che consentono di imbiancare l'85% delle piste ai piedi del Monte Rosa. Per farli funzionare, ovviamente, serve l'acqua, e per riuscirci sull'Alpe di Mera sono stati necessari 3 milioni e mezzo di euro di cui 2 milioni e mezzo dalla regione e il prelievo dell'acqua dal fiume Sesia e dal torrente Boschetto per circa 130 mila metri cubi, 52 piscine olimpioniche.
Fondamentali in questo settore sono anche le analisi portate avanti dal centro di ricerca Eurac di Bolzano impegnato nello studiare i profili della neve sull'arco alpino per creare degli scenari predittivi sulla quantità di acqua immagazzinata e migliorarne la gestione. Dati, ha spiegato il ricercatore Giacomo Bertoldi utili anche alle amministrazioni. “I nostri studi – ha spiegato - hanno hanno lo scopo di fornire una base soldi per questi grossi investimenti. Fondamentale sarebbe elaborare uno studio di fattibilità climatica, capire se questi investimenti, rispetto al clima futuro, possano funzionare".