"L'assassinio dell'impossibile", Messner dialoga con sei grandi dell'alpinismo. Sold-out da settimane
E' l'ultima serata alpinistica della 66esima edizione. Hansjoerg Auer, Hervé Barmasse, Tommy Caldwell, Manolo, Adam Ondra e Nicola Tondini a confronto sull'impatto dell'arrampicata sulla montagna e sull'ambiente
TRENTO. Metti sette tra i più forti alpinisti al mondo nella stessa stanza. Età diverse, discipline diverse, limiti diversi ma lo stesso, immenso amore per la montagna e la stessa passione per quell'approccio naturale, contro l'arrampicata artificiale.
E' sold-out da settimane la serata alpinistica di venerdì 4 marzo che vedrà la partecipazione di Hansjoerg Auer, Hervé Barmasse, Tommy Caldwell, Manolo, Adam Ondra e Nicola Tondini in dialogo con Reinhold Messner e Sandro Filippini. In un format particolare: il "padrone di casa" Messner accoglierà i sei protagonisti singolarmente sul palco facendosi raccontare il loro personale punto di vista sull'alpinismo, partendo dalle immagini della salita più difficile affrontata da Messner sulle Dolomiti, quella del Sass d'la Crusc. Alla fine, questi giganti della scena alpinistica passata e presente si riuniranno davanti al numerosissimo pubblico. La serata sarà arricchita dalle musiche selezionate dal giornalista e conduttore radiofonico Carlo Massarini, in linea con il tema del 66esimo Trento Film Festival, il Sessantotto.
Un quesito posto in anteprima nell'odierno incontro con la stampa non è ancora stato svelato: Manolo ha mai piantato un chiodo? Sembrerebbe di sì, in gioventù. Si fa sentire la mancanza di una donna nel sestetto. "Nessuna ha risposto all'invito", scherzano i protagonisti e l'organizzatore Filippini, sottintendendo che, nell'alpinismo, le donne non sono poi tante. "Anche se – puntualizza Hervé Barmasse – è stata una donna, Lynn Hill, a superare ogni limite su El Capitan, nello Yosemite".
E di limite si parlerà nella serata alpinistica, di un limite che è soggettivo. Un concetto che si è evoluto e spostato negli anni. "Nel '68 – spiega Messner – non era pensabile superare il sesto grado. La mia generazione è stata costretta a fermarsi lì".
Ma non solo. Sono tanti i temi che verranno affrontati da Messner in dialogo con questi grandi alpinisti. Quello dell'intensità nel praticare questa disciplina, ad esempio. "Ognuno – spiega Hansjoerg Auer – ha una propria intensità che raggiunge il suo apice in ambienti diversi. Per me questo si verifica nelle vie lunghe. Per Adam Ondra in quelle brevi. Per altri nel free solo. Ognuno ha il suo modo".
Ed il rapporto tra alpinismo e arrampicata sportiva. "Fra poco – spiega Messner – l'arrampicata diventerà anche disciplina olimpica, quindi misurabile in metri o secondi. Ma l'alpinismo tradizionale non lo è. E' il rapporto tra uomo e natura". Un confronto da non perdere.