Unitrento scivola in basso nelle classifiche internazionali, “ma tra gli atenei piccoli/medi siamo al top”. Il rettore Deflorian: “Gli alloggi? Sono un problema”
L’università di Trento perde il primo posto in Italia e ben 19 posizioni nella classifica dell’autorevole Qs. Il commento del rettore Flavio Deflorian: “Prendiamolo come uno stimolo a migliorarci: dobbiamo crescere in sostenibilità, mobilità internazionale e servizi”
TRENTO. “La posizione dell’Università di Trento nel ranking di Qs forse è peggiorata, ma rimane comunque ottima”.
Il rettore dell’Università di Trento Flavio Deflorian non si fa abbattere dai ranking aggiornati pubblicati negli ultimi giorni da Quacquarelli Symonds, l’autorevole piattaforma che analizza e condivide i dati dei più elevati settori di educazione del mondo: le università, insomma.
E tra quelle italiane, stando ai parametri di Qs, l’ateneo trentino oltre ad aver perso il primo posto è scivolato fino alla 20esima casella in classifica. Il tutto nel giro degli ultimi 12 mesi.
Ma la verità, assicura il professore trentino, è che l’Università di Trento ha tutto per continuare a rimanere dentro al novero dei migliori atenei, italiani e mondiali. Per farlo però, ha bisogno di una strategia a lungo termine condivisa con le istituzioni e la città. Anzi, le città...
Professor Deflorian, quale spiegazione dobbiamo darci di questo crollo nelle classifiche Qs dell’Ateneo trentino nell’ultimo anno?
“Parto con una considerazione generale: la nostra posizione all’interno di un ranking così autorevole resta assolutamente positiva e di cui siamo orgogliosi. È chiaro che non fa mai piacere perdere posizioni in queste classifiche, ma è altrettanto vero che da un anno all’altro le variazioni sono molto contenute: alcuni tengono conto di questi ranking per migliorare in funzione dei parametri utilizzati per redigerli, mentre quello che proviamo a fare qui a Trento è lavorare e fare il massimo per far crescere la nostra Università in maniera coerente e complessiva. I riconoscimenti e i ‘punti in classifica’ sono una conseguenza del nostro lavoro, non un obiettivo. Nel caso di Qs, gli indicatori sono quasi tutti di tipo quantitativo: è normale quindi che un ateneo piccolo/medio come il nostro possa essere alle spalle di realtà molto più grandi quali tutte quelle che in effetti ci precedono”.
Sostenibilità intesa come giustizia sociale e climatica, risultati occupazionali e rete di ricerca internazionale. Questi sono i tre parametri principali che definiscono i ranking di Qs. Su questi temi l’università trentina ultimamente ha perso terreno?
“Faccio un’altra premessa: questo ranking lo useremo come spunto per migliorare e crescere, faremo un approfondimento per analizzare la situazione con attenzione. Per esempio, credo che possiamo fare di più sul tema della sostenibilità ambientale: potrebbe essere uno degli aspetti che ci hanno fatto retrocedere, anche perché anno dopo anno questo aspetto assume sempre più importanza all’interno degli aggiornamenti ai parametri valutativi. Miglioramenti da qui a un anno? Sicuramente c’è da rafforzare la nostra mobilità internazionale: dopo il Covid non siamo ancora tornati a regime ed è una delle nostre priorità. E poi c’è il grande tema dei servizi agli studenti. La logistica, i trasporti, gli alloggi”.
Il tema degli alloggi è particolarmente caldo. E intricato.
“Diciamo pure il punto più delicato. Su cui da tempo stiamo lavorando, con Comune e Provincia, per poter dare risposte e prospettive ai nostri studenti. Inutile aggiungere che anche nei migliori dei casi, non sono problemi che si risolvono in tempi brevi. Però dobbiamo fare miglioramenti. Dobbiamo. E quando parlo di alloggi, parlo di alloggi pubblici e cioè studentati; e di mercato privato”.
Partiamo dagli studentati.
“Con la Provincia siamo a buon punto per la realizzazione dello studentato di Piedicastello e per l’ampliamento di Sanbapolis. Dopo le elezioni a Rovereto con la nuova giunta comunale si è aperto un dialogo positivo per rilanciare l’ipotesi di un nuovo studentato nella Città della Quercia, progetto rimasto per qualche anno in stand-by perché non coperto dai finanziamenti del Pnrr, ma a cui credo valga la pena non rinunciare. Bisogna trovare nuove strade”.
A proposito di nuove strade, anche la gestione degli alloggi privati impone un cambio di prospettiva.
“E forse anche un cambio di regolamentazioni. Siamo al lavoro per ampliare il perimetro di fruibilità degli alloggi cittadini, penso ad alcune periferie o zone limitrofe della città con scarsi collegamenti del trasporto pubblico, per esempio. E poi va fatto un ragionamento sull’equilibrio, a Trento, del mercato turistico “breve” e di quello degli studenti. In alcune città europee gli alloggi possono essere affittati ai turisti solo per 3 mesi all’anno: questo potrebbe essere uno spunto per non far saturare con il mercato turistico una situazione abitativa cittadina già oltremodo complicata“.
In quali aspetti pensa invece che l’Università di Trento sia invece migliorata di più negli ultimi mesi e anni?
“Direi nel trasferimento tecnologico. Brevetti, startup. Su questi aspetti stiamo raccogliendo i frutti di un lavoro partito da lontano ma che ci sta ripagando.