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Attualità

Opera necessaria o fonte di degrado? La nuova strada per i Piani d’Erna, il “balcone panoramico” di Lecco, divide il mondo della montagna locale

La conca prativa dei Piani d’Erna domina dai suoi 1300 metri di quota la città di Lecco, alla quale è vicinissima e dal cui centro è facilmente raggiungibile tramite funivia. Ex stazione sciistica, priva di collegamenti stradali e perciò meta di un turismo dolce lungo tutto l’anno, è ora interessata dal progetto di una nuova strada promosso dal Comune di Lecco, la cui notizia ha subito acceso un animatissimo dibattito

di
Luca Rota
11 marzo | 06:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Se dal centro di Lecco si volge lo sguardo a oriente per ammirare l’inconfondibile e iconico profilo dentellato del Resegone, prima che sulle sue punte gli occhi incappano nelle poderose forme del Pizzo d’Erna e delle sue ampie falesie che si elevano verticali dalla fascia collinare a monte della città. Pur essendo meno alto del Resegone, ma trovandosi più vicino al centro abitato, il Pizzo d’Erna appare imponente e severo: chi non è della zona difficilmente potrebbe pensare che oltre le sue pareti verticali vi sia un’ampia conca prativa di grande bellezza, i Piani d’Erna, da sempre meta montana primaria per i lecchesi proprio per la sua vicinanza al centro città e per essere stata raggiunta dagli anni Sessanta del Novecento da una funivia, il che rende i Piani facilmente accessibili da Lecco e dal circondario con i mezzi pubblici, dunque senza l’uso dell’auto.


Uno scorcio dei Piani d'Erna e, ai loro piedi, della città di Lecco, visti dal sentiero di salita alla vetta del Resegone.

Per queste peculiarità i Piani d’Erna sono diventati il “balcone panoramico alpestre di Lecco” e non solo dal punto di vista morfologico: nel secondo Novecento alcuni imprenditori locali pensarono di creare lassù una sorta di città-satellite turistica di Lecco, con l’edificazione di numerose case radunate in sei piccoli quartieri e poi alcuni alberghi, una scuola, attrezzature sportive varie (soprattutto sciistiche, ovviamente), una chiesa, un eliporto e addirittura un piccolo ospedale. Tali opere sarebbero state collegate da una via principale e da una fitta rete di percorsi pedonali ma, pur nell’evidente gigantismo del progetto in relazione al luogo, tipico di quegli anni di boom economico e industriale nei quali sembrava che tutto fosse possibile, i suoi ideatori rifiutarono la costruzione di una strada carrozzabile, troppo costosa e, soprattutto, tremendamente impattante per quell’angolo montano così piacevolmente integro.


La funivia originaria per i Piani d'Erna, in una foto di fine anni Sessanta. Immagine tratta da www.leccotoday.it

Di quel progetto obiettivamente utopico, in bene e in male, non se ne fece quasi nulla eccetto che per la realizzazione della citata funivia e di qualche casa: ad oggi i residenti di Erna sono 15, ma che vi risiedono stabilmente sono solo 2. Di conseguenza i Piani d’Erna si sono contraddistinti come un’oasi a trazione naturale, di tranquillità, a pochi passi dalla città di Lecco e ciò anche per non essere raggiunti da una strada, dunque rimanendo privi di qualsiasi traffico automobilistico: un luogo da sempre vissuto e da vivere in modo dolce e sostenibile.

 

In realtà, una pista carrabile di collegamento è stata successivamente costruita per mere necessità di emergenza, attraverso il profondo solco della Val Boazzo, ma ha subìto spesso danni e deterioramenti da dissesti vari e oggi risulta impercorribile dagli autoveicoli. Circostanza che, pur in modo accidentale, contribuisce alla fruizione non motorizzata della conca di Erna e alla sua amenità alpestre così gradita da tutti. Inoltre i suoi trascorsi di stazione sciistica ormai chiusa da tempo e la citata frequentazione turistica sostenibile hanno fatto dei Piani un'aree pilota – una delle tre italiane - di “BeyondSnow, il progetto europeo gestito per l’Italia da Legambiente che motiva le comunità a trovare nuove modalità di promozione dell’ambiente alpino con l’obiettivo di migliorare la resilienza ai cambiamenti climatici delle destinazioni e delle comunità turistiche sulle Alpi.


Una cartolina di fine anni Settanta, quando i Piani d'Erna erano una piccola ma frequentata stazione sciistica. Immagine tratta dal web.

In questa realtà di fatto che caratterizza oggi i Piani d’Erna, di recente è giunta la notizia delle azioni intraprese dal Comune di Lecco per la realizzazione di una nuova strada di collegamento - con la definizione di “pista agro-silvo-pastorale” - tra la città e i Piani, stavolta atta al transito continuativo di autoveicoli. Il primo passo al riguardo è stato l’incarico per la progettazione di fattibilità tecnico-economica del collegamento a un Raggruppamento Temporaneo di Professionisti, con lo stanziamento dell’importo complessivo di 67.528 Euro. Sul sito del Comune di Lecco il sindaco Mauro Gattinoni spiega che "L’obiettivo è dotare Erna di un collegamento carrabile di servizio complementare alla funivia. Questo ci consentirà di gestire in sicurezza situazioni emergenziali che riguardassero residenti e turisti, sarà un supporto fondamentale per il servizio antincendio boschivo e per la manutenzione degli spazi e del bosco. In questo modo sosteniamo concretamente  lo sviluppo di Erna e gettiamo le basi per aumentarne l’attrattività, stimolando la nascita di nuove esperienze turistiche e micro economie della montagna".

