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"Da quest’anno per la prima volta abbiamo deciso di non sparare la neve. Se cade da sola si apre altrimenti resta chiuso e si fa altro". La scelta della sciovia di Piamprato in Val Soana

"Non è più sostenibile dal punto di vista economico", racconta Fabio Carraro vice presidente dell’associazione Pianeta Neve, perché negli anni passati a fronte di un costo di gestione invernale tra i 50 e i 60 mila euro, con gli skipass riuscivano a coprire appena il 20% delle spese. La direzione futura da prendere non è ancora chiara: cosa si inventeranno i giovani della valle per animare “anche” la stagione invernale di Piamprato? Ma una cosa è certa: indietro non si torna

di
Maurizio Dematteis
13 febbraio | 16:59
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

"Finalmente è arrivatapoca ma buona. Domani domenica 11 febbraio impianti aperti. Tapis-roulant Ski-lift".

 

Questo il messaggio postato sulla pagina Facebook di Pianeta Neve, associazione nata nel 2005 in Valle Soana per mantenere viva e attiva la sciovia di Piamprato, dai 1550 m ai 1638 della punta, il tapis roulant a fianco e il baby snow park alla base. "Da quest’anno per la prima volta abbiamo deciso di non sparare la neve – racconta Fabio Carraro, classe 1992 e vice presidente dell’Associazione, Consigliere di maggioranza nel limitrofo comune di Ronco Canavese con delega 'ai ritornanti' – Se cade da sola si apre altrimenti resta chiuso e si fa altro". 

 

È la storia di decine di piccole stazioni a gestione pubblico privata che si battono come Don Chisciotte contro i mulini a vento contro il cambiamento climatico. "Non è più sostenibile dal punto di vista economico", continua Fabio, perché negli anni passati a fronte di un costo di gestione invernale tra i 50 e i 60 mila euro, con gli skipass riuscivano a coprire appena il 20% delle spese.

 

L’impianto di innevamento programmato c’è, cannoni M18 della TechnoAlpin, ma come per molte altre realtà “minori” quello che manca sono tal volta l’acqua e soprattutto i sodi per farli girare: i costi di innevamento sono interamente a carico dell’Associazione, che vede al suo interno la partecipazione del Comune di Valprato Soana, quello di Ronco Canavese e quello di Ingria, praticamente tutti e tre i comuni della Valle Soana, senza possibilità di accedere ai contributi regionali, perché questi ultimi vengono “riservati” alle realtà maggiori. Si è quindi deciso di assecondare i ritmi “isterici” della natura senza cerare di “raddrizzarli”, non senza sofferenze, di cuore e di portafoglio. "Lo skilift è stato realizzato negli anni ’90 del secolo scorso, in un luogo in cui già i nostri nonni si lanciavano con gli sci". E stagione dopo stagione i ragazzi della valle si alternavano come volontari per salire ad aiutare la gestione degli impianti e tenere vivo il piccolo   comprensorio: aperture, battitura piste col gatto, patentini per innevamento: "Da anni ce ne occupiamo come hobby – spiega Fabio – per noi è un gioco". In settimana salivano prima una volta per coprire i buchi dove il manto nevoso si “spelacchiava”, poi due poi tre. Gli ultimi anni le levatacce per andare a preparare il fondo non bastavano più. "Da quest’anno abbiamo detto basta". Tutti d’accordo, dal direttivo, che lavora volontariamente mettendo a disposizione dei ragazzi della valle che salgono a dare una mano un gettone di presenza, ai comuni e agli esercizi commerciali.

 

A Piamprato e nelle immediate vicinanze ci sono due locande, uno chalet e il rifugio in quota la "Rosa dei Banchi", che negli ultimi inverni hanno fatto davvero fatica a tenere aperto. "Il problema è che d’inverno senza gli impianti aperti la gente a Piamprato non sale", dice Fabio. Ma fortunatamente non tuto è perduto, perché la Val Soana in estate, grazie alla vicinanza con la pianura piemontese a la forte attrazione giocata del Parco Nazionale del Gran Paradiso, in cui è inserita, fa registrare numeri rilevanti ed in crescita, con un allargamento alle mezze stagioni, grazie proprio al cambiamento climatico, che permette escursioni gradevoli in quota ormai anche in autunno.

 

Resta il fatto che l’Associazione negli ultimi anni si sta interrogando su cosa e come fare per sostituire l’attrattiva dello sci, che ci tengono a ripetere "non verrà meno, ma lo si farà quando nevica", e che ormai non è più in grado di fare da volano per l’economia invernale della valle. La direzione futura da prendere non è ancora chiara: cosa si inventeranno i giovani della valle per animare “anche” la stagione invernale di Piamprato? Ma una cosa è certa: indietro non si torna.

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