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Attualità

Diga del Vanoi, il consorzio bonifica del Brenta accelera i tempi per il dibattito pubblico. Guarda (Avs): "E' un ecomostro costosissimo"

Sembrava che l'opera fosse stata tolta dall'elenco di quelle considerate prioritarie per combattere la siccità in Veneto, ma non è così. Anzi, l'iter prosegue senza soste e l'intenzione del Consorzio di Bonifica del Brenta è quella di passare quanto prima alla fase di dibattito pubblico. Durante il quale verrà presentato il progetto per la realizzazione dell'invaso che, nelle intenzioni, dovrebbe sorgere tra le province di Belluno e Trento, nella valle del torrente Vanoi

di
D.L.
04 luglio | 17:03
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

VALLE DEL VANOI. Il progetto della diga del Vanoi non si è fermato.

 

Sembrava che l'opera fosse stata tolta dall'elenco di quelle considerate prioritarie per combattere la siccità in Veneto, ma non è così. Anzi, l'iter prosegue senza soste e l'intenzione del Consorzio di Bonifica del Brenta è quella di passare quanto prima alla fase di dibattito pubblico. Durante il quale verrà presentato il progetto per la realizzazione dell'invaso che, nelle intenzioni, dovrebbe sorgere tra le province di Belluno e Trento.

 

I comuni, la provincia, la regione e tutte le autorità competenti hanno ricevuto una comunicazione da parte del Consorzio, che è stato incaricato - con il finanziamento di 1 milione di euro da parte del ministero dell'Agricoltura - di realizzare lo studio e progettare la Diga.

 

Gli enti sopracitati avranno 15 giorni di tempo per rispondere e comunicare la propria adesione sul confronto al progetto, ma anche proporre eventuali osservazioni preliminari riguardanti l'amplissima documentazione ricevuta e indicare altri enti, pubblici o privati, che possano essere interessati a partecipare alla fase di dibattito.

 

L'intenzione da parte del Consorzio è quella di passare il prima possibile alla fase del dibattito pubblico, obbligatorio per "le opere costituenti impianti destinati a trattenere, regolare o accumulare le acque in modo durevole con soglia dimensionale superiore a 30 metri  o che determinano un volume d'invaso superiore a 40 milioni di metri cubi, per cui il progetto "Serbatoio del Vanoi - Realizzazione di un vaso sul torrente Vanoi e tutela dell'irrigazione nel comprensorio di Bonifica Brenta" è soggetto a dibattito pubblico obbligatorio per superamento del limite di altezza".

 

La questione riguarda la diga del Vanoi è assai dibattuta: l'intenzione sarebbe quella di realizzare una grande diga, alta oltre 100 metri (116 metri per la precisione: lo sbarramento poggerebbe a destra nella zona più a nord del comune bellunese Lamon, a sinistra in quello di Canal San Bovo, ma la maggior parte dell’invaso ricadrebbe in territorio trentino, che formerebbe un bacino tra i 33 e i 40 milioni di metri cubi, raccogliendo l'acqua del torrente Vanoi. Un progetto la cui prima ideazione risale addirittura al 1922 e la cui versione più recente e ora dibattuta è del 1998, pensato innanzi tutto per la produzione idroelettrica ma sempre più, negli anni recenti, indicato come serbatoio necessario per alimentare l’asta del Brenta – il fiume che sviluppa a valle del Vanoi – e sopperire alle necessità dell’agricoltura nelle pianure tra Vicenza e Padova. Come detto, le recenti emergenze idriche hanno contribuito a sostenere ancora di più queste (supposte) finalità, d’altro canto ritenute da numerosi esperti strategiche per il nostro paese seppur con punti di vista differenti riguardo la loro realizzazione.

 

Nel documento si legge che la diga permetterebbe "l'accumulo di risorsa idrica per far fronte, tramite sistemi irrigui già esistenti ma deficitari, al fabbisogno delle colture agrarie, non solo per il terreno del Consorzio di bonifica Brenta, ma anche per quelli di altri Consorzi di bonifica a valle (motivo per cui l'opera è stata ritenuta prioritaria in un documento sottoscritto da tutti i Consorzi del bacino insieme all'Unione Veneta delle Bonifiche). E poi, sempre con riferimento alle finalità dell'opera "una produzione di energia idroelettrica rinnovabile e programmabile e miglioramento di tutto il sistema idroelettrico esistente a valle; pertanto, anche con possibili funzione di regolarizzazione e della distruzione elettrica a livello nazionale; lo sviluppo del settore turistico legato alla fruizione di specchi d'acqua sia a livello locale che, per integrazione delle portate di magra, per i sistemi di valle (ad esempio, Naviglio Brenta tra Padova e Venezia)".

