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Attualità

La pista da bob di Cortina aiuta a diventare cittadini consapevoli: un esempio per imparare a monitorare i progetti più discutibili

Dal 3 al 6 ottobre si è tenuta a Calalzo di Cadore la scuola Common, organizzata da Libera e gruppo Abele in collaborazione con Open Olympics con lo scopo di formare attiviste ed attivisti al monitoraggio delle opere pubbliche. Si è discusso di legacy dei giochi olimpici, di legalità e del diritto dei cittadini di avere accesso ai documenti riguardanti la spesa pubblica, un diritto fondamentale per la partecipazione delle comunità locali alle decisioni della politica

di
Michele Filippucci
09 ottobre | 18:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

"Entro febbraio 2026, in questa pianura alluvionale del torrente Boite, sarà costruito il villaggio olimpico. Nonostante ciò, ad oggi non è stato ancora pubblicato il progetto, né sono iniziati i lavori" così ha raccontato uno degli attivisti della rete Open Olympics in una mattina fredda di inizio ottobre, indicando intorno a sé un vasto spazio vuoto e desolato che tra sedici mesi dovrà ospitare alcuni dei migliori atleti del mondo. Insieme ad un’altra attivista del territorio ha guidato una passeggiata monitorante attraverso i luoghi delle infrastrutture di Milano-Cortina 2026 a cui hanno partecipato circa cinquanta persone.


Gli attivisti di Open Olympics indicano le colate detritiche sui pendi delle Pale di Pezories. foto: Michele Filippucci

Nel corso della passeggiata, i due attivisti hanno messo i partecipanti al corrente dei rischi legati all’infrastruttura. Dandosi il turno per raccontare, hanno indicato i pendii delle montagne di fronte, le pale di Pezories, spiegando l’origine delle colate detritiche ben visibili e il possibile impatto che il cambiamento climatico avrà sulla loro frequenza ed intensità, oltre che sulle piene del torrente Boite. Hanno parlato della scarsa trasparenza con cui viene portata avanti la costruzione del villaggio olimpico, un’opera di cui si sa ancora poco a distanza di appena più di un anno dall’inizio dell’evento sportivo. Sono state diffuse alcune bozze di progetto, ma rimangono diversi punti di domanda sulle caratteristiche dell’infrastruttura. Nonostante il villaggio olimpico sia stato presentato come un esempio di sostenibilità - smantellabile a giochi conclusi, costruito con materiali riciclabili e ad alta efficienza energetica - per la sua costruzione non è stata fatta nessuna valutazione di impatto ambientale e la valutazione del rischio idrogeologico è stata estremamente superficiale.


Il campo di volo di Cortina (località Fiames) dove verrà costruito il villaggio olimpico che tra sedici mesi dovrà offrire 1.400 posti letto ad atleti, tecnici e personale amministrativo dei giochi olimpici. Foto: Michele Filippucci

Questa è stata solo la prima tappa della passeggiata monitorante che si è tenuta il 4 ottobre 2024 a Cortina d’Ampezzo e Pieve di Cadore nell’ambito dell’ultima edizione della scuola Common di Libera e Gruppo Abele. La scuola ha avuto l’obiettivo di formare attiviste e attivisti di Libera ed altre associazioni del territorio italiano al monitoraggio civico, ovvero il controllo della legalità e della trasparenza delle gare d’appalto e dei finanziamenti pubblici delle istituzioni italiane. Il monitoraggio civico è un diritto garantito dal decreto 33/2013 che permette ai cittadini e le cittadine di conoscere l’entità e la finalità delle spese pubbliche, dati di grande importanza per l’esercizio della democrazia. 

 

Ogni anno la scuola si tiene in un luogo significativo per le tematiche trattate e quest’anno la scelta è caduta sul Cadore, dove è in corso la costruzione di alcune delle nuove infrastrutture per i giochi olimpici. Il villaggio olimpico, infatti, non è l’unico progetto che solleva dubbi sulla sostenibilità e legacy dei giochi. Proprio la preoccupazione diffusa per gli interventi infrastrutturali delle prossime olimpiadi ha dato origine al comitato Open Olympics, di cui Libera è parte, che dal 15 aprile 2024 porta avanti con forza la richiesta di piena rendicontabilità e legalità dei giochi invernali di Milano Cortina, in difesa del diritto alla trasparenza. 


