Le forti piogge delle ultime settimane scoprono fossili antichissimi, rami e tronchi antichi mai trovati prima al Bletterbach
La scorsa settimana un gruppo di scienziati si è recato al Geoparc Bletterbach per testare l'utilizzo delle analisi multispettrali. Durante l'indagine, i ricercatori hanno constatato che le recenti piogge persistenti hanno messo in luce blocchi di roccia interessanti, che possono essere analizzati con questa moderna tecnica e conservati digitalmente per future ricerche più approfondite
ALDINO. Le fortissime piogge delle ultime settimane hanno portato alla luce alcune scoperte di grande interesse. Enormi blocchi sui quali è possibile riconoscere chiaramente dei rami fossili e dei tronchi di albero. "È stata una fortuna riuscire a fare fare immediatamente delle riprese scientificamente utilizzabili di questo materiale interessante - spiega la paleontologa del Museo di Scienze Naturali dell'Alto Adige, Evelyn Kustatscher - poiché è impossibile recuperare intatti questi blocchi dalla gola e l'erosione ovviamente continua il suo lavoro distruttivo giorno dopo giorno".
La scoperta risale alla scorsa settimana quando un gruppo di scienziati si è recato al Geoparc Bletterbach per testare l'utilizzo delle analisi multispettrali nel Dolomiti Patrimonio Unesco. Durante l'indagine, i ricercatori hanno constatato che le recenti piogge persistenti hanno messo in luce blocchi di roccia interessanti, che possono essere analizzati con questa moderna tecnica e conservati digitalmente per future ricerche più approfondite.
Il gruppo di scienziati, composto da Evelyn Kustatscher del Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige, Matteo Massironi, Bruno Casarotto e Maria Grazia Perna dell'Università di Padova ed Elena Ghezzo dell'Università Ca' Foscari di Venezia, era in realtà al Geoparc Bletterbach, in Alto Adige, per capire se un'analisi multispettrale della gola potesse essere utile per pianificare i lavori di scavi scientifici. Un'analisi del genere, effettuata con telecamere specifiche e i loro sensori, può aiutare a comprendere dove potrebbero essere sepolti fossili interessanti. "Questo ci permetterebbe di risparmiare molto tempo e lavoro di pianificazione in futuro, e di scavare invece in punti promettenti con una probabilità relativamente alta di trovare materiale di alta qualità da portare in laboratorio e poi esporre al pubblico", spiega la paleontologa del Museo di Scienze Naturali dell'Alto Adige, Evelyn Kustatscher.
Durante l'ispezione locale e i primi tentativi di ripresa nella gola del Bletterbach, gli scienziati hanno scoperto che le recenti piogge persistenti e forti hanno portato alla luce ancora una volta blocchi di roccia interessanti, "tra cui diversi blocchi enormi sui quali si possono riconoscere bei rami fossili e tronchi d'albero", racconta Kustatscher. Cose del genere non erano mai state trovate finora nel Bletterbach. "È stata una fortuna che abbiamo potuto fare immediatamente riprese scientificamente utilizzabili di questo materiale interessante, poiché è impossibile recuperare intatti questi blocchi dalla gola e l'erosione ovviamente continua il suo lavoro distruttivo giorno dopo giorno", si rallegra la paleontologa.
Se e come le riprese spettrali potranno essere utilizzate nel patrimonio mondiale Unesco delle Dolomiti Bletterbach in futuro, sarà chiarito nei prossimi mesi. Il presidente del Geoparc, Peter Daldos, si mostra soddisfatto delle nuove scoperte inaspettate nella gola. "È incredibile come la gola del Bletterbach sorprenda sempre con nuovi fossili", sottolinea Daldos, "e come in passato, continueremo a sostenere il lavoro di ricerca dentro e intorno al Geoparc Bletterbach anche in futuro."