 

Seppure sullo stesso sito comunale si legge che "Una volta realizzata la strada non sarà a disposizione di tutti ma sarà accessibile solo per i soggetti autorizzati", inevitabilmente la notizia dell’avvio dell’iter amministrativo per la sua realizzazione ha subito animato un vivace dibattito nell’opinione pubblica locale e in particolar modo nel mondo della montagna e dell’ambientalismo lecchesi.


L'attuale funivia per i Piani d'Erna.

Tra i primi soggetti a commentare la situazione è stata proprio Legambiente Lombardia, titolare come detto del progetto “BeyondSnow” in loco: "Il rischio è che l’opera diventi una strada per consentire l’ingresso automobilistico in un luogo naturale. Se ciò dovesse accadere, i Piani d’Erna perderebbero gran parte del loro potenziale di attrazione turistica. Occorre proibire ogni uso improprio. La pista ha un senso anche economico e ambientale solo se viene intesa come infrastruttura territoriale, per un progetto di sviluppo per gli imprenditori agro-silvo-pastorali da reinsediare in modo sostenibile e compatibile, che non porti alla scomparsa di prati e pascoli che hanno sempre caratterizzano quella zona". Occorre denotare che al momento le attività imprenditoriali agro-silvo-pastorali ai Piani d’Erna sono minime, anche in forza della ormai consolidata vocazione turistica del luogo e della relativa frequentazione durante tutto l’anno.

 

A Legambiente si è affiancata la sezione di Lecco del Club Alpino Italiano, che con un proprio comunicato ha delineato la posizione assunta: "Accettiamo l’idea della strada ma che non sia un percorso aperto a tutti. Ricordiamo che Erna è soprattutto un pascolo da preservare contro l’avanzata del bosco. Il suo fascino sta anche nell'assenza di auto, nel carattere di sobrietà unita a una certa "scomodità" ormai difficile da trovare nelle località di montagna. Sosteniamo nel contempo il potenziamento con tutte le modalità possibili del trasporto a fune prevedendo agevolazioni ad hoc per residenti e proprietari sia per la funivia che per il trasporto merci tramite la teleferica". Il Cai lecchese rimarca inoltre il rischio che la nuova strada "possa servire da grimaldello per aprire analoghi percorsi o similari collegamenti 'ciclabili' (nati anche dall’allargamento di sentieri esistenti) in altre zone non 'infrastrutturate' del territorio".

 

Altri soggetti che hanno posto perplessità sul progetto sono stati il Wwf, la Lipu e il Centro Ricerche Ornitologiche Scanagatta di Varenna: "I lavori di costruzione di una strada e il successivo utilizzo comporterebbero un notevole aumento del disturbo per la fauna e una riduzione e frammentazione degli habitat" hanno avvertito sulla stampa locale.


Il Resegone visto dai Piani d'Erna.

A queste voci di perplessità e dissenso sulla nuova strada risponde il “Comitato Piani d’Erna”, composto dai proprietari delle 90 abitazioni che ci sono ai Piani (la gran parte seconde case, come accennato), alle quali si devono aggiungere 3 esercizi pubblici: "Va ricordato che non verrà tracciata una nuova strada, bensì verrà ripristinata quella esistente, la quale venne realizzata in occasione dell’installazione della funivia e poi abbandonata" (in realtà sul sito del Comune di Lecco si legge tanto dell’adeguamento del tratto di viabilità agro-silvo pastorale già esistente quanto della realizzazione di un nuovo tratto fino ai Piani d’Erna). "Non sarà certo una strada per salire nei weekend con gli amici – continua il Comitato – posto poi che la regolamentazione non la faremo noi ma l’Amministrazione comunale. I Piani d’Erna hanno le stesse spese comunali di un qualsiasi quartiere della città, eccetto un’agevolazione sulla Tari, a fronte di servizi assolutamente differenti. Sicuramente questioni che vanno messe in secondo piano, ma non vanno dimenticate".

 

Insomma: come visto il dibattito al riguardo è aperto e già piuttosto animato, visto che anche nel mondo della montagna lecchese non mancano le voci favorevoli alla nuova strada. Risulta facile prevedere che nelle prossime settimane le discussioni aumenteranno ancora, con il prosieguo dell’iter amministrativo e le conseguenti prossime mosse del Comune a sostegno oppure di retromarcia su quest'infrastruttura.

 

 

Dove non diversamente indicato, le immagini a corredo dell'articolo sono tratte da https://leccotourism.it/piani-derna/.

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