Operai al lavoro nel cantiere del 'Cortina Sliding Centre', la nuova pista da bob, slittino e skeleton che sostituirà la vecchia struttura intitolata ad Eugenio Monti nel 1956. Foto: Michele Filippucci

La passeggiata monitorante è continuata a Cortina D’Ampezzo. Ai margini della cittadina sono cominciati i lavori per la ristrutturazione dello stadio olimpico del ghiaccio, che subirà una ristrutturazione parziale, dato lo scarso numero di spettatori atteso per la disciplina del curling, e della tanto discussa pista da Bob Eugenio Monti, che risale alle Olimpiadi di Cortina del 1956. Nei documenti ufficiali della Società Infrastrutture Milano Cortina (Simico) l’intervento sulla pista da bob viene descritto come una ‘riqualificazione’, ma di fatto si tratta di una demolizione. La pista verrà completamente ricostruita per essere in linea con le nuove tecnologie di bob, slittino e skeleton, che oggi raggiungono velocità molto più elevate che nel 1956. Un investimento di almeno 120 milioni di euro il cui destino a olimpiadi finite rimane poco chiaro.


Vista dall'alto di una parte del cantiere del 'Cortina Sliding Centre'. A sinistra una porzione della vecchia pista da bob 'Eugenio Monti' rimasta intatta. Foto: Michele Filippucci

Data la lacunosità delle informazioni sui progetti, le valutazioni di impatto ambientale e la legacy delle infrastrutture olimpiche, la rete Open Olympics ha chiesto a Simico di realizzare un portale trasparenza in cui vengano riportate queste informazioni, facilitandone la consultazione da parte delle associazioni e dei cittadini. Simico, in un recente articolo comparso su Avvenire, ha promesso di realizzare tale portale entro fine settembre, ma online non c’è ancora nulla (‘sebbene ci sia una interlocuzione con la società infrastrutture e ci aspettiamo che il portale sarà presto disponibile’, rassicurano gli attivisti di Open Olympics).

 

La scuola Common 2024 è stata un passo importante per la rete Open Olympics, che permetterà di coinvolgere nuovi volontari e volontarie nel monitoraggio del grande evento sportivo che presto l’Italia ospiterà. Tuttavia, le olimpiadi non sono state l’unico tema della scuola di monitoraggio, durante la quale è stato anche affrontato il tema dei finanziamenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), oggetto di una campagna di Libera ormai giunto alla seconda edizione: 'PNRR ai raggi X'. Il progetto di monitoraggio ha evidenziato l’inefficienza degli apparati pubblici nel rendicontare i finanziamenti relativi al Pnrr.

 

Nella passata edizione del progetto, insieme a 124 volontari e volontarie, Libera ha censito dal basso 1598 progetti, raccogliendo le informazioni direttamente dai comuni coinvolti. E’ stato quindi possibile confrontare la documentazione ottenuta con la documentazione ufficiale di Anac e Italia Domani, evidenziando una enorme discrepanza nei dati: 900 progetti (o meglio CUP, codici unici di progetto) dei 1598 mappati da Libera non sono presenti (o almeno non sono coincidenti) nel database istituzionale. Si tratta di una differenza del 56%, ben oltre la metà. Un altro caso di mancata trasparenza sulla spesa pubblica che interessa il paese in maniera diffusa e che rischia di rendere l’enorme sforzo economico del Pnrr poco democratico.

 

Sia la campagna ‘Open Olympics’ che ‘Pnrr a raggi X’ hanno messo in luce la limitatezza dei dati, in termini di quantità e qualità, per il monitoraggio civico delle opere, un importante diritto dei cittadini. La richiesta di legalità e trasparenza si inserisce nel contesto di territori, come quello del Cadore, che devono confrontarsi con i problemi dello spopolamento e di un clima in rapido mutamento. Fenomeni che necessitano interventi attenti e consapevoli da parte dello stato per i quali il coinvolgimento delle comunità locali è un ingrediente fondamentale per un futuro giusto, che tuteli gli interessi di tutti e non solo di alcuni.

 

Fonti:

Report Open Olympics

Ombre sulla Neve - Luigi Casanova, Altreconomia (2022)

Report Neve Diversa 2024 - Legambiente

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