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229 euro per attraversare le Alpi in funivia: troppo? I primi sei mesi dell'impianto firmato Pininfarina deludono in termini di utenza

Secondo quanto riportato da Tvsvizzera.it, i primi sei mesi della sfarzosa cabinovia che collega Italia e Svizzera (tra il Piccolo Cervino e la Testa Grigia) si sono rivelati deludenti in termini di utenza. “A scoraggiare il pubblico è probabilmente il prezzo del biglietto". Il paesaggio (di tutti) viene così modificato in modo indelebile per offrire un divertimento a pochi facoltosi?

di
Pietro Lacasella
20 febbraio | 20:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Il lusso è accessibile o l’accessibilità è un lusso? La domanda sorge quasi spontanea leggendo che i primi sei mesi della sfarzosa cabinovia che collega Italia e Svizzera (tra il Piccolo Cervino e la Testa Grigia) si sono rivelati deludenti in termini di utenza.

 

La notizia è stata riportata da Tvsvizzera.it che informa: “La risposta del mercato non sembra essere finora entusiasmante, secondo quanto ha appena rilevato la SontagsZeitung, che parla senza mezzi termini di vero e proprio ‘flop’. Il settimanale ha infatti raccolto le testimonianze di un importante tour operator e della ferrovia di montagna Cervino AG che confermerebbero lo scarso interesse suscitato falla funivia transfrontaliera”.

 

L’impianto Matterhorn Glacier Ride II consente di vivere la più alta traversata in funivia delle Alpi: le dieci cabinovie (alcune, le più care – si legge sempre su Tvsvizzera.it – dotate di pavimento trasparente per ammirare meglio il paesaggio e sedili in cuoio riscaldati) sono firmate Pininfarina e consentono di ammirare le suggestioni offerte dalle alte quote. Il problema è tuttavia rappresentato dai costi non indifferenti dell’esperienza:

 

“A scoraggiare il pubblico – prosegue la televisione svizzera per l’Italia – osserva il tour operator interpellato dal settimanale del gruppo editoriale Tamedia, è probabilmente il prezzo del biglietto: ci vogliono infatti 142 franchi (149 euro) per valicare in funivia le Alpi da Zermatt a Cervinia e 218 franchi (229 euro) per acquistare anche il biglietto di ritorno, indispensabile per le gite di una giornata”.

 

“Queste tecnologie rispecchiano una società aperta perché consentono a tutti di godere le alture”, viene spesso ripetuto per giustificare la realizzazione in montagna di nuovi impianti. Ma a ben guardare è una formula vera solo in modo parziale. Per chi sono economicamente inaccessibili, infatti, queste infrastrutture possono risultare un’imposizione: perché il paesaggio (di tutti) viene modificato in modo indelebile per offrire un divertimento a pochi facoltosi.

 

Una pianificazione turistica capace di intercettare le élites, soprattutto straniere, può senza dubbio alimentare l’economia dei territori montani. Ma ha senso, oggi, tendere cavi d’acciaio anche sulle poche aree alpine ancora prive di installazioni?

 

Considerazioni a parte, sarebbe affrettato emettere un verdetto ad appena sei mesi dall’inaugurazione della funivia, anche perché la Bergbahnen SA, la società che gestisce gli impianti di risalita nella regione di Zermatt, si dice soddisfatta dell’utenza riscontrata nel primo periodo di esercizio. L’augurio che sia davvero così è sincero; così com’è sincera la speranza che la nostra società riesca prima o poi ad accontentarsi del ricco patrimonio funiviario di cui già può fare vanto.

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