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Rifugio Nuvolau: rubano i soldi dal portafoglio della cameriera e lo abbandonano nel cestino del bagno: "Non è mai troppo tardi per migliorare"

“Da quassù - si legge nei canali social del rifugio - si possono portare a valle molte cose, in primis i propri rifiuti (anche oggi tantissima spazzatura abbandonata) e poi ricordi, fotografie, contentezza, souvenir. Ai soldi guadagnati con tanti sacrifici facciamo che ci pensiamo noi, dai”

di
Valentina Ciprian
14 agosto | 11:30
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Vanno in rifugio, rubano i soldi dal portafoglio della cameriera e lo abbandonano, vuoto, nel cestino del bagno

È successo ieri al rifugio Nuvolau, il più antico delle montagne ampezzane e uno dei più conosciuti delle Dolomiti. 

 

Lo gestisce Emma Menardi, affiancata da una squadra di collaboratori giovani e appassionati che ieri sono rimasti di stucco nel riscontrare l’accaduto, raccontato sui social con un post dai toni molto garbati.

 

Verso le 13.30, la cameriera addetta agli ordini e ai conti non trovava più il portafoglio di sala. Eppure l'aveva appena usato, al tavolo 19 avevano appena pagato 51 euro! Ha guardato a terra, ha chiesto a tutti, si è maledetta per la sua sbadataggine, per averlo appoggiato chissà dove. Ha sperato che qualcuno l'avesse trovato e portato in bar, che fosse semplicemente caduto nello zaino di qualche ospite”, si legge nel post. 

 

Nessuna sbadataggine: il portafoglio era stato sottratto e svuotato del suo contenuto.

 

“Alla fine il portafoglio è stato ritrovato. Nel bidone del bagno del rifugio, nascosto sotto tante carte. Vuoto”.

 

Nel raccontare l’episodio, i gestori del rifugio Nuvolau più che lanciarsi in invettive verso chi ha compiuto l’ignobile furto in alta quota scelgono la strada della gentilezza e colgono l’occasione per farsi portavoci di un delicato appello al buon senso: “A chi ha compiuto quest'atto vogliamo dire: si può sbagliare, anche tante volte ma non è mai troppo tardi per scegliere chi vogliamo essere. Miglioriamoci ogni giorno, rendiamoci persone più belle, abitanti degni di queste montagne e di questo piccolo strano mondo”.

 

La chiosa poi richiama ancora una volta quelle buone norme di comportamento che chiunque frequenti la montagna e i rifugi alpini dovrebbe conoscere. Ad esempio il fatto che i propri rifiuti vanno sempre riportati a valle.

 

Con queste parole si chiude infatti il post del rifugio Nuvolau: “Da quassù si possono portare a valle molte cose, in primis i propri rifiuti (anche oggi tantissima spazzatura abbandonata) e poi ricordi, fotografie, contentezza, souvenir. Ai soldi guadagnati con tanti sacrifici facciamo che ci pensiamo noi, dai”.

 

Il rifugio Nuvolau si trova a Cortina d’Ampezzo a 2574 metri di quota, sul cocuzzolo del monte omonimo e si raggiunge solo a piedi: un contesto che fa capire quanto possano essere complicati e faticosi i rifornimenti. Tappa dell’alta via numero 1 delle Dolomiti, è molto frequentato anche da chi lo sceglie come meta per escursioni in giornata.

 

Emma Menardi, che con Juan e i suoi quattro fratelli ha preso in gestione il rifugio Nuvolau nel 2021, si impegna per mantenerne intatto lo spirito di presidio alpino per “offrire ai visitatori una calda e genuina accoglienza, oggi come più di cento anni fa”. 

 

Sul sito si legge: “La difficoltà dei rifornimenti, la scarsità d’acqua e di tecnologie sono sfide da accogliere e affrontare. Aiuteranno a dimenticare lo stress della vita moderna e a vedere il mondo con occhi diversi”

 

Peccato che non sempre vada così, purtroppo.

 

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