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Serata sul lupo, i dati parlano chiaro: con i giusti accorgimenti la convivenza con l’uomo è possibile

La prevenzione inizia  a dare i suoi frutti, secondo i forestali:  “Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso l’entità dei danni si è ridotta molto, ad oggi si contano solo 35 episodi con circa 34mila euro indennizzati”. In tutto il 2018 le predazioni furono 65 con più del doppio dei danni da risarcire, segno inequivocabile che la prevenzione sta dando i suoi frutti

Di Tiziano Grottolo - 07 novembre 2019 - 03:24

ALA. Il tema del lupo e più in generale quello dei grandi carnivori è sicuramente uno di quelli che accende gli animi, che divide e fa discutere. La comunità di Ala non è certo esente da queste dinamiche ma sicuramente può contare su un’amministrazione che ha il merito di aver organizzato una conferenza, finalmente informativa, sul tema.

 

L’incontro, andato in scena ieri sera all’interno dell’auditorium della cassa rurale, è nato dopo che Francesca Aprone, segretaria del Patt di Ala, ha presentato una mozione che prevedeva un appuntamento aperto alla popolazione (QUI articolo).

 

A fare gli onori di casa, per la serata intitolata “Lupo: problema e risorsa?” è stato l’assessore del comune di Ala Stefano Gatti che ha introdotto gli ospiti, partendo dagli uomini della forestale Tommaso Borghetti e Daniele Asson, il coordinatore settore grandi carnivori del servizio foreste e fauna della Pat Claudio Groff, il sindaco di Ala Claudio Soini e l’assessora provinciale Giulia Zanotelli. Già queste presenze basterebbero per fare la notizia, infatti si tratta di uno dei primi incontri, aperti al pubblico, nel quale a prendere parola sono stati i tecnici della provincia per illustrare il fenomeno in generale, ma anche la situazione sul territorio comunale. Per la cronaca da segnalare che fra i presenti c’erano anche i consiglieri provinciali delle Stelle alpine Michele Dallapiccola, Paola Demagri e la segretaria locale Aprone.

 

Come dicevamo il primo a parlare è stato lo stesso Gatti che ha posto l’accento sul fatto che sia compito di chi amministra  “promuovere iniziative per informare”, anticipando poi, che il comune è all’opera per la costruzione di un tavolo di lavoro con tutte le associazioni per continuare con la promozione di momenti di confronto pubblico e per informare su questo tema.

 

Per dare un po’ il quadro generale della tematica è intervenuto il coordinatore settore grandi carnivori del servizio foreste e fauna della Pat: “Il lupo è parte dell’ecosistema e della biodiversità alpina e probabilmente arrivato prima dell’uomo – ha voluto sottolineare Groff – forse lo abbiamo dimenticato, per via della sua assenza negli ultimi 150 anni ma nella storia della specie questi non sono che una piccola parentesi”.

Dei tre grandi carnivori presenti in Trentino, a differenza di orsi e linci, i lupi sono gli unici ad essere tornati da soli. Al contrario di quanto sostenuto dall’attuale presidente della Pat che affermava di non credere “alla barzelletta” (sic!) del lupo tornato spontaneamente nel territorio di Ala, lasciando intendere che dietro al suo arrivo ci potesse essere chissà quale macchinazione. 

 

 

 

 

“Il lupo è tornato da solo non ha avuto i bisogno di reintroduzioni – ha ripreso Groff – inoltre è anche l’unico grande carnivoro non in pericolo di estinzione”. Il tecnico della Pat ha voluto ribadire inoltre come  la provincia non sia né contro né a favore del lupo ma da buoni funzionari ci si adoperi per gestire il carnivoro applicando la normativa.

 

Con Groff è stato ripercorso anche il cambio di percezione che ha circondato l’animale, passato dall’essere perseguitato a diventare oggetto di tutele che ne hanno consentito il ritorno e favorito la sua espansione naturale. Fra le altre caratteristiche che hanno fatto la fortuna del lupo ci sono sicuramente la sua adattabilità, il ritorno del bosco e l’aumento delle specie predate, circostanze che unite agli sforzi per la conservazione hanno permesso il ritorno del carnivoro “Ma son convinto che ciò sarebbe avvenuto comunque, anche senza gli sforzi dell’uomo” precisa il tecnico della Pat.

 

C’è poi da sfatare un mito: la dieta di questi animali è composta per il 90% da ungulati, “le specie domestiche – affermano gli esperti –  vengono predate raramente vuoi per le possibilità ridotte, vuoi per la sorveglianza dell’uomo” Si tratta inoltre di predatore selettivo che attacca più facilmente animali vecchi e deboli. Nelle serata viene sfatata  anche un’altra grande preoccupazione: non ci sarà mai un’invasione di lupi dal momento che, trattandosi si animali estremamente territoriali, costringerebbero gli altri esemplari (che talvolta vengono persino uccisi) a cambiare territorio contribuendo alla distribuzione omogenea della specie.

 

Per concludere la parte riguardante le nozioni generali su questo animale possiamo dire che fra le principali cause di mortalità fra i lupi c’è il bracconaggio seguito dagli investimenti stradali. Ad ogni modo tutte queste considerazioni, afferma Groff: “Ci permettono di ragionare non più in termini di conservazione ma di gestione della specie riducendo al minimo  gli impatti che questi animali hanno sulle attività umane come l’allevamento”.

 

Come in molti ben sanno la provincia ha attivato da alcuni anni a questa parte un sistema di risarcimenti molto strutturato che prevede una procedura ben collaudata: la denuncia del danno deve essere fatta entro 24 ore dalla constatazione, l’accertamento avviene in 24 ore, c’è tempo 30 giorni per fare la richiesta formale d’indennizzo, dopodiché la determina di indennizzo arriverà entro 2 mesi.

 

I forestali Asson e Borghetti hanno fatto il punto della situazione sui sistemi di prevenzione e sull’efficacia che questi hanno nel contrasto delle predazioni, sempre che vengano installati nel modo corretto. Ripercorrendo le predazioni avvenute nella zona di Ala infatti, si scopre che in alcuni casi erano state compiute delle leggerezze, come il recinto elettrificato posizionato male o un gregge non gestito dall’allevatore, che nonostante i ripetuti richiami, ha fatto ben poco per accudire le sue pecore. Due di queste finiranno sbranate mentre altre 28 sono tutt’ora disperse. (QUI un altro esempio di come non posizionare un recinto elettrificato).

 

Sui risarcimenti va specificata l’esistenza di alcune franchigie, ad esempio per i danni provocati da orsi, lupi e linci questa è stata abbattuta a zero ciò significa che sarà risarcito ogni danno. Al contrario per le predazioni di altri carnivori (corvidi, volpi, faine, ma anche cani) c’è una franchigia di 200 euro, che dev’essere superata per avere il risarcimento. Inoltre i danni provocati dai tre grandi carnivori vengono risarciti al 100%, calcolato sul valore medio di mercato, mentre per gli altri predatori si ferma al 70%.

 

La Pat inoltre, mette a disposizione tutta una serie di accorgimenti per prevenire i danni da lupo, che può avvenire tramite la fornitura a titolo gratuito o tramite contribuzione di alcune misure di prevenzione come reti e recinzioni elettrificate, cani da guardiana e box abitativi per i pastori. Tutto ciò si traduce nella creazione di spazi notturni per proteggere gli animali.

 

“Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso – conferma Asson – l’entità dei danni si è molto ridotta, ad oggi si contano solo 35 episodi con circa 34mila euro indennizzati”. In tutto il 2019 le predazioni furono 65 con più del doppio dei danni da risarcire. Segno inequivocabile che la prevenzione sta dando i suoi frutti.

 

Laddove gli allevatori decidono di collaborare possono nascere sinergie positive e proficue, è il caso dell’associazione Adgp che riunisce le 32 aziende che ha adottato i cani da guardiana e che dalla sua fondazione è riuscita ad ottenere (grazie all’interessamento di un’azienda) una fornitura gratuita per le crocchette dei cani e visite veterinarie con  prezzi di favore.

 

C’è poi un altro dato che i forestali ci tengono a precisare: “Dopo la realizzazione delle opere di prevenzione  c’è stato un annullamento delle predazioni. Quest’anno sul Carena – conclude Borghetti – dove un pastore ha scelto di essere presente con recinti elettrificati e cani non è stato registrato nessun danno, le predazioni vanno via via scemando più accorgimenti si adottano”.

 

Questo il parere di chi, in questi anni, si è occupato da vicino del tema dei grandi carnivori. In un prossimo articolo renderemo conto della posizione della Pat, così come riportata dall’assessora Zanotelli e del dibattito emerso durante la serata con gli interventi delle associazioni, del sindaco Soini e dell’esperto fassano Paolo Scarian. Domande e risposte che hanno aggiunto ulteriore materiale alla riflessione su un problema estremamente complesso.

 

Un ultimo inciso, la conferenza è stata molto partecipata e si è protratta per almeno 3 ore, per un piccolo disguido sindaco e assessora sono arrivati leggermente in ritardo, anche per questo i primi a intervenire sono stati i tecnici: in un certo senso, una volta tanto la politica è finita in secondo piano, sono stati i numeri a parlare. Un appunto che sarà bene tenere a mente perché, liberando il confronto dai facili slogan, diventa più facile provare a trovare delle soluzioni.

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