Mentre cinque donne sono state uccise in soli due giorni, in Italia è psicosi da coronavirus: è più facile avere paura del (quasi) niente che di noi stessi
Se è vero che l'epidemia da 2019-nCoV non va sottovalutata è anche vero che media, politica e istituzioni stanno pompando la cosa oltre ogni limite. Al momento sono 12 mila i contagi in tutto il mondo e circa 250 le vittime. Solo in Italia sono 8.000 le persone che muoiono ogni anno per le complicanze legate all’influenza e nel mondo i contagiati da morbillo (nonostante i vaccini che esistono e lo debellano) sono 10 milioni con 140.000 vittime
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TRENTO. C'è un'epidemia che sta attraversando l'Italia. Qualcosa di allarmante, spaventoso, qualcosa che dovrebbe scatenare mobilitazioni di massa, smuovere le coscienze, provocare sdegno e paura, spingere i nostri amministratori ad azioni eclatanti: in due giorni ha causato, nel nostro Paese, cinque morti, sei se si allarga lo spettro temporale ad una settimana ed ha come vettori (perfetto nel senso scientifico del termine che tendenzialmente si utilizza per un essere vivente quasi sempre invertebrato) gli uomini, il più delle volte mariti, compagni, amici.
Si manifesta con calci in pancia, pugni al volto, mani che si stringono al collo e muscoli che si tendono fino allo spasmo. Si manifesta con spari, coltellate, soffocamenti, spesso stupri e violenze di ogni tipo e causa la morte di donne innamorate, che si fidavano della persona che avevano conosciuto, che speravano di cambiare chi avevano accanto o semplicemente si auguravano di non vederlo mai più nella loro vita. Solo per restare al nostro territorio nella scorsa settimana abbiamo assistito all'efferato omicidio di Francesca Fanotoni avvenuto nel Basso Garda: picchiata, stuprata, soffocata e lasciata morta sotto un cespuglio (in questo caso è accusato dell'omicidio un 32enne del posto da pochi mesi diventato papà). O basta spostarsi in Alto Adige a San Candido dove Fatima Zeeshan, 28enne incinta di 8 mesi è stata massacrata di botte, uccisa sul suo letto (qui è il marito ad essere finito in carcere indagato per uxoricidio).
Ma tutto ciò, in questo momento, interessa poco (anche se il procuratore generale della Cassazione ha provato a dire che questa è ''un'emergenza nazionale''). Ora c'è da essere terrorizzati da un'altra epidemia pompata in maniera impressionante dai media e cavalcata da una politica che ormai si getta all'inseguimento del ''suo'' popolo in ogni perversione, paura, aspettativa rinunciando al ruolo nobile che dovrebbe, invece, avere: guidarlo e spiegargli, davvero, quando c'è da avere paura e quando no, quali sono i problemi e da dove nascono, quali sono le possibili soluzioni in campo e quale sarà quella che verrà scelta. Invece siamo dentro una spirale che spinge tutto verso il basso, spinti ad identificare la malattia addirittura con un'etnia, con una razza. La situazione, al momento, è che il fantomatico coronavirus (2019-nCoV), sta terrorizzando il Paese anche se ad oggi ha causato meno morti, in tutto il mondo, di quanti ne provoca l'influenza solo in Italia.
''Il nuovo virus non deve essere sottovalutato, - ha spiegato alla stampa due giorni fa Susanna Esposito, Presidente dell’Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici (WAidid) e professoressa ordinaria di Pediatria all’Università di Parma, - soprattutto finché non saranno del tutto note le modalità in cui muta e tutte le caratteristiche che ne favoriscono la diffusione. Ma l’attuale allarmismo rischia di essere eccessivo. Ad oggi il nuovo coronavirus si è rivelato mortale solo nel meno del 3% dei casi confermati, senza considerare le migliaia di persone a cui non è stato rilevato per assenza di sintomi. Basti pensare che solo in Italia, come confermano i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, ogni anno circa 8.000 persone muoiono per le complicanze dell’influenza, centinaia di migliaia in tutto il mondo''.
Numeri alla mano, in questo momento, sono più mortali i fulmini (sono un migliaio le vittime nel mondo all'anno, una ventina in Italia) che dal corona virus anche se, per carità, è giusto ridurre al minimo le possibilità di contagio ed è bene mantenere alto il livello di attenzione e non sottovalutare mai nessuna situazione. Un effetto positivo, però, potrebbe essere quello di far aprire gli occhi a chi critica i vaccini. I no vax forse capiranno che il mondo è interconnesso e le epidemie si diffondono in maniera rapida e imprevedibile: è una follia avere paura del corona virus, che al momento ha contagiato 12.000 persone in tutto il mondo e (pur essendo ancora praticamente sconosciuto, quindi più difficile da affrontare) ha causato meno di 300 morti e non avere paura del morbillo che, pur essendo curabile (quindi conosciuto ed evitabile grazie ai vaccini), nel 2018, ha contagiato nel mondo 10 milioni di persone causando la morte di 140 mila.
Ma è molto meglio anche per istituzioni, media e politica farci preoccupare, oggi, per un corona virus che non richiede nessuno sforzo da far fare ai cittadini (proprio perché ancora poco conosciuto) se non quello di avere paura (sentimento tra i più in voga in questa epoca storica) che affrontare temi articolati e complessi che ci riguardano tutti, in prima persona e necessitano di un impegno quotidiano, di ragionamenti complessi, di cambiamenti culturali e soluzioni strutturate. Meglio pensare che cinque donne uccise in due giorni in Italia siano dei ''casi isolati'' che non meritano nemmeno una riflessione e le diciannove persone toccate dal coronavirus in tutta Europa siano un'epidemia da stare chiusi in casa. Meglio avere paura di ciò che non si vede (e che proprio paura non dovrebbe fare) che di noi stessi, dei nostri comportamenti, del nostro modo di pensare e di agire.