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Montagnaterapia: così le terre alte diventano una risorsa per la salute ed il benessere mentale. “Le montagne? Un ambiente terapeutico naturale”

Firmata a Trento una convenzione tra l'Azienda provinciale per i servizi sanitari e la Società alpinisti tridentini: saranno realizzate iniziative riabilitative in montagna per i pazienti dei Centri di salute mentale

di
F.S.
18 aprile | 19:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

“Le nostre bellissime montagne sono una risorsa unica non solo per il benessere fisico ma anche per quello mentale, sono un ambiente terapeutico naturale”. Sono queste le parole con le quali il direttore genere dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari trentina, Antonio Ferro, ha annunciato la firma di una convenzione tra Apss e Società alpinisti tridentini per la realizzazione di iniziative riabilitanti in quota per i pazienti dei Centri di salute mentale e in generale delle persone con disabilità. Una “Montagnaterapia” insomma, per far diventare le terre alte un contesto istituzionalizzato di cura e riabilitazione. Il progetto è stato presentato il 17 aprile dallo stesso Ferro, assieme alla direttrice per l'integrazione socio-sanitaria Elena Bravi, al direttore del dipartimento transmurale di salute mentale Claudio Agostini, alla presidente della Sat Anna Facchini insieme alla consigliera Sat Paola Trainatti e a Claudio Colpo, coordinatore del Gruppo montagna per tutti.

 

Sulla base dell'accordo, saranno organizzate escursioni e altre attività in ambiente montano, con la sapiente guida dei soci volontari Sat e il supporto degli operatori sanitari, per promuovere un approccio inclusivo e accessibile alla montagna che possa avere una valenza terapeutica, riabilitativa e socio-educativa per le persone portatrici di diverse problematiche, patologie o disabilità: il tutto con l'obiettivo, dicono le autorità sanitarie trentine, di favorire il recupero di competenze e la crescita e l'autonomia del singolo all'interno di un gruppo. “Gli interventi socio-sanitari – spiegano dall'Apss – si integrano con le conoscenze culturali e tecniche proprie di chi frequenta la montagna con prudenza, in un lavoro di equipe pianificato e condotto in sinergia. Inizialmente le uscite saranno dedicate ai pazienti seguiti dai Centri di salute mentale, ma in prospettiva potranno essere coinvolti anche pazienti con altre tipologie di disabilità, avendo la montagna una valenza terapeutica generale. La convenzione rappresenta quindi un accordo quadro sulla base del quale saranno definiti dai Centri di salute mentale e dalle varie sezioni Sat i dettagli delle uscite focalizzate sugli utenti, garantendo sempre i requisiti di base e di sicurezza e benessere per tutti i partecipanti”.

 

L'accordo prevede inoltre iniziative culturali e divulgative per sviluppare il confronto all'interno della società civile sull'utilizzo della montagna come luogo di miglioramento del benessere fisico e psichico e iniziative di studio e ricerca finalizzate a una maggiore conoscenza delle ricadute clinico-terapiche delle attività di montagnaterapia. “Affrontare le sfide della montagna – continua Ferro – consente anche a chi ha una disabilità di aumentare la fiducia nelle proprie capacità e di connettersi con la natura, indipendentemente dalle proprie capacità fisiche o mentali. Ringrazio la Sat per la disponibilità ad 'istituzionalizzare' tramite questa convenzione un'attività come la montagnaterapia che promuove già da anni con grande impegno, con l'obiettivo di favorire l'inclusione sociale e la partecipazione attiva delle persone con disabilità”.

 

“Sat – ha dichiarato invece la presidente Anna Facchini – ha sempre promosso lo sviluppo della montagna come luogo di inclusione e coesione sociale. Promuovere le condizioni che favoriscono l’accessibilità alla montagna è quindi un modo per fare inclusione. L’ accordo che firmiamo oggi sistematizza e facilita le collaborazioni tra le diverse sezioni Sat e l’Azienda sanitaria. Un accordo di sistema che risponde anche ad una sollecitazione e suggerimento venuto dal Cai, quando parla di ‘montagnaterapia’. È un’attività che si vede poco e l’auspicio è che prenda più visibilità. Ha in sé principi importanti che riconosciamo nelle sue parole chiave: inclusione, cura, accoglienza. Già nel 2018 anche la Federazione della Cooperazione Trentina aveva sostenuto il progetto denominato 'Esperienze in rifugio' come modello di inclusione sociale. La Sat nei suoi intenti facilita e promuove la frequentazione consapevole della montagna, riconoscendone anche i limiti. In questo caso lo facciamo individuando percorsi adatti, accompagnando le persone a piedi o sfruttando il trasporto con le joëlette”.

“I benefici della montagna per la salute mentale e il benessere delle persone con disabilità sono tantissimi – ha aggiunto Elena Bravi –: l'ambiente montano con i suoi colori, profumi, con i suoi suoni ma anche il silenzio, aiuta a ridurre ansia e stress, la sfida fisica contribuisce a migliorare l'autostima e la consapevolezza di sé, l'esperienza di gruppo e la condivisione contribuiscono a rompere le barriere sociali, a superare lo stigma e a favorire la comprensione e l'accettazione tra individui”. “La montagna è terapia – ha ribadito Paola Trainotti – e i benefici che può dare una passeggiata, lo stare nel verde o nella neve, a quote non troppo elevate, sono molteplici. Organizziamo passeggiate adeguate alle capacità degli utenti, che variano nella difficoltà. Ci confrontiamo sempre con il personale dell'azienda sanitaria che ci accompagna costantemente”.

 

“È una convenzione che non nasce dal nulla e per caso – ha concluso Claudio Colpo coordinatore del Gruppo montagna per tutti – ma va a certificare un lavoro che ha decenni di storia alle spalle. Una delle tante attività di Sat magari meno note ma importantissime che si regge sul volontariato. Il nostro è un servizio di accompagnamento, mettiamo a disposizione la nostra conoscenza del territorio e la capacità di saper individuare un percorso che meglio si adatta al gruppo che si andrà ad accompagnare”. Per Claudio Agostini, direttore del dipartimento di Salute mentale, si tratta infine di un punto di arrivo, non di partenza: “Che definisce anche una serie di questioni logistico-organizzative che favoriranno la buona riuscita delle varie escursioni. La nostra terra trentina può offrire al mondo tanta bellezza, non solo da ammirare, ma anche da assaporare come elemento di benessere e salute. Da oggi, grazie ai nostri amici della Sat, questa bellezza è più raggiungibile”.

 

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