Jesolo, meta sciistica del presente e del futuro? Su una pista di plastica riciclata la montagna incontra il mare
Il 25 maggio a Jesolo si potranno indossare sci, scarponi e casco per scendere su una pista lunga oltre 30 metri e fatta interamente di plastica riciclata. Un'iniziativa che si fa riflesso dell'intramontabile brama di futuro e della conseguente difficoltà a vivere il presente
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
La smania di rincorrere il futuro è sintomo della difficoltà di vivere il presente. Questa è la sola, unica, spiegazione che sono riuscito a darmi leggendo la notizia che il 25 maggio a Jesolo si potranno indossare sci, scarponi e casco per scendere su una pista lunga oltre 30 metri e fatta interamente di plastica riciclata.
“Anche i più inesperti – si legge sul Corriere del Veneto – potranno provare l’ebrezza di curvare da una parte all’altra della pista accompagnati da maestri professionisti, ma non ci si illuda di affondare lo sguardo su un manto innevato: il fondo a prima vista somiglia più a una distesa d’erba verde brillante, dove ogni filo un tempo era un oggetto di plastica gettato tra la spazzatura”.
Ad organizzare l’evento è il brand Energia Pura, conosciuto per vendere capi d’abbigliamento sportivi realizzati grazie a materiali riciclati e a loro volta riciclabili. Un’idea virtuosa, che indubbiamente guarda alle esigenze ambientali che caratterizzano il pianeta Terra. Si legge sul sito del brand:
“La nostra responsabilità tangibile verso l’ambiente realizzando prodotti derivati dal riciclo e riciclabili: tessuti, etichette, cerniere, imbottiture, ogni componente è coinvolto in questo processo di rivitalizzazione della materia. Si realizza così un percorso continuo e virtuoso che azzera gli scarti e attiva un autentico ciclo di sostenibilità”.
Ma il punto non è questo (anche se comunque il tema del riciclo, così come quello della riduzione dei consumi, è importante, per non dire urgente). Se si decide di attrezzare a Jesolo una pista da sci “vista mare” un senso ci dev'essere. Questo è certo. E, considerato il conteso in cui si andrà a inserire, non avrà alcun impatto né di tipo ambientale, né di carattere sociale. Ciò che è difficile comprendere è l'inquietudine con cui si vive il presente. Un presente che, in modo evidente, facciamo fatica ad accettare. Bramiamo lo sci in maggio, quando il carattere stagionale offre diverse e altrettanto pregevoli iniziative.
Poi quando si fanno strada le temperature algide e pungenti dell'inverno, emigriamo in qualche isoletta tropicale, alla ricerca del caldo e di un'abbronzatura rinnovata. Inseguiamo il futuro e trascuriamo il presente. Così le stagioni scorrono rapide in questa rincorsa senza fine, causata da un appagamento che sembra irraggiungibile. Intanto il presente, trascurato, sta accumulando scorie sociali e ambientali. Prima o poi consegnerà il conto.
Sarebbe interessante iniziare a prendersi cura del presente. Incentivando il riciclo ovviamente, così come adattando la produzione alle reali esigenze dei consumatori; ma anche imparando a godere l’attimo in cui stiamo vivendo e le peculiarità che ciascuna stagione è in grado di offrire. È forse il primo passo per iniziare a prenderci anche cura di noi.