Cani e cavalli seppelliti con le persone (anche con i bambini): dalla necropoli pre-romana di Verona nuove rivelazioni sul nostro passato
Uno studio di Eurac e Università di Berna e Milano ha analizzato 161 inumazioni e di queste 16 includevano resti di animali. Se trovare resti di animali in contesti funerari preistorici è piuttosto comune, gli animali erano infatti delle offerte rituali di cibo per i defunti ancora poco chiaro è invece il significato culturale che si cela dietro alle sepolture intenzionali di animali insieme alle persone
BOLZANO. Cani e cavalli seppelliti insieme alle persone a ribadire un rapporto millenario tra uomini e animali che andava oltre, addirittura, la morte. E' ancora poco chiaro il significato culturale che si cela dietro alle sepolture intenzionali di animali insieme alle persone. Un team di ricerca di Eurac Research e delle Università di Berna e Milano ha analizzato 161 inumazioni rinvenute nella necropoli del Seminario Vescovile di Verona. Di queste, 16 includevano resti di animali, tra cui cavalli e cani.
Le sepolture risalgono a ben oltre 2.000 anni fa, alla tarda età del Ferro e riguardano popolazioni pre-romane dell'Italia Settentrionale. Lo studio si chiama “Finché morte non ci separi”, titolo curioso per un articolo scientifico, ma è proprio così che le autrici e gli autori hanno scelto di intitolare il loro lavoro sulla necropoli preistorica di Verona, per mettere in luce l’importanza delle relazioni tra persone e animali nelle società pre-romane. Il ritrovamento di Verona ha portato alla luce centinaia di sepolture, in molte delle quali persone e animali erano deposti vicini.
“L'assenza di parentele tra gli individui sepolti e trovati con animali è un risultato molto importante per la conoscenza della struttura sociale dei gruppi pre-romani che abitavano l’Italia settentrionale nella tarda Età del Ferro”, spiega Stefania Zingale, genetista di Eurac Research che ha coordinato i campionamenti per le analisi genetiche a Verona e ha condotto le analisi paleogenetiche a Bolzano. “Lo studio mostra come queste particolari sepolture non siano legate allo status sociale degli individui o all’appartenenza a determinate famiglie. La struttura della società era con molte probabilità più complessa di quanto si pensi”.
Le analisi hanno mostrato che anche bambini sono stati sepolti insieme agli animali. Inoltre, i ricercatori hanno osservato che i cani ritrovati con gli umani non avevano una dieta comune, segno che avevano ruoli diversi nella vita delle persone. Con i dati ottenuti ora sarà possibile affrontare nuovi interrogativi; ad oggi, si legge sul sito dell'Eurach, si sa molto poco delle popolazioni che abitavano l’area alpina nell’epoca pre-romana. L’analisi delle sepolture può dare molte risposte poiché i rituali funerari sono ricchi di simboli e tradizioni attraverso i quali le comunità esprimono i propri elementi costitutivi culturali, sociali ed economici.
Le analisi del Dna si sono focalizzate anche sul profilo genetico dei reperti umani e hanno mostrato che questi individui vissuti nella tarda Età del Ferro hanno linee materne mitocondriali simili ad altri individui europei dello stesso periodo. Con altri gruppi di popolazioni europee condividevano anche alcuni elementi culturali: l’analisi delle sepolture e dei corredi funerari ha messo in luce alcune similitudini con le tradizioni culturali transalpine, forse mescolate con elementi locali (Venetici) e mediterranei (Romani).
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista PlosOne e sottolinea l'importanza della collaborazione interdisciplinare nella ricerca archeologica. La ricerca fa parte del progetto Celtudalps, finanziato da Provincia Bolzano e dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica.