Università di Trento, si cambia. No tax area per chi è sotto i 26.000 euro di Isee e una card libera per tutti i trasporti
Approvato dal consiglio d'amministrazione dell'Università la riforma del sistema di tassazione. Varponi: "Da oggi ogni studente avrà una tassazione personalizzata più aderente alle sue condizioni economiche". E con 50 euro in più si potrà circolare liberamente su tutti i mezzi pubblici
TRENTO. Una carta per la libera mobilità in tutto il Trentino per gli studenti universitari. C'è anche questa grande novità nel piano di riforma delle tasse universitarie approvata negli scorsi giorni dal consiglio d'amministrazione dell'Università di Trento. Una riforma definita "storica" dai rappresentanti degli studenti voluta e cercata da almeno due anni.
“La riforma della contribuzione studentesca e la carta di mobilità erano i punti numero 1 e 2 del nostro programma quando ci siamo candidati, nel novembre 2014 – spiega Lorenzo Varponi, presidente del Consiglio degli studenti e membro del consiglio di amministrazione Unitn - a rappresentare gli studenti. Fino ad oggi circa il 40% degli studenti si trovava nella fascia massima e con un euro di reddito in più si finiva a pagare anche 200 euro in più di tasse. Da oggi ogni studente avrà una tassazione “personalizzata” che significa una tassazione più giusta e più aderente rispetto alla sua condizione economica. Abbiamo dimostrato che la rappresentanza studentesca, se organizzata e determinata a fare gli interessi di tutti gli studenti, è in grado di avere un grandissimo peso nelle scelte dell’Ateneo.
“Questa riforma della contribuzione studentesca – aggiunge Filippo Gioachin, coordinatore Udu Trento - è un risultato storico: dal prossimo anno sarà attuata una tassazione progressiva, adeguata alla normativa nazionale ed inclusiva verso le fasce più deboli. Inoltre il passaggio da Icef a Isee, con la possibilità di essere calcolato su tutto il territorio nazionale, semplificherà la vita di tantissimi studenti. Sempre per quanto riguarda l’inclusività di questa riforma viene prevista una no tax area fino a un Isee di 26.000 euro per non gravare su coloro che non hanno mezzi sufficienti per gli studi e sempre per evitare di premere in maniera eccessiva sulle tasche degli studenti il pagamento delle tasse sarà diviso in tre rate invece che due”. In sostanza qualora l'Isee di riferimento sarà inferiore ai 26.000 euro lo studente dovrà pagare solo la tassa d'iscrizione (che è intorno ai 200 euro) e quella per il diritto allo studio (attorno ai 156 euro) non pagherà, invece, la tassa di Ateneo.
Grande importanza può assumere anche la carta di mobilità che permetterà a tutti gli studenti di usufruire di tutti i trasporti pubblici nella provincia di Trento, pagando un contributo volontario di 50 euro. L'università, infatti, potrà decidere se attivare o meno questa card. “La cosa più importante è che complessivamente con questa riforma non si va a chiedere un soldo in più agli studenti – prosegue Gioachin - infatti il gettito che l’università riceverà dalla contribuzione sarà invariato dagli anni precedenti, semplicemente vi sarà una più equa rimodulazione delle tasse. Secondo i nostri calcoli da un 65% ad un 80% degli studenti, in base a quanti dichiareranno il proprio Isee, pagherà un minore importo di tasse. Siamo invece molto preoccupati dell’imminente riforma del diritto allo studio da parte della Pat, rischiamo di avere a regime una riduzione del 45% rispetto al numero attuale di borsisti, determinate da soglie per le borse tra le più basse in Italia, assolutamente non competitive rispetto alle regioni circostanti. La Pat scelga di prendere a modello il diritto allo studio del nord Europa, non quello del Molise.“
“Al fianco di un sistema di tassazione più equo ed inclusivo, la carta di mobilità, porterà un fortissimo risparmio nelle tasche degli studenti – completa Francesco Bolla, coordinatore Unitin Rete Universitari del Trentino e vicepresidente Opera Universitaria - a partire dagli studenti che studiano nel Polo Scientifico e a Rovereto ma vivono a Trento, passando dagli studenti pendolari Trentini, per arrivare agli studenti fuori-sede che per tornare a casa usano il Treno e che d’ora in poi pagheranno i biglietti solo dall’ultima stazione della Provincia. Quello che più preoccupa è la visione di Università che sembra avere la Provincia: non più attrattiva e accogliente verso i ragazzi provenienti da tutta Italia e dal resto del mondo. Un’università chiusa nel territorio provinciale, con un sistema di diritto allo studio medio-povero persino se comparato con regioni più in difficoltà del Meridione. Un’università meno competitiva rispetto alle regioni vicine che concedono i benefici a chi si colloca fino ai 23.000 di Isee. Da studenti ci aspettiamo che la politica sia in grado di volare alto e guardare lontano ma veniamo puntualmente delusi. Chiediamo che questa volta la Provincia ci ripensi e trovi le risorse necessarie a sostenere un diritto allo studio dignitoso per un’università perché una scelta così drastica sul diritto allo studio ci colloca come fanalino di coda d'Italia e d'Europa e farà certamente precipitare l'Ateneo nelle classifiche italiane e internazionali”.