Riforma sul turismo, spaccatura tra le Apt? Nel vertice alcune lasciano il tavolo. Il numero uno dei presidenti getta acqua sul fuoco: ''In atto un grande cambiamento''
I numeri uno delle Aziende per il turismo avrebbero dovuto affrontare lo stato dell'arte sulla riforma del turismo, ma la discussione sarebbe stata accesa. I territori più grandi sembrano particolarmente interessati alla possibilità di espandere i confini, un modo per aumentare la propria influenza e il potere di indirizzare il turismo. Più caute le realtà più piccole che non vorrebbero farsi fagocitare
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TRENTO. E' spaccatura tra le Aziende per il turismo sulla riforma del turismo (Qui articolo). Anzi sembrerebbe una frattura davvero profonda, tanto che nel vertice tra presidenti, di lunedì mattina, molti rappresentanti degli enti si sarebbero alzati dal tavolo per abbandonare i lavori: troppe le incognite, una bozza di legge troppo vaga, una proposta che non dovrebbe essere presa in considerazione perché il sistema attuale funziona, il turismo è in crescita e servirebbero aggiustamenti più che rivoluzioni.
Da un lato i market leader, val di Sole, Fassa, Fiemme e Campiglio, Pinzolo e val Rendena. A traino Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi, con il presidente Franco Aldo Bertagnolli che si è perfettamente calato nella riforma: gli piace e per lui s'ha da fare, punta la Valsugana (tanto che sarebbe stato inserito nella Commissione valutatrice per individuare il nuovo direttore tra i laghi di Levico e Caldonazzo) e si sarebbe rivelato il portavoce al tavolo delle realtà più grandi.
Non solo, si sarebbe lasciato sfuggire che solo le dieci Aziende che resterebbero attive dovrebbero confrontarsi sul provvedimento provinciale. Questo per buona pace delle realtà più piccole e quelle che andrebbero a sparire. Apriti cielo, gli animi si sarebbero subito accesi, tanto che il numero uno del capoluogo avrebbe dovuto ripiegare, scusarsi a denti stretti su grande insistenza, per correggere il tiro ma non la sostanza.
I contrari sarebbero Rovereto e Vallagarina, valle di Ledro, val di Non, Comano, Pinè e Cembra, Alpe Cimbra (Qui articolo). Neutrali: Dolomiti Paganella, Garda, San Martino di Castrozza, Passo Rolle, Primiero e Vanoi, chiamati a mediare senza grandissima fortuna tra i fronti divisi, divisissimi.
In ordine più sparso invece i Consorzi Pro Loco, che nel nuovo assetto andrebbero completamente a sparire. Si deve passare da 20 a 10 unità (Qui articolo). Grandissima preoccupazione in val del Chiese, Vigolana e Mocheni in stand-by ma non eccessivamente opponenti, mentre le Giudicarie centrali, gratificate dall'investimento a Bolbeno, sembrano collaboranti.
I numeri uno delle Aziende per il turismo avrebbero dovuto affrontare lo stato dell'arte sulla riforma del turismo, ma la discussione sarebbe stata accesa. I territori più grandi sembrano particolarmente interessati alla possibilità di espandere i confini, un modo per aumentare la propria influenza e il potere di indirizzare il turismo, sviluppare quel "modello Campiglio" tanto caro all'assessore Roberto Failoni (Qui articolo). Più caute le realtà più piccole che non vorrebbero farsi fagocitare con il rischio di perdere la propria identità.
Una discussione che poi si è arenata. La domanda è stata diretta: "Ma voi avete il mandato dei Consigli di amministrazione delle Aziende che rappresentate o delle assemblee dei soci? Vi siete confrontati con le associazioni di categoria?". Silenzio rotto dal rumore delle sedie dei "dissidenti" che avrebbero preferito a quel punto lasciare il vertice.
Getta acqua sul fuoco il rappresentante dei presidenti delle Apt. "Non c'è stata nessuna polemica - commenta Luciano Rizzi, numero uno dell'Azienda per il turismo val di Sole - non c'è nervosismo. Alcuni colleghi hanno dovuto lasciare la riunione per altri impegni, ma non c'è alcuna spaccatura. E' vero che ci sono alcune visioni diverse, però questo non mi impressiona e il nostro compito è quello di confrontarci per analizzare la nuova legge sul turismo. E' un argomento complesso in quanto ci sono alcuni paletti da superare come i vincoli Bolkestein e il Decreto Madia che comportano affaticamento burocratico e toglie celerità agli enti".
La riduzione delle Aziende per il turismo? "Sono idee e atti politici. Il mondo è certamente variegato - aggiunge Rizzi - perché ci sono formule diverse come Spa e consortili, ma anche aziende più grandi e più piccole. Capisco le prerogative di alcuni ambiti ma c'è un piano economico: alcune Apt avrebbero le risorse solo per pagare i dipendenti e non per portare avanti investimenti e quei servizi che le Aziende sono chiamate a svolgere. E' necessario uno sforzo per rendere tutto il Trentino più attrattivo in chiave turistica. I tempi sono diversi rispetto a qualche anno fa, qui in val di Sole, per esempio, mentalmente si ragionava per comparti: i bilanci erano separati tra stagione estiva e invernale. Nonostante Rabbi non avesse rappresentanti nel Consiglio d'amministrazione abbiamo puntato su quell'area e abbiamo cercato di declinare i prodotti secondo le peculiarità del nostro territorio".
Ci sono poi le Agenzie territoriali (Qui articolo). "Sarebbero realtà pubbliche per creare un prodotto più hard sotto il cappello di Trentino Marketing - evidenzia il presidente - mentre quello soft resta in capo alle Apt, che trovano accordi e indirizzi anche le nuove società. Il raggio d'azione di queste novità devono toccare ai presidenti delle Aziende per il turismo e alle associazioni di categoria. Si deve trovare una formula elastica".
Insomma, la val di Sole appare decisa nell'approfondire la strada delle fusioni. "I cambiamenti possono portare un po' di apprensione - conclude Rizzi - l'ultima volta con la tassa di soggiorno si è verificato questo meccanismo. Certo, questa volta è tutto più complesso, scatta l'orgoglio di valle e bisogna lavorare per affinare la riforma. L'interlocuzione tra noi presidenti c'è e il rapporto è ottimo, si possono portare avanti quegli elementi per migliorare la proposta dell'assessore. Non è facile fare sintesi nel breve periodo, ma c'è attenzione per tutti. Nessun territorio verrebbe dimenticato in un ambito più grande. Il turista deve essere messo al centro, i confini non li conosce e noi non dobbiamo creare barriere".