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Sulle tracce dei pionieri trentini nella corsa all'oro, Maurizio Belli e Fulvio Giovannini pronti a volare in Alaska

La spedizione parte a febbraio del prossimo anno. E' la quinta tappa del progetto "Transcanada winter expedition" iniziato nel 1993. Questa iniziativa è già diventata un documentario di Gabriele Carletti per Tg2 Dossier e il proposito è quello di realizzare un film per il Trento Film Festival 2020. Questo progetto, anche solidale, coinvolge Università e Fondazione museo storico

Di Luca Andreazza - 06 dicembre 2018 - 20:01

TRENTO. Si rimettono in gioco per ripercorrere le antiche vie degli esploratori trentini a caccia dell'oro in Alaska, un'area tanto affascinante quanto inospitale. Un'avventura che vede Maurizio Belli e Fulvio Giovannini pronti a volare alla volta di Fort Yukon, nel cuore della regione, per percorrere in due mesi circa 1.300 chilometri in direzione Anchorage, quinta e ultima tappa della spedizione che completa un progetto, "Transcanada winter expedition" (Qui info), iniziato nell'ormai lontano 1993. Un'iniziativa che vede Il Dolomiti come media partner per seguire puntualmente questa incredibile testimonianza tra passato e presente.

 

E' quasi cento anno dopo la febbre dell'oro che cresce in Maurizio Belli la voglia scoprire l'Alaska. Una curiosità dettata dai racconti che sente in famiglia, il nonno aveva lasciato temporaneamente il Trentino per recarsi in quelle lande ricoperte di ghiaccio e natura gelida alla ricerca di fortuna. E così l'esploratore trentino infila nel cassetto il sogno di ripercorrere quel cammino, che rispolvera nel 1993. Poi ci sono le spedizioni del 1997, 2011 e 2014. Tutto recentemente presentato nel bel servizio del giornalista e regista Gabriele Carletti e il cineoperatore Graziano Bosin per la trasmissione "60° parallelo" di Rai per la rubrica Tg2 Dossier (Qui video integrale).

 

La spedizione che parte il prossimo febbraio è la quinta tappa di questo viaggio d'esplorazione per riscoprire proprio quelle vie che tantissimi trentini hanno percorso nel secolo scorso in quel periodo di febbrile migrazione di lavoratori alla ricerca dell'oro per migliorare le condizioni di vita.

 

Il 2019 segna l'atto finale di questo progetto che ripercorre in diverse spedizioni a piedi, con gli sci, in mountain bike e canoa il cammino completo dei pionieri alla corsa all'oro che si è svolta anche durante il temibile inverno del circolo polare artico tra Canada e Alaska fino allo stretto di Bering e all'oceano Pacifico per un totale di oltre 7 mila chilometri.


Un percorso che chiude il cerchio: i due esploratori ripartono, infatti, da dove avevano lasciato, cioè da Fort Yukon, per portarsi a Nenana, nota come punto di partenza della staffetta con slitte trainate da cani per arrivare a Nome, e quindi via verso Anchorage sulle tracce dei pionieri per rivivere storiescoprire paesaggi, ma anche il disastro ambientale che la corsa all'ora ha provocato, quando migliaia di avventurieri si riversarono in regioni fino ad allora incontaminate spinte dalla crisi economica alla ricerca di rapidi guadagni.

 

Allora sommerso dalla neve per buona parte dell’anno, oggi monitorato dagli scienziati di mezzo mondo per l’innalzamento delle temperature. Due gradi di aumento negli ultimi cinquant’anni è un trend che, se dovesse confermarsi, lascerebbe spazio alle previsioni più tragiche. È proprio a queste latitudini che il riscaldamento del pianeta crea gli squilibri maggiori.

 

"La prima parte - spiega Belli - prevede di muoversi con gli sci sulla superficie ghiacciata dei fiumi Yukon e Tanana River, 800 chilometri di fatiche nel gelo per circa 40 giorni, mentre gli ultimi 491 chilometri vengono percorsi a piedi lungo la George Parks Highway per raggiungere Anchorage, la città più importante dell'Alaska, e importante snodo logistico dell'area".

Le quattro tappe dell'avventura di Maurizio Belli e Fulvio Giovannini in Alaska

 

Questa spedizione vede inoltre il supporto dell'Università di Trento, la slitta è stata progettata dal Dipartimento di ingegneria, un vero gioiello per scivolare sulla neve e per muoversi sulle ruote, mentre le apparecchiature vengono alimentate con pannelli solari e l'energia elettrica presente nei pochi villaggi.

 

Sono tante le difficoltà che Belli e Giovannini mettono in conto. "Dovremo fronteggiare il freddo - dicono - la temperatura oscilla tra -20 e -50 gradi. Il vento e l'effetto "Wind chill" creano inoltre una situazione per la quale si percepisce una temperatura ancora più bassa di quella che effettivamente viene registrata. Un'altra incognita sono i fiumi gelati e l'impossibilità di prevedere le condizioni di neve e ghiaccio a priori: questo ci deve indurre a maggior cautela possibile, senza dimenticare tempeste e nevicate".

 

Durante la spedizione vengono realizzate riprese e immagini con go pro, ma anche da Marco Busacca di Busacca video produzioni, materiale per realizzare inoltre un film da presentare al Trento Film Festival 2020 e per pubblicare un libro. Il progetto contribuisce inoltre alla raccolta fondi per l'associazione Almac, impegnata nella lotta alle malattie cardiovascolari. "Mettiamo in vendita delle cartoline realizzate ad hoc e che proveremo a spedire dall'Alaska".

 

Tra i partner di rilievo anche Cerism di Rovereto per mettere a punto la preparazione, il noto nutrizionista Michele Pizzinini, la Fondazione museo storico del Trentino, la Sportiva, l'Azienda porfido trentino di Albiano dei cugini Pisetta, così come tantissime altre realtà del territorio.

 

Una saga che inizia nel 1993: poco prima del nuovo millennio, Belli percorre 666 chilometri da Livengood a Prudhoe Bay in solitaria e in sella alla sua mountain bike. Nel 1997 ecco la seconda spedizione, si va da Manley Hot a Nome sul mare di Bering sci ai piedi e slitta al seguito. 

 

Rientra a Trento e conosce Fulvio Giovannini, un'amicizia che si concretizza nell'idea di riprendere le spedizioni ben quattordici anni dopo l'ultima esplorazione. Siamo nel 2011 e la coppia percorre in bici la distanza tra Vancouver e Fort Yukon, quindi nel 2014 la tappa in canoa da Whitehorse a Fort Yukon a colpi di pagaiate lungo il mitico fiume dei cercatori d'oro. Ora l'ultimo atto e ci si continua a muovere tra natura, storia e cultura.

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