"Invertire il racconto della mancanza di opportunità e offrire servizi". Da Oltreterra 2024 idee e proposte per superare l'abbandono della montagna
Oltreterra, il "Think tank" delle comunità d'Appennino, ha concluso la sua undicesima edizione. Ne sono usciti progetti e idee a cui lavorare sui territori e tra le istituzioni, sulla scorta di tre principi guida emersi da tutti e sei i tavoli di lavoro: integrazione, coesistenza e accoglienza, nell'ottica di superare l'abbandono per curare “a monte” il dissesto territoriale e sociale che, dalle Terre alte, si riflette irrimediabilmente su valli e città
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Oltreterra è un evento annuale, promosso da Slow Food Italia, Legambiente, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna, Romagna Acque e Fondazione Alberitalia, che ha da sempre l’obiettivo di promuovere azioni economiche sostenibili e replicabili per la montagna italiana, offrendosi come luogo e momento di confronto fra enti, associazioni e portatori di interesse. Una sorta di “Think tank” dedicato specificatamente alla montagna, in particolare a quella appenninica.
L’edizione 2024 (l'undicesima), svolta a Santa Sofia (FC) dal 13 al 15 novembre scorsi, ha visto i numerosi partecipanti provenienti da tutta Italia lavorare su sei diversi tavoli di lavoro, che come sempre hanno restituito proposte concrete su cui lavorare nei prossimi mesi e anni.
Ecco alcune delle principali proposte emerse dal lavoro dei gruppi:
- Promuovere una nuova figura professionale, quella di “forest manager”, che sia ponte di coordinamento tra bosco, imprese e istituzioni, per la rinascita di filiere sostenibili del legno Made in Italy perfettamente integrate con la strategia nazionale per la biodiversità.
- Riportare la montagna sui banchi di scuole per sperimentare una nuova didattica che valorizzi il ruolo educante delle Terre alte. A Oltreterra 2025 verrà organizzato il primo corso sull'“educare alla montagna” per promuovere una nuova narrazione delle Terre alte, coinvolgendo insegnanti, educatori, l'Associazione italiana insegnanti di geografia e Indire - Istituto nazionale documentazione innovazione ricerca educativa.
- Avviare fin da ora una riflessione sui “nuovi popolanti” che già oggi contribuiscono a tenere viva la montagna: i migranti. Occorre andare oltre le diffidenze promuovendo un'accoglienza che metta in campo soluzioni non estemporanee, partendo dal definire in ogni valle opportunità e numeri dell’accoglienza, anche sulla base di abitazioni disponibili e accessibili.
- Ragionare su un turismo sostenibile che stimoli la partecipazione e faccia riflettere sulle opportunità e i rischi, tenendo sempre presente la coesistenza indispensabile fra turisti e abitanti.
- Affrontare il conflitto tra fauna selvatica e allevamento. Il presidio del territorio non si può fare infatti solo con recinzioni o cani da guardiania: c’è bisogno di una presenza umana attiva e consapevole. Per costruire un equilibrio tra allevamento e tutela della fauna servono politiche chiare, in grado di valorizzare le piccole realtà di allevamento, specie di razze autoctone.
- Mappare le comunità castanicole italiane attraverso la Rete nazionale Slow Food dei castanicoltori e comunicare il valore culturale ed economico di questa economia montana che attraversa l'Italia da nord a sud.
Quello che Oltreterra ha ribadito in tre giorni di lavoro è ancora una volta, come ha spiegato Antonio Nicoletti di Legambiente che: “La montagna, con coraggio e consapevolezza, deve invertire il racconto della mancanza di opportunità e offrire servizi per le comunità e le persone, puntando sulla crescita dei servizi per l'infanzia e dei giovani investendo, senza riserve, in asili nido di comunità, biblioteche e scuole di musica, anche allo scopo di diventare territori attrattivi e formativi per i neopopolanti”.
“Da tempo come Slow Food pensiamo che le Terre alte siano il futuro di questo Paese e i migranti sono i cittadini del futuro", ha ribadito Federico Varazi, Vicepresidente nazionale di Slow Food Italia, “è molto importante e interessante inserire l'idea di integrazione nella discussione avvenuta a Oltreterra, in cui non si è parlato solo di boschi e pascoli, ma anche di persone. I migranti rappresentano un'opportunità per i territori, basti pensare al mondo agricolo”.
Oltreterra aggiunge così nel dibattito, da quest'anno, un terzo livello di integrazione su cui discutere. A quello fra uomo e natura, parlando di pascoli e foreste, e a quello fra turisti e comunità, discutendo di nuove forme di turismo, si aggiunge l'interconnessione necessaria tra nuovi cittadini e comunità di montagna, che da sempre rappresentano un tessuto in grado di accogliere chi vuole integrarsi.