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Attualità

Uscite in quota per combattere le dipendenze, ecco il nuovo progetto di Montagnaterapia rivolto ai giovani nel Bellunese: “La montagna è palestra di vita, per tutti”

Il progetto si inserisce all'interno delle tre nuove proposte laboratoriali previste dal Ceis di Belluno per l'estate (oltre alla Montagnaterapia, in programma anche il teatro per le comunità terapeutiche e il laboratorio di movimento espressivo) e rientra nelle proposte sperimentali a valenza e a impatto nazionale in materia di prevenzione e contrasto alle dipendenze comportamentali e da sostanze nelle nuove generazioni

di
F.S.
20 giugno | 19:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

“La montagna è palestra di vita, per tutti”. Sono queste le parole con le quali i responsabili del Ceis di Belluno annunciano l'avvio, per i mesi estivi, di un percorso di Montagnaterapia dedicato ai giovani con dipendenze sul territorio del Bellunese. L'iniziativa s'inserisce all'interno del progetto "Creatività per la libertà" (oltre alla Montagnaterapia sono in programma anche due laboratori, uno dedicato al teatro per le comunità terapeutiche e l'altro al movimento espressivo), finanziato dal Dipartimento per le politiche antidroga della presidenza del Consiglio dei ministri.

 

“Il progetto – dicono – rientra nelle proposte sperimentali a valenza e a impatto nazionale in materia di prevenzione e contrasto delle dipendenze comportamentali e da sostanze nelle nuove generazioni”. In particolare, i laboratori di Montagnaterapia inizieranno sabato 22 giugno e si svilupperanno in 8 uscite da giugno a settembre e coinvolgeranno tutte e tre le comunità terapeutiche del Ceis di Belluno; sarà un'esperienza di trekking alla scoperta del territorio bellunese sotto la guida esperta di Rosario Fagherazi, accompagnatore del Cai.

 

“Per ogni laboratorio – continua il Ceis – c'è un importante lavoro di squadra tra operatori, psicologi, volontari, accompagnatore del Cai e tutti i soggetti coinvolti. Ogni laboratorio prevede degli incontri precedenti all'uscita dove si affrontano temi come la sicurezza in montagna, la pianificazione e l'organizzazione di un'uscita, l'alimentazione e via dicendo”. Gli obiettivi e i benefici sono molteplici.

 

“In primo luogo – concludono i responsabili – l'attività fisica e l'effetto antidepressivo della stessa che contemporaneamente promuove uno stile di vita sano e una maggiore attenzione alla cura di sé. Poi la possibilità di confrontarsi con i propri limiti in un ambiente inusuale, senza che questo comporti un reale pericolo, anzi con il miglioramento dell'autostima e dell'autoefficacia. Infine la relazione con gli esperti del Cai e i volontari che permette un valido intervento di interazione sociale, una lotta allo stigma e la possibilità di mettersi in gioco da parte di tutti, operatori e utenti”.

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