 

I dubbi sono tanti, le paure anche. Come sottolinea la consigliera regionale e neo eurodeputata di Avs, Cristina Guarda, che non esita a definire la diga del Vanoi come un "ecomostro".

 

"La Diga del Vanoi - tuona - non serve a trattenere l'acqua, ma è semplicemente un grande spartiacque tra progetti dannosi e il buon senso. Apprendiamo a mezzo stampa che il progetto ha ripreso il suo iter, nonostante l'esistenza di alternative 30 volte meno costose per stoccare acqua per gli agricoltori dell'area del Brenta, con la ricarica di falda controllata, nonostante siano molti gli amministratori locali, provinciali e cittadini, compreso il professor D'Alpaos che si sono opposto al progetto e nonostante si siano palesate tutte una serie di contraddizioni interne alla maggioranza in Consiglio Regionale".

 

E non solo, perché il contrasto non è solamente interno alla maggioranza nel Consiglio Regionale del Veneto, ma anche tra la provincia di Trento (sul cui territorio dovrebbero sorgere il bacino imbrifero che alimenterebbe il lago: della risorsa idrica, dunque, ne beneficerebbe un'altra regione) e il Veneto. L'amministrazione trentina lamenta una "mancanza di trasparenza" da parte della giunta regionale veneta e l'assenza di coinvolgimento nella discussione politica sul progetto. Stesso discorso vale per i comuni trentini interessati (Canal San Bovo e Cinte Tesino), quello veneto di Lamon e la stessa Provincia di Belluno si è espressa contrariamente, ottenendo anche l'accesso agli atti da parte del ministero dell'Agricoltura.

 

Infine, le associazioni ambientaliste attive tra Veneto e Trentino, a partire dal “Comitato per la difesa del torrente Vanoi e delle acque dolci” nato nel 1998 all’epoca della presentazione dell’ultima versione del progetto, da tempo segnalano le tante criticità presenti nell’area della Val Cortella, nella quale scorre il Vanoi: innanzi tutto lo stato di rischio geologico 4, il massimo della scala di riferimento, reso peraltro palese dal lungo elenco di smottamenti degli ultimi anni; lo stato di unicum biologico del torrente Vanoi, che ospita specie ittiche endemiche a rischio di estinzione, le valenze naturalistiche, storiche e paesaggistiche di una valle ancora significativamente integra, inoltre l’assenza di una concreta valutazione ecologica riguardante vantaggi e svantaggi dell’opera, se realizzata. Al riguardo lo scorso luglio Italia Nostra ha emesso un position paper particolarmente esaustivo al riguardo, con le motivazioni in base alle quali il progetto sarebbe da accantonare senza ulteriori indugi.

"Dispiace constatare - conclude Guarda -, per l’ennesima volta, come il dibattito politico su alcuni progetti e sulla strategia per affrontare situazioni di crisi ormai strutturali valga quanto un pugno di mosche. Peccato che a dover convivere con questo ecomostro saranno i cittadini, i quali hanno espresso a più riprese i loro timori a riguardo, non solo sulla sicurezza e sul valore ambientale a rischio, ma anche sulla reale utilità di una diga per fermare un corso d'acqua che trasporta molti detriti, che limiteranno la capacita dell'opera, e che oggi ha già una funzione preziosa nei territori più a valle. Il nostro impegno, tuttavia, non si ferma qui. E’ tempo che da Roma qualcuno prenda posizione e si faccia avanti: il Veneto non può imporre ad altri territori grandi e costosissime opere, se ha alternative percorribili e non impattanti. Altrimenti viene da pensare che l'interesse non sia pubblico, ma di pochi".

 

Il costo stimato dell'opera? 962 milioni di euro. Insomma, quasi un miliardo.

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