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E se la Provincia non potesse catturare l'orso M49? Tra formazione, informazione e prevenzione sono tante le ombre

I requisiti per la captivazione dell'orso ci sarebbero in quanto viene considerato problematico e troppo confidente. Anche i numeri ci sarebbero per procedere, ma a mancare per l'ok alcune criticità legate a formazione, informazione e prevenzione. Quelle serate che organizzava il centrosinistra nei territori erano propedeutiche anche per adempiere al piano Pacobace

Di Luca Andreazza - 27 giugno 2019 - 06:01

TRENTO. E se il presidente Fugatti avesse veramente bisogno del via libera del ministro Sergio Costa per catturare M49? I requisiti per la captivazione dell'orso ci sarebbero in quanto viene considerato problematico e troppo confidente. Anche i numeri ci sarebbero per procedere: recordbear a quota undici predazioni nel 2018 nelle Giudicarie, mentre sono già oltre 30 i capi predati nei primi quattro mesi dell'anno, senza dimenticare che quasi ogni giorno la conta viene aggiornata.

 

L'Ispra avrebbe già dato l'ok e il plantigrado (Qui articolo), munito di radiocollare nel 2018, arreca ripetutamente danni materiali nelle zone in cui agisce. Il piano Pacobace permetterebbe tecnicamente di intervenire per rimuovere l'esemplare e portarlo al Casteller, dove tutto è pronto per ospitarlo. Ma si attende il ministro pentastellatoforse proprio perché la Provincia non avrebbe messo in atto tutte quelle azioni necessarie per emanare l'ordinanza e intervenire

 

Quelle serate e quei convegni nei territori, anche tesi e difficili in alcuni casi, che la precedente amministrazione organizzava per informare, ascoltare e spiegare non erano semplici momenti per prendere tempo o qualche insulto. Sarebbero stati invece momenti fondamentali e propedeutici per seguire le linee operative del Pacobace e quindi procedere alle eventuali captivazioni

 

Momenti che però sono praticamente spariti nel nuovo corso provinciale, così come la classica serata per presentare il rapporto grandi carnivori al Muse. Soprattutto questo requisito di "formazione e informazione", unito a quello della prevenzione, potrebbe essere la mancanza della Provincia che deve ricorrere ora al ministro.  

 

La cattura dovrebbe essere questione di giorni, soprattutto dopo la riunione del comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica della scorsa settimana. Un maxi vertice tra il presidente Fugatti e l'assessora Giulia Zanotelli, il responsabile di Ispra Piero Genovesi, le forze dell'ordine e il procuratore Sandro Raimondi, ma anche i sindaci di ArcoValdaoneStremboPieve di BonoTioneSella Giudicarie e Porte Rendena, oltre ai rappresentanti del mondo zootecnico e del comparto agricolo

 

In quella sede è stato sancito che c'è anche un problema di incolumità e salute pubblica. Il presidente Fugatti ha inoltre affermato che tecnicamente per Ispra si potrebbe procedere, ma si aspetta l'ok definitivo del ministro per l'ambiente. Insomma, l'ordinanza provinciale è congelata.

 

Perché? Da un lato per avere una maggior copertura e una forza giuridica migliore in caso di impugnazione dell'ordinanza provinciale. L'amministrazione cerca di avere le spalle coperte, soprattutto se si pensa che l'ex presidente Ugo Rossi è ancora sotto processo per l'emissione dell'ordinanza di cattura di Kj2.

 

Dall'altro lato forse perché proprio la Provincia non avrebbe speso tutte le azioni necessarie per giustificare la captivazione e proprio per questo si aspetterebbe un feedback dalla parte ministeriale. I nodi potrebbero, infatti, essere la prevenzione e l'informazione alla popolazione. 

 

Nel capitolo prevenzione sono diversi i dispositivi per proteggere il bestiame dalle predazioni. Dalle reti elettrificate ai cani da guardiania, dalla modifica del sistema gestionale degli animali alla stabulazione notturna del bestiame in stazzi elettrificati, dalla sorveglianza delle mandrie e delle greggi alpeggiate all'utilizzo di maestranze qualificate.

 

Vengono anche definite le attività di supporto agli agricoltori interessati dai danni da orso, come la fornitura di pronto impiego, l'assistenza tecnica, consulenza e presidio da parte dell’amministrazione, senza dimenticare che in situazioni particolari l’amministrazione può provvedere anche ad assicurare, nei momenti successivi ad eventi critici, un’adeguata presenza in zona di proprio personale, anche per smaltire le carcasse del bestiame predato e la realizzazione di ricoveri per i pastori in quota. Anche le risorse per fronteggiare i grandi carnivori nel frattempo sarebbero diminuite dopo il cambio di guardia.

 

La criticità più grossa è però quella legata alla formazione e informazione. La giunta Rossi si era spesa sui territori tra serate e convegni, momenti anche tesi e difficili di ascolto e spiegazione. Momenti che però sono praticamente spariti nel nuovo corso provinciale, così come la classica serata per presentare il rapporto grandi carnivori al Muse. Non semplici appuntamenti, ma azioni propedeutiche per ottenere le diverse autorizzazioni e le coperture giuridiche per "accontentare" il piano Pacobace e agire di conseguenza. Ecco perché ora servirebbe il via libera del ministro.

 

Intanto due settimane per ottenere l'autorizzazione ministeriale dalla data del maxi vertice sarebbero state considerate troppe dalla Provincia, sette giorni sono già quasi passati e l'ora "x" per mettersi in proprio sarebbe sempre più vicina. 

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