"Negazionismo da catastrofe" e cura del territorio: una foto virale dell'alluvione in Romagna e la necessità di introdurre complessità nel dibattito
Ieri sui social è iniziata a girare vorticosamente una foto divenuta presto virale, che immortala un'enorme "tappo-catasta" di tronchi galleggianti sul fiume Lamone accumulati durante la piena contro il ponte ferroviario di Boncellino, in provincia di Ravenna. All'immagine sono stati spesso associati messaggi negazionisti del cambiamento climatico, come se un problema (l'accumulo di tronchi in alveo) escludesse l'altro (la crisi climatica in atto). La nostra riflessione


di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Mentre con un po' troppa timidezza la stampa nazionale iniziava a dar conto della nuova alluvione che ha colpito la Romagna, ieri sui social è iniziata a girare vorticosamente una foto impressionante, divenuta presto virale, che immortala un'enorme "tappo-catasta" di tronchi galleggianti sul fiume Lamone accumulati durante la piena contro il ponte ferroviario di Boncellino, in provincia di Ravenna.
Il fatto curioso, che svela una certa diffusa tendenza al "negazionismo da catastrofe", è che questa immagine è stata spessissimo accompagnata da slogan che mettono in dubbio, o negano del tutto, l'esistenza del cambiamento climatico, che come è noto è al contrario certificato, così come le sue origini antropiche, dalla quasi totalità della comunità scientifica internazionale. Nonostante questo, molti meme che sono iniziati a circolare di smartphone in smartphone e tanti dei commenti alla foto proponevano un messaggio di fondo che si potrebbe riassumere così: "Cari gretini, ecco qual è il vero problema, altroché crisi climatica! Bisogna curare il territorio, pulire i fiumi, al diavolo la CO2!"
Come purtroppo spesso accade in queste situazioni, si è tentato di semplificare e banalizzare qualcosa di estremamente complesso, creando così squadre livorose e contrapposte che hanno sproloquiato per ore sui social mentre le popolazioni colpite lottavano contro acqua e fango.
Certo che esiste un serio problema di cura del territorio.
Certo che l'accumulo di legname in alveo rappresenta un rischio enorme in molte aree.
Certo che la gestione forestale, a monte e sulle sponde fluviali, potrebbe aiutare a mitigare questo rischio.
Ma tutto quel materiale non sarebbe sceso senza precipitazioni di questo genere, ripetute per ben tre volte nello stesso territorio in un anno e mezzo, quando normalmente i tempi di ritorno erano dell'ordine dei decenni.

Commentando sui social l'immagine del ponte, Renzo Motta, professore ordinario di selvicoltura all'Università di Torino, ha correttamente contestualizzato l'accumulo di tronchi nel più ampio scenario della crisi climatica in atto: "In un momento storico come questo, nel quale stiamo affrontando un aumento della magnitudo e della frequenza di eventi estremi legati alla crisi climatica, é indispensabile ed urgente tornare a gestire il territorio ed in particolare il bosco. Gestire il bosco vuole dire sia proteggere in modo rigoroso le foreste vetuste ed i boschi importanti dal punto di vista naturalistico, sia gestire in modo sostenibile i boschi che hanno una forte connotazione antropica (e che quindi se abbandonati vanno incontro al degrado e non alla rinaturalizzazione). Gestire il territorio ed il bosco vuole dire assumersi responsabilità e non mettere la testa sotto la sabbia o, come nel caso dell'immagine, sott'acqua".
Mitigazione (diminuire drasticamente le emissioni climalteranti) e adattamento (creare territori e società più resistenti e resilienti) sono due azioni da mettere in campo assieme, in equilibrio e in sinergia con la tutela ambientale, non certo da contrapporre in un'assurda partita sui social. Un problema non esclude l'altro insomma, e per tentare almeno in parte di risolverli occorre agire urgentemente su più fronti, anche su quello culturale, contrastando le fake news e l'immancabile "negazionismo da catastrofe" che cerca di annientare la complessità e l'intelligenza, spesso riuscendoci.
Alcuni mesi fa abbiamo pubblicato un video, realizzato da Compagnia delle Foreste per il progetto InVouderm, che mostra la situazione di alcuni versanti boscati liguri e spiega la problematica dei tronchi accatastati in alveo. Lo riproponiamo vista l'attualità dell'argomento, invitando però a riflettere in modo complesso di fronte a situazioni come quelle mostrate dalle foto virali del ponte di Boncellino.