Nel Primiero arriva Jazu, il primo Ibis eremita 'selvatico'. Peroni: ''Da sette anni si riunisce sempre con la stessa femmina, Luna. Il bracconaggio è il peggior nemico di questi animali''
Reintrodotti e ''accompagnati'' in volo attraverso quello che doveva essere il loro percorso migratorio dai ricercatori con un ultraleggero per anni, Jazu è stato il primo esemplare che è nato in natura ed ha imparato a compiere autonomamente il viaggio tra la Baviera e la Toscana. Storia di questi rarissimi uccelli minacciati (come nel XVII secolo) ancora una volta dall'uomo
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
E' arrivato a Fiera di Primiero ed è lì da due giorni assieme a una femmina, Holly e ad altri esemplari più giovani. Jazu è il primo Ibis eremita ''selvatico'' che nel 2012 ha imparato e percorso la rotta migratoria fino ad allora affrontata dai suoi simili solo con l'aiuto dei ricercatori del progetto Waldrappteam, che li guidavano in volo con dei deltaplani a motore. Lui è stato il prima a farcela e a trasmettere il 'percorso' che dalla Baviera porta in Toscana e ritorno alle generazioni successive.
A spiegarci tutto è Roberta Peroni, responsabile della campagna anti bracconaggio per l’Italia del secondo progetto Life denominato Northern Bald Ibis iniziato nel 2022. Jazu è un maschio di 13 anni nato a Burghausen in Germania, riconoscibile anche grazie all’anello che indossa, numerato 020. Questo individuo, in Italia dal 16 novembre, è arrivato qui in volo con un gruppo di almeno altri dodici ibis, passando per Krimml in Austria. A Brunico il gruppo si è diviso e Jazu è rimasto con Holly, una femmina nata nel 2022 anche lei a Burghausen, con anello numero 491.
I due esemplari, insieme anche ad alcuni giovani, sono arrivati a Fiera di Primiero e sono lì da due giorni. E’ possibile seguire il loro viaggio tramite un'applicazione che si trova sul sito del progetto Life e che si chiama Animal tracker, scaricabile anche sul cellulare. Il progetto è implementato da dieci partner di quattro Paesi, sotto la direzione dello Zoo di Schönbrunn a Vienna, con la partecipazione del Waldrappteam Förderverein, che ha promosso il progetto in passato. Vi partecipano Austria, Germania, Italia e Svizzera.
“Jazu come ogni anno, probabilmente, si fermerà nella zona di Pisa, invece Holly arriverà ad Orbetello - racconta Peroni -. Sappiamo questo perché è diversi anni che si ripete questa dinamica. L’anno scorso Mallo, la figlia di Jazu, ha raggiunto il padre decidendo di svernare nei dintorni di Pisa con lui, invece di fare come altri ibis e passare l’inverno ad Orbetello. E’ possibile conoscere tutte queste dinamiche grazie al fatto che la maggior parte dei nostri ibis è dotata di dispositivi gps i quali permettono di dire dove sono e come stanno, con chi migrano, in generale ottenere importanti informazioni etologiche. Non ultimo, l’applicazione del gps si è rivelato un ottimo deterrente contro il bracconaggio”.
L'Ibis, infatti, pur essendo un uccello rarissimo (era presente nell’Europa centrale fino al XVII secolo, prima che si estinguesse del tutto a causa dell'uomo e della caccia per poi essere reintrodotta dall'uomo a partire dai primi anni 200) è vittima di tantissimi episodi di bracconaggio con una mortalità dovuta a questa causa del 30%. Il tutto nonostante non sia confondibile con nessun’altra specie e non sia in alcun modo nociva per l'uomo e per le sue attività. “Anzi il contrario, quando immergono il becco nella terra mangiano invertebrati, lombrichi e addirittura larve di insetti che possono essere a loro volto problematici per coltivazioni e attività antropiche. Non esiste nessuna reale motivazione di conflitto quindi”, aggiunge Peroni. L’obiettivo è quello di ridurre la percentuale di perdite in Italia dovute ad attività venatorie illegali dall’attuale 31% a meno del 25% entro il 2028.
“Quando gli uccelli nascono vengono inanellati - continua l'esperta - viene dato loro un nome e vengono dotati di dispositivo gps, che è un piccolo oggetto molto leggero e non va ad inficiare l'aerodinamicità dell’animale. Alcuni degli esemplari sono nati in cattività nelle colonie di riproduzione dove si alleva a mano, per poi istruire gli ibis a fare la migrazione seguendo un ultraleggero, i nuovi individui di seconda o terza generazione invece nascono in natura”.
La particolarità del progetto non sta solo nella reintroduzione dell’ibis eremita nell’areale europeo da cui era estinto, ma nel ripristinare e mantenere la loro tradizione migratoria. Alcune coppie di ibis si separano per poi trovare altri partner nella seguente stagione riproduttiva ma non è questo il caso di Jazu e della sua compagna Luna, una femmina nata nel 2013, con la quale fa coppia da ben sette anni, riunendosi a lei tutti gli anni. Quest’anno hanno avuto quattro figli: Himbbi, Zonca, Vally ed Amanda. Ormai indipendenti, i nuovi nati dopo 5 settimane dalla schiusa si involano, seguiti per un breve periodo dai genitori per poi partire da soli e riunirsi ai coetanei. Ci auguriamo il meglio per questi particolari animali che ogni stagione tornano a visitarci durante il loro viaggio.
Foto Copy rights Waldrappteam Conservation and Research