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Contagi da coronavirus, il Trentino fa peggio di tutto il Triveneto (e anche di Milano): 1 positivo ogni 843 abitanti. L'incidenza maggiore nelle zone dello sci

Prendendo il dato più basso che comunica l'Azienda sanitaria di contagi (quello solo con i tamponi) c'è un trentino contagiato ogni 843 abitanti mentre a Belluno è 1 ogni 1.000, Padova 1 ogni 914, Udine 1 ogni 1.786. Anche Milano fa meglio della provincia di Trento (1 ogni 854 abitanti) e se utilizzassimo il dato dei contagi considerati reali (gli oltre 1.000 tra tamponi e non tamponati) il dato diverrebbe ancor più drammatico

Di Luca Andreazza - 21 marzo 2020 - 16:42

TRENTO. Il Trentino è maglia nera del Triveneto per contagi da coronavirus per tassi positivi, e addirittura fa peggio di Milano anche se ci si limita a prendere in considerazione solo i contagi certificati da tampone (sappiamo che la Provincia di Trento non fa il tampone a chi si ammala e presenta i sintomi da coronavirus e vive con una persona che era stata già certificata positiva da tampone).

 

Il nostro territorio, infatti, ha 1 positivo ogni 843 abitanti, un risultato che nasce dal rapporto tra i circa 541 mila abitanti e i 642 contagiati in quanto le statistiche prendono in esame i dati validati e confermati dall'Istituto superiore di sanità (come sapete in realtà i positivi sarebbero 1067 ma quelli certificati da tampone sono, appunto, 642 e noi ci limitiamo a questo dato: il rapporto in questo caso sarebbe di 1 contagiato ogni 508). A Bolzano invece c'è un caso ogni 969 abitanti (popolazione di 531.178 unità). I dati in questione sono quelli aggiornati a ieri, venerdì 20 marzo, tra Ministero della salute e l'Istituto superiore di sanità

 

Il nostro territorio fa peggio di tutte le province venete: Belluno ha un caso ogni 1.041 abitanti (195 contagi e una popolazione di 202.905 persone), Vicenza presenta un caso ogni 1.665 abitanti (518 contagi su 862.470 persone) e Padova si attesa a un caso ogni 914 abitanti (1.026 contagi e popolazione a 937.908 unità). 

 

E ancora Verona con un caso ogni 1.182 abitanti (784 contagi e 926.497 persone), Treviso con un caso ogni 1.235 abitanti (719 contagi e 887.806 persone), Venezia con un caso ogni 1.487 abitanti (574 contagi e 853.338 persone) e Rovigo con un caso ogni 3.507 abitanti (67 contagi e 234.937 di popolazione). Capitolo Friuli-Venezia-Giulia: Pordenone si attesta a un caso ogni 2.742 abitati (114 contagi e popolazione a 312.533 unità) e Udine con un caso ogni 1.786 abitanti (296 contagi e 528.791 persone), Gorizia con un caso ogni 4.647 abitanti (30 contagi con 139.403 persone) e Trieste con un caso ogni 1.086 abitanti (216 contagi e 234.493 unità).

 

Un tasso peggiore di quello di Milano: il capoluogo della Lombardia presenta un caso ogni 854 abitanti (3.804 contagi e popolazione a 3.250.315), mentre questa statistica ben definisce il quadro drammatico di Brescia (un caso ogni 272 abitanti, 4.648 contagi su una popolazione di 1.265.954 persone) e Bergamo (un caso ogni 216 abitanti, 5.154 contagi e 1.114.540 di popolazione). 

 

La Provincia e l'Azienda provinciale per i servizi sanitari hanno confermato nel bollettino di ieri, venerdì 20 marzo, il superamento della soglia dei mille contagi, 1.067 per la precisione, 652 con tampone e 415 senza tampone, questi ultimi però presentano i sintomi del coronavirus e sono entrati in contatto con pazienti positivi accertati (Qui articolo).

 

Da qui la discrepanza rispetto ai dati che emergono a livello nazionale. E quindi il tasso sarebbe ancora più negativo, segno che forse qualcosa nella strategia intrapresa nel nostro territorio non sembra funzionare. E il rischio in questa modalità di conteggio è quella che in caso di un qualche finanziamento legato all'incidenza e al ricorso ai tamponi, il Trentino si potrebbe veder assegnare meno risorse proprio a causa di una metodologia diversa di calcolo. 

 

Un tema, quello dei tamponi, da effettuare soprattutto al personale sanitario che vede un fronte compatto. Oltre ai sindacati, ci sono state prese di posizione molti forti, come quella di Daniel Pedrotti, presidente dell'Ordine delle professioni infermieristiche (Qui articolo), e Marco Ioppi, numero uno dei medici: ''Cambiate strategia e in fretta. La rotta fin qui seguita non ci consentirà di vincere la tremenda guerra'' (Qui articolo).

 

Un'altra valutazione è che l'epidemia solitamente si propaga e dovrebbe avere tassi maggiori nelle zone più popolate, ma in Trentino sono le valli a presentare incidenze più alte, quindi in controtendenza. Un trend confermato dal Dipartimento prevenzione della Provincia. 

In questo momento il peso del fenomeno è concentrato sulle zone dove due settimane fa (dal 5 all'8 marzo) si è avuta l'invasione dei turisti per le piste da sci aperte a scuole chiuse, epidemia e zone rosse conclamate.

 

Il cosiddetto tasso di prevalenza (quantifica il ''peso'' di una malattia su un territorio fissando è il rapporto tra il numero di eventi sanitari rilevati in una popolazione in un definito momento e il numero degli individui della popolazione osservati nello stesso periodo) su 100.000 abitanti evidenzia la diffusione in Val di Fiemme e Val di Fassa, Val di Sole e Valli Giudicarie. Un tasso di prevalenza molto alto se paragonato con le ben più popolose aree della valle dell'Adige e della Vallagarina (Qui articolo).

 

Le province venete in generale presentano una densità di popolazione più alta del Trentino e quindi le distanze interpersonali dovrebbero essere minori e questo dovrebbe favorire la diffusione del contagio rispetto alla nostra provincia: le città dovrebbero presentare tassi maggiori delle periferie, il Veneto dovrebbe presentare tassi maggiori rispetto al Trentino in linea teorica. Qualcosa non torna, soprattutto nelle scelte politiche o quelle sanitarie, forse entrambe. E' anche vero che la pandemia è in atto e il quadro in costante evoluzione, quindi tutto potrebbe ancora invertirsi.

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