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Attualità

"Revisioniamo il soccorso alpino, i volontari non bastano più: servono professionisti", il maestro di sci e accompagnatore di media montagna apre il dibattito

Un lettore de L'AltraMontagna e de Il Dolomiti, maestro di sci e accompagnatore di media montagna, Paolo De Luca, interviene sull'attività e sull'operatività del soccorso alpino e dell'elisoccorso in Abruzzo e più in generale in Italia

di
Luca Andreazza
19 gennaio | 20:04
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Una revisione del soccorso alpino e dell'elisoccorso in Abruzzo, così come in tutta Italia. Il volontariato è fondamentale ma si avverte l'esigenza di normare a livello professionale la filiera degli operatori. A sostenerlo è Paolo De Luca, un lettore de L'AltraMontagna e de Il Dolomiti, maestro di sci e accompagnatore di media montagna

 

"Sono sempre più convinto che in Italia - dice De Luca - il servizio di soccorso alpino e quello di emergenza aerea a mezzo elicottero medicalizzato devono essere affidati ai professionisti e non ai volontari e ai privati come attualmente avviene in tutta la Penisola".

 

Residente a Pietracamela (Teramo), un borgo situato sul versante orientale del Gran Sasso d'Italia, De Luca interviene con riferimento all'articolo "Non pensiamo mai 'perché era lì' o 'ha sbagliato'. Salvare vite per noi è una missione". Dal Natale sul Gran Sasso a Rigopiano: intervista al presidente del Soccorso Alpino abruzzese" firmato da Daniele Loss (Qui articolo).

 

"Attualmente, in Italia, tranne che nelle regioni a statuto speciale, in seguito a una legge di Protezione civile, il servizio di soccorso alpino e speleologico è affidato ai volontari del Cai", evidenzia De Luca. "Questa legge è anacronistica e superata per diversi e validi motivi".

 

Un motivo è che i volontari si trovano a coordinare corpi dello Stato durante le operazioni di soccorso in ambiente impervio. Un'altra contraddizione, per De Luca, è che il soccorso alpino del Cai percepiscono finanziamenti pubblici e questo richiede una maggiore chiarezza, anche per migliorare le attività. 

 

Si passa poi all'elisoccorso, che "costa alla Regione Abruzzo 30 milioni di euro ogni 4 anni per un servizio che non è abilitato al volo notturno mentre 100 milioni di euro è la cifra che la Regione Lombardia deve corrispondere alla ditta privata proprietaria dell'eliambulanza. Poi 100 milioni di euro è la cifra che la Regione Lazio deve corrispondere alla ditta privata proprietaria dell'eliambulanza e 100 milioni di euro è la cifra che la Regione Emilia Romagna deve corrispondere alla ditta privata proprietaria dell'eliambulanza".

 

Pubblichiamo il contributo di Paolo De Luca in forma integrale.

 

Gentile signor direttore dottor Luca Pianesi buon giorno e felice Domenica. 

 

Sono Paolo De Luca, suo lettore da Pietracamela (Teramo) borgo situato sul versante orientale del Gran Sasso d'Italia. Mi permetto di scrivere dopo aver letto l' articolo pubblicato sul quotidiano online L'AltraMontagna/Il Dolomiti che Lei magistralmente dirige per inviare le mie affermazioni in merito a questo importante argomento; faccio riferimento al servizio di soccorso alpino e di elisoccorso in Italia. Sono frutto della mia personale esperienza come maestro di sci e accompagnatore di media montagna.

 

Personalmente ritengo che è da rivedere il servizio di soccorso alpino in Abruzzo e in tutta la penisola.

 

Attualmente, in Italia, tranne che nelle regioni a statuto speciale, in seguito ad una legge di Protezione Civile, il servizio di soccorso alpino e speleologico è affidato ai volontari del Cai. Questa legge è anacronistica e superata per diversi e validi motivi.

 

Il primo: i volontari del Cai coordinano un corpo dello Stato come il soccorso alpino della guardia di finanza e/o il S.A.F. Soccorso speleo alpino fluviale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco durante le operazioni di soccorso in ambiente impervio (montagna, grotta e così via). E' come se in un incidente automobilistico i volontari coordinano la Polizia Stradale per soccorrere gli automobilisti coinvolti nel sinistro.

 

Il secondo è che il soccorso alpino del Cai percepisce finanziamenti pubblici per diversi milioni di euro l'anno tra Stato ed enti autarchici locali.

 

A questo punto un aspetto da risolvere è quello di stabilire se l'organizzazione Cnsas del Cai formata da volontari  riceva finanziamenti pubblici invece di utilizzare squadre di professionisti altamente specializzati già esistenti nel Sagf, nel Saf, nel Soccorso alpino della polizia di Stato, nel Reparto intervento montano dei carabinieri a cui eventualmente destinare quelle somme aumentando l'efficacia dei soccorsi.

 

A tal proposito è da dire che la tempestività negli interventi è maggiore da parte dei professionisti visto che i volontari devono lasciare il lavoro e non sono in continua attesa e disponibilità per le emergenze. In Francia il servizio di soccorso alpino è affidato alla Gendarmeria.

 

Da ultimo ma non meno importante è da dire che i reparti specializzati del Sagf, Saf, Rim, Soccorso alpino della polizia di Stato oltre ad avere mezzi terrestri e aerei idonei per ogni necessità, hanno la preparazione giuridico - operativa per permettere ai propri uomini di poter ricostruire esattamente qualsiasi evento legato ad infortuni ad alta quota assicurando anche le necessarie funzioni di polizia giudiziaria nei casi in cui, dalla dinamica degli incidenti, possono essere ravvisati eventuali elementi di interesse penale.

 

Anche il servizio di eliambulanza pubblica in Abruzzo e in tutta Italia (tranne che nelle Regioni a statuto speciale) è da rivedere perché troppo costoso.

 

Attualmente, in ogni Regione italiana il servizio di emergenza aerea a mezzo elicottero medicalizzato è affidato a privati a costi molto alti. Più è vasta la superficie della regione più è alto il costo che ogni regione deve corrispondere alla ditta privata proprietaria della eliambulanza.

 

Un dato su tutti. Il servizio di elisoccorso pubblico costa alla Regione Abruzzo 30 milioni di euro ogni 4 anni. 100 milioni di euro è la cifra che la Regione Lombardia deve corrispondere alla ditta privata proprietaria dell'eliambulanza. 100 milioni di euro è la cifra che la Regione Lazio deve corrispondere alla ditta privata proprietaria dell'eliambulanza. 100 milioni di euro è la cifra che la Regione Emilia Romagna deve corrispondere alla ditta privata proprietaria dell'eliambulanza.

 

E' da dire che le due eliambulanze in servizio in Abruzzo, alla data di oggi,  non sono abilitate al volo notturno.

 

Sono sempre più convinto che in Italia il servizio di soccorso alpino e quello di emergenza aerea a mezzo elicottero medicalizzato devono essere affidati ai professionisti e non ai volontari e ai privati come attualmente avviene in tutta la penisola (tranne che nelle Regioni più oculate, cioè quelle a statuto speciale).

 

Gentile signor direttore dottor Luca, confido che Lei possa dare grande  eco a queste mie affermazioni per creare maggiore sensibilizzazione al problema